Arcisate

Arcisate

Attorniata dai monti Monarco, Crocino e Rho, a ovest, e Orsa e Sant'Elia, a est, lungo la strada che collega Varese con il lago di Lugano, Arcisate, come documentano numerosissime testimonianze, ha origini assai antiche e ha sempre rivestito un ruolo rilevante nella Valceresio. Rientrano nella municipalità le frazioni di Brenno Useria e Velmaio.

Arcisate potrebbe derivare il suo nome dal gentilizio “Aricisius”, il cui suffisso “-ate” testimonierebbe una origine celtica. Un’altra etimologia celtica mette in relazione il nome di Arcisate alla posizione del paese rispetto al Monte Monarco (dal celtico Man Arc – monte arco), un sito (ate) posto sotto (is) l’arco (arc) da cui Arc-is-ate.

Il nome di Brenno deriva dal celtico "bren" che significa luogo boscoso, quale doveva essere appunto la contrada a quei tempi. Nelle antiche torbiere, tutt'intorno al paese, furono rinvenuti reperti archeologici dell'età della pietra e del bronzo, testimonianza dei primitivi insediamenti umani; la tradizione poi fa di Brenno il capoluogo di tribù celtiche e la zona in cui Caio Mario (156-86 a.C.) stabilì i suoi accampamenti durante la guerra coi Cimbri.

Anche Velmaio è di etimologia incerta, molti la derivano da Valle di Mario (Caio Mario), che presumibilmente ospitò le sue legioni; oppure da Velma (= melma), luogo paludoso.

Arcisate Monte Crocino
Il monte Crocino, Arcisate e il laghetto Cicogna
Foto di Andrea Betti

I primi insediamenti sono attestati in epoca preistorica e testimoniati dal ritrovamento in una torbiera in territorio di Brenno, località Cattafame, dei resti di una stazione palustre: diversi pali da palafitte, una piroga, armi ed anelli.

Probabilmente la località fu un “pagus” gallo-romano abitato da una piccola comunità di origine celtica. Diversi reperti confermano l’occupazione romana (una lapide votiva, alcuni manufatti di argento e monete dell’epoca dell’imperatore d’Oriente Attanasio) e il famoso 'tesoro di Arcisate': un gruppo di oggetti costituito da una brocca, un colino, una coppa e un mestolo in argento con inciso il nome di Utia figlia di Titus Utius, venduto nel 1900 al British Museum di Londra.

Il borgo romano si sviluppa a partire dal I sec. a.C. quando divenne base militare da cui proiettare le legioni contro i Cimbri.

Tra il V ed il VI sec. si sono susseguite le invasioni delle popolazioni barbariche fino a quando, al declino dell’Impero romano, non si sono stabilite le dinastie longobarde, tra il VI ed il VII secolo e poi Franche tra VIII secolo fino alle soglie del Medioevo quando Arcisate entra del Contado del Seprio, di cui seguì le vicende storiche. Caduta nel 1015 sotto il dominio dei fratelli prete Berengario e Ugone conte, Arcisate venne riconquistata dall’arcivescovo di Milano Arnolfo II, che spodestò i due fratelli e donò i loro beni alla Chiesa Milanese, i cui vescovi portarono da allora il titolo di “signori di Arcisate” (come in una bolla di papa Eugenio del 1149, conservata nell’archivio del Capitolo Metropolitano Milanese).

La dipendenza da Castelseprio costrinse il paese a schierarsi con il Barbarossa e con Como contro i Comuni lombardi, venendo di conseguenza occupato dalle truppe dell’arcivescovo Umberto da Pirovano nel 1160. Le terre del Seprio caddero nel 1277 in mano ai Visconti. Dopo la morte dell'ultimo dei Visconti nel 1447, la Signoria, nel 1450 venne acquisita dalla famiglia Sforza e diventò Ducato (fino al 1499). Nel 1484, Arcisate, Besano, Bisuschio, Induno e Viggiù vennero infeudate da Gian Galeazzo Sforza al suo consigliere Guido Antonio Arcimboldi. Gli Arcimboldi, famiglia patrizia milanese, tenne il feudo fino al 1727 quando passò ai Visconti Borromeo di Arese e poi, per matrimonio, ai Litta Visconti (1746).

