|
|
|
|
Barasso
|
La chiesa di San Martino
|
Il terriorio del comune di Barasso si estende dalle pendici del
Campo dei Fiori sino alle rive del lago di Varese.
L'origine del nome, che ne testimonia l'antichità, è
gallo-celtica e sta a significare "pascolo sul monte"
o "monte del pascolo". Barasso è poi citato nella
donazione che Liutprando fece nel 725 d.C. di molte terre del varesotto
ai monaci agostiniani, in memoria del fatto che Sant'Agostino era
stato ospite di Verecondo a Cassiciacum (Casciago).
Attorno all'anno mille esistevano tre chiese: San Giulio,
che la tradizione vuole costruita da San Giulio prima di recarsi
a Orta, Sant'Ambrogio, menzionata nel 1181 dal Superiore dei
Frati dell'Ospedale dei poveri di Molina in un ricorso contro le
eccessive pretese del parroco di Barasso e del prevosto di Varese,
e San Martino, famosa per il Battistero, separato dalla chiesa,
cui accedevano i catecumeni anche dai paesi vicini per ricevere
il battesimo.
Dopo il 1000, Barasso viene legata al feudo di Varese e ai nobili Bianchi da Velate. Nel 1109 pare esistesse un castello rurale, una sorta di rifugio e magazzino fortificato. Di forma rettangolare misurava m. 60x170 ed era gestito dalle famiglie del paese e da enti religiosi. Gli edifici all'interno venivano abitati solo nel momento del pericolo e avevano diverse "caneve" (grandi cantine sotterranee). Proteggevano il castello delle mura a doppio bastione con portone a ponte levatoio, contornate da un fossato alimentato dalle acque del Riale Viganella.
Le mura perimetrali si possono vedere in via Matteotti (via Castello), mentre il resto della rocca andò completamente distrutto dopo il 1500 e ricostruito ad uso abitazione nel 1800.
Nella frazione Molina, così chiamata per i numerosi mulini ad acqua che vi sorsero, Alberto da Brignano aveva fondato, probabilmente
attorno al 1170, l'Ospedale dei poveri presso il Fontanone
di Molina (una sorgente che alimenta tutt’oggi in
parte l’acquedotto di Varese, Luvinate, Barasso e Comerio). Cessata l'attività dell'Ospedale nel 1400 per
la partenza dei frati, il complesso continuò ad essere utilizzato
come lazzaretto. La vicina chiesetta di Sant'Ambrogio è stata recentemente restaurata, portando alla luce affreschi cinquecenteschi.
In località Molina di Barasso, nel 1897 Ferdinando Rossi inaugurava la sua fabbrica di pipe. Dalle pipe in legno di bosso, pero o ciliegio si passò alle pipe in radica e da una produzione prettamente artigianale a una raffinata e curata produzione industriale. L'attività della Rossi Pipe prosegue oggi con la Molina Pipe.
Su un pianoro da cui si gode uno splendido panorama, sorge villa San Martino, raro esempio di Decò italiano, edificata nel 1941 dall'architetto Tommaso Buzzi come residenza estiva dellla famiglia Necchi Campiglio. Oggi è una location per eventi.
Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia
|
- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Barasso
|
Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:
BARASSO, si vanta d'esser stato la patria di s. Nicò, benchè alcuni altri lo facciano oriondo dal vicino Comerio. Quanto sia antica la chiesa parrocchiale di s. Martino di Barasso si cava dalla fondazione dello spedale di s. Ambrogio di Molina, terra dipendente da Barasso, dacchè lo spedale fu posto sotto la protezione dell'arcivescovo Algisio, il quale nel 1181 ordinò al superiore ed ai religiosi spedalieri, che riconoscessero il parroco di Barasso nella festa di s. Martino con cinque soldi, e il capitolo di Varese nella festa di s. Ambrogio con un pranzo e parte delle candele.
|