Nel XIII sec. Arcisate era capo di pieve con la chiesa parrocchiale di San Vittore, chiesa plebana, e il Battistero di san Giovanni. Appartenevano alla Pieve di Arcisate Bisuschio, Clivio, Induno Olona, Ligurno, Brusimpiano, Brenno. A testimonianza che la pieve di Arcisate era già esistente nel 1095 è stata rinvenuta una Bolla di Arnolfo II arcivescovo di Milano, datata 2 novembre 1095 in cui stabiliva che la chiesa di San Gemolo di Ganna doveva smembrarsi dalla  chiesa plebana di San Vittore in Arcisate.

Nel 1927 entra a far parte della Provincia di Varese; nel gennaio 1929, al territorio di Arcisate si aggiunse quello di Brenno Useria, a sua volta formatosi nel 1859 dall'unione di Brenno e Useria, e nel luglio 1968 quello di Velmaio, che si era staccato da Cantello.

A est del monte Useria (ai cui piedi si trova la frazione di Brenno Useria, un tempo famosa per le sue torbiere e per le fornaci di calce), in passato erano attive fornaci per la produzione di calce estratta dal monte Crocino. Il paese conquistò una certa fama nei primi anni del novecento, quando da una cava (ormai esaurita) veniva estratta la cosiddetta “pietra bianca di Brenno”, una pietra piuttosto morbida di colore bianco con pochissime impurità o irregolarità, caratteristiche che la resero ideale per la scultura, tanto che veniva paragonata al marmo di Carrara.

Arcisate Fornaci

Nel 1957 venne inaugurato il parco la Lagozza, la cui storia è qui riassunta dagli alunni dell'ICS-Arcisate.

Arcisate Lagozza
Foto di Giorgio Mandile

 

Da vedere:

La BASILICA DI SAN VITTORE MARTIRE, già Collegiata nel 1095 e probabilmente eretta su un edificio preesistente del V sec., venne ricostruita nel 1563.

Sul fianco settentrionale, un bassorilievo con croce astile reca la data 1521, testimonianza dei grandi lavori di ristrutturazione che coinvolsero l’antica chiesa medievale.

Altre targhe medievali sono murate sulla facciata e sul lato meridionale dell'edificio. Una, datata 1252, recita “Ogerius de Boretius fecit hoc opus” (Ogerio di Boarezzo realizzò quest’opera) e si riferisce forse alla basilica medievale, costruita nel 1252 sulla precedente, oppure alla costruzione della cappella di san Quirico (attuale cappella del Sacro Cuore), sorta nel secolo XIII. L’altra targa, sulla facciata, recita: MCCLVI d(e)p(ositus) Ardric(us) de Peracio de Arcisate iacet et iud(icavit) lib(er) pro iud(ice) anuale; in pratica, Arderico di Peracio di Arcisate, sepolto nella Basilica, lasciò a questa alcuni suoi beni per la celebrazione di un officio annuale in suffragio della sua anima.

Nel presbiterio sono murate due lapidi paleocristiane rinvenute dal prevosto don Pietro Antonio Alemagna durante i lavori di ricostruzione dell’altare maggiore, nel 1745. Le due lapidi risalgono probabilmente al V secolo d.C. e sono di fondamentale importanza: vengono infatti citati prete Paolo e prete Costanzo, segno della presenza di una comunità cristiana in epoca tardoimperiale.

Il campanile, databile all'XI sec., è composto da 7 piani, ognuno caratterizzato da una finestra di dimensione crescente man mano che i piani salgono. La cella campanaria è chiaramente di epoca successiva, infatti un fulmine la distrusse fino all'altezza dell'orologio nel 1702.

I lavori di consolidamento e risanamento del 2013 hanno portato alla scoperta di alcune sepolture di epoca romana alla base della torre. Sulla facciata verso la chiesa, nel 2021 è stata ricostruita l'antica meridiana sul lato meridionale grazie al supporto di immagini storiche.

Arcisate San Vittore
Foto di Maria Desogos

Arcisate Battistero

Il BATTISTERO DI SAN GIOVANNI, presumibilmente costruito nel VII secolo, quando Arcisate fu elevata a capo pieve. Attivo fino a circa il 1300 nelle forme primitive, fu rimaneggiato in quell’epoca per adeguarlo all’uso di battezzare non più gli adulti, ma i bambini. Le relazioni delle visite pastorali avvenute intorno alla metà del XV secolo non lo nominano, accennando invece ad un fonte interno alla chiesa.

Anticamente il battistero presentava una pianta ottagonale e su ogni lato, alternate, erano presenti cappelle a pianta quadrata o semicircolare alte fino poco sotto le piccole finestre di ogni faccia. Le varie trasformazioni che lo hanno portato ad essere una piccola chiesa dedicata a San Giovanni hanno comportato l'abbattimento delle cappelle fatta eccezione per quella opposta all’ingresso che venne sopraelevata e adibita ad altare. Un recente restauro ha riportato alla luce le antiche aperture evidenziandole.

La presenza del battistero attesta l’antichità e l’importanza che la parrocchia aveva nella zona, infatti anticamente i battisteri erano presenti esclusivamente nelle chiese a capo della pieve e solo qui i catecumeni potevano ricevere il sacramento che li ammetteva nella comunità cristiana.


Arcisate Lazzaretto

La CHIESA DI SAN FRANCESCO DA PAOLA (il Lazzaretto) edificata tra il 1727 ed il 1738 ai piedi del monte Monarco nella zona adibita a ricovero degli appestati.

E' collegata al paese con una via Crucis, le cui cappelle, un tempo affrescate, sono state restaurate e gli affreschi sostituiti da bassorilievi.

Il SANTUARIO DELLA MADONNA D'USERIA (SANTUARIO DELL'ANNUNCIATA), a Brenno, citato a partire dal 1567 negli atti delle visite pastorali, venne ricostruito ex nuovo nella prima metà del 1600 a spese del cardinale Alfonso Litta e della popolazione di Brenno.

Nella seconda metà del Novecento venne rubato il dipinto dell'Annunciata posto sopra l'altare e sostituito con un'altra Annunciazione opera del prof. Ermanno Abbiati.

Oggetto di culto e devozione, è una Madonna lignea, non datata ma probabilmente risalente al 1200-1300.


Arcisate Madonna d'Useria
Foto di Ornella Pedraccini

La CHIESA SANTA MARIA IMMACOLATA, a Brenno, venne edificata nel 1851, quando i brennesi attendevano l'autonomia da Arcisate e la fondazione di una parrocchia.

Conserva pregevoli manufatti scultorei, opera dei celebri scalpellini brennesi.

 

La CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE, a Brenno, si affaccia sulla stessa piazza della Chiesa di Santa Maria Annunciata, venne ricostruita nel 1743, sui resti di un edificio preesistente del 1643.

Conserva all'interno un pregevole affresco della Sacra Famiglia datato 1773 firmato Carlo Maria Giudici che rappresenta il riposo durante la fuga in Egitto.


Arcisate

Arcisate Sant'Alessandro

La CHIESA romanica DI SAN ALESSANDRO, sorge su fondamenta antichissime, ricostruita verso la fine del ‘600, fu adibita a ricovero di colerosi nella grande epidemia del 1855.



L'ORATORIO DELL'ADDOLORATA, ai piedi dell'Useria, innalzato nel 1836, per voto dei brennesi decimati dal colera, sui resti della cinquecentesca cappella di San Michele Arcangelo

Arcisate Oratorio Addolorata



La CHIESETTA DEI RE MAGI, sulla strada per Velmaio, con una cappella dedicata alla Madonna Della Noce


Arcisate Chiesetta Re Magi

 

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


- Per una raccolta di immagini su Brenno Useria: www.brennouseria.it

- Il 4 febbraio 1948, poco dopo la mezzanotte, esplose la polveriera Gavi, una fabbrica di materiale bellico di proprietà dello Stato, mietendo alcune vittime e danneggiando alcuni edifici. Due settimane dopo un decreto legislativo autorizzò la spesa di cento milioni di lire per riparare i danni causati dall'incidente.

- Battistero di San Giovanni Battista : Rivista della Società Storica Varesina fasc. XIII, Aprile 1977, pag. 93 - Sandro Mazza "Il Battistero di Arcisate"

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Arcisate

 

Arcisate
La scalinata che porta a San Vittore
Foto di fil@va

Arcisate Fornaci
Le vecchie fornaci



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

ARCISATE paese degli Insubri, così detto secondo alcuni, perché fu Ara Caesaris, che qui sacrificò a Giove. Era Arcisate dipendente dall'antico Seprio, e l'arcivescovo Arnolfo avendo sconfitti Berengario prete e Ugone fratelli Conti, che dominavano in queste vicinanze colla concessione dell'imperatore Enrico, applicò molti de' loro beni alla chiesa milanese; quindi è che i canonici ordinarj della metropolitana in una bolla di Papa Eugenio scritta nel 1149 si dicono padroni della pieve di Arcisate.

La chiesa maggiore dedicata a s. Vittore era collegiata nel 1095, avente i suoi canonici, ch'erano molti nell'ordine gerarchico, ed era pure plebana di ventotto chiese, fra le quali anche di quella di Ganna, esentuata poi da Arnolfo III. Detta chiesa di Arcisate è assai antica, a tre navi, e si trovò nel 1747, ricostruendosi l'altar maggiore, una grand'urna colle seguenti inscrizioni, riferite ed illustrate dall'Allegranza: HIC REQVIESCIT IN PACE BONAE MEMORIAE PAVLVS QVI VIXIT IN SAECULO ANNIS PLUS MINUS LXXX ET DEPOSITVS EST SUB DIE XII KALENDAS MAIAS SEVERINO VIRO CLARISSIMO CONSVLE - HIC REQVIESCIT IN PACE SANCTAE MEMORIAE CONSTANTINVS PRAESBITER QVI VIXIT IN SAECULO ANNVS PLUS MINUS LXXV DEPOSITUS SUB DIE XXV KALENDAS MAIAS. Severino fu console con Dagalaifo l'anno di Cristo 461, ond'è notabile questo monumento, facendo fede che fino dal quinto secolo qui era in fiore la religione cristiana.

Nella casa del coadjutore avvi altresì quest'altra iscrizione, forse non molto lontana all'antecedente di età: REQUIESCIT IN PACE SANCTAE MEMORIAE PRAESBITER GAVDENTIVS QVI VIXIT IN SECVLO ANNOS PLUS MINUS XXII DEPOSITUS PRIDIE KALENDAS NOVEMBRIS.

Si scorgono i sepolcri delle antiche famiglie Arcimbolda, Visconti e Mozzona, che vi abitavano.

Dipende da questa chiesa BRENO, villaggio di 250 abitanti, vicino al quale sta il monte Luceria colla chiesa di Maria, il di cui chiericato fu goduto dal cardinal Litta arcivescovo nostro. Sulle balze del monte si trovarono dai pastori alcune medaglie d'oro coll'immagine di Anastasio imperatore d'Oriente nel 490. Presso Arcisate sta il cassinaggio di Ponte, il di cui spedale per i poveri, dedicato a s. Bartolomeo, era governato nel 1438 da Biagio Odoni, monaco di s. Gemolo di Ganna.