Comerio

Comerio

Situato ai piedi del Campo dei Fiori, su un grande balcone che offre uno dei panorami più belli sui laghi di Varese, sul Lago Maggiore e sulle Alpi e Prealpi piemontesi.

Le origini di Comerio risalgono all’epoca post-palafitticola, quando gli abitanti del lago di Varese abbandonarono a poco a poco le capanne lacustri. Nel IV secolo a.C. vi giunsero i Celti che ne fecero un centro importante grazie alla sua posizione strategica sull’arteria pedemontana che univa i laghi di Como e Ceresio al Lago Maggiore. Costoro diedero al paese il nome di Kunmaer. Tale denominazione subì in seguito una serie di mutamenti: Gunmeri, Gomeri, Gomera, Gomero e in periodo comunale Comero da cui l’attuale Comerio.

Il documento più antico che testimonia l'esistenza del borgo è un atto del 769 con cui il diacono Grato dona a sostegno di una mensa dei poveri di Monza una casa posta in Gummeri. Seguono altri atti notarili negli anni 861, 872 e 885 relativi ad alcuni terreni dei frati del monastero di San Ambrogio in Milano in cui viene citato come teste un tale Alboni di Gomeri. Solo nel 1172 appare la dicitura de Comero.

Come la maggior parte dei centri rivieraschi, Comerio fece parte della pieve di Brebbia e fu feudo dapprima dei Besozzi, poi degli Visconti e dal 1447 degli Sforza. Nel 1514 il duca Massimiliano Sforza cede la pieve di Brebbia a Ludovico Visconti Borromeo. Nel 1750 il ramo dei Visconti Borromeo si estinse e la pieve di Brebbia passò ai Litta Visconti Arese che la terranno sino al 1870.

A Comerio nell’800 quasi tutte le famiglie si dedicavano all’allevamento del baco da seta, che poi consegnavano agli opifici presenti sul territorio: la filanda dei fratelli Tallacchini, che avevano anche un filatoio che produceva 5000 trame all’anno, il Filandino gestito dal signor Attilio Ossola e situato in via Piave e, dal 1870, la filanda di Giovanni De Giorgi da lui stesso gestita in via Garibaldi. Dopo un soggiorno in Giappone, il De Giorgi seppe organizzare i suoi laboratori secondo criteri più moderni e grazie all'uso di un seme-bachi giapponese che produceva bozzoli più grossi e redditizi, superò indenne la crisi del 1929 che travolse invece i Tallacchini e sopravvisse fino al 1945. In generale questa attività cessò dopo la Seconda Guerra Mondiale quando le fibre artificiali ebbero la meglio sulla seta.

Nel 1948 la Società Crippa & Berger acquistò dall’Ospedale di Circolo di Varese il complesso della filanda ricevuto come lascito dell’ultimo erede della famiglia Tallacchini e diede inizio alla produzione industriale del caffè decaffeinato col fortunato brevetto Hag. Si lavoravano anche prodotti farmaceutici e medicinali, tra cui la Vegetallumina e la caffeina.

Il 28 maggio 1974 con atto notarile veniva donata al Comune di Comerio la sede dell’ex fabbrica del Caffè Hag, a seguito del trasferimento dell’attività produttiva a Pomezia. L’ampio complesso edilizio venne adibito a sede del Centro Civico che ospita il Municipio, gli ambulatori medici, il consultorio familiare, l’asilo nido, la scuola elementare, l’ufficio postale, il centro anziani, la biblioteca civica e le sedi delle Associazioni cittadine.

A Comerio si trasferì da Milano la famiglia Borghi e con essa quel Giovanni Borghi che in breve tempo diede vita alla Ignis, celeberrima fabbrica di elettrodomestici e sponsor di tante squadre sportive, dalla pallacanestro, al ciclismo, al pugilato.
La storia della Ignis inizia nel 1943, quando Guido Borghi con i figli cominciò a produrre fornelli elettrici a piastra estraibile. Da qui alla fabbricazione di cucine elettriche il passo fu breve. In seguito in un crescendo di esperienze, accumulo di capacità e capitali, l’impresa si ingrandì, si impose in Italia e all’Estero e passò alla produzione di elettrodomestici. Negli anni '70 la Ignis si unì all'olandese Philips, dando vita alla IRE, acquisita nel 1991 dalla Whirpool. Oggi a Comerio ha sede il Centro Operativo Europeo della Whirpool.


Foto di Sara Lucini

Da vedere:

- la CHIESA DI SAN CELSO, dell'XI secolo in stile romanico milanese, faceva parte del complesso più ampio dell’Abbazia di San Celso dipendente dall’omonima chiesa dei benedettini cluniacensi a Milano. I monaci, intorno alla metà del 1500 lasciarono il complesso che, dopo essere stato utilizzato come carcere, nel 1700 venne ceduto a famiglie del luogo risparmiando la sola chiesa. Con decreto n. 2030 del 19 agosto 1922, la chiesa è Monumento Nazionale.

Comerio San Celso
San Celso

- la PARROCCHIALE DEI SANTI IPPOLITO E CASSIANO MARTIRI, risalente al 1100 e più volte rimaneggiata nei secoli successivi. Conserva un antico organo del 1800 della ditta Paolo Chiesa di Milano.

Comerio SS Ippolito e Cassiano

- le GROTTE CARSICHE . Nel territorio di Comerio sono censite 18 cavità naturali. Ricordiamo tra i più noti il Büs del Remeròn, l’Abisso della Scondurava, l’Abisso dei Ghiri e il Büs di Strì. La grotta del Remeròn è senz’altro la più importante per vastità nel sistema carsico del Campo dei Fiori. Ha il suo ingresso a quota 750 metri e scende in vasti ambienti fino a quota 524 m. Nel 2004 l’Ente Parco Campo dei Fiori ha provveduto alla rimessa in sicurezza del primo tratto della discesa nella grotta per visite turistiche fino a 40 metri di profondità sotto l’ingresso.

Comerio Grotta Remeron

Il Lago Bertarelli a quota -165 mt. all'interno della Grotta Remeròn
Foto di Luca Folk

- il PARCO DI VILLA TATTI TALACCHINI, splendido esempio di giardino all'italiana con un magnifico panorama sul lago e le Alpi.


Foto di Delia Ilona Ciocoiu

Comerio
Vista sui laghi
Foto di Franco Casanova

Comerio Villa Tatti Talacchini
Villa Tatti
Foto di Daniela Boito


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia

- Per meglio conoscere Comerio e la sua storia : Comerio. Un poggio a Nord del Lago di Paolo Crosta - adattamento ebook di Luciano Folpini

- Dal 2008 è visitabile la Collezione Zoologica che raccoglie oltre 200 animali, tra tre leoni, un ghepardo, due leopardi, due coccodrilli, un numero sorprendente di erbivori (tra cui l’orice dalle corna a sciabola e l’addax, o antilope dalle corna a vite) ed anche un orso polare e un lupo artico.

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Comerio

 

 


Il Monviso da Comerio
Foto di Cecilia Brughera



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

COMERIO, soggetto anticamente al monastero di s. Celso di Milano. Vuolsi da alcuni che Comerio sia stata la patria di s. Nicò Besozzi. Altri però lo fanno nativo di Barasso, villa a Comerio vicinissima. Nel distretto di Comerio in una piccol valle, vicina al lago detto di Gavirate, si mira l'antichissima chiesa di s. Michele di Volturio, e non lungi della quale si vede un chiostro che esisteva sin dal 1296. Appartenne quel monastero ai canonici Lateranensi di s. Maria della Passione in Milano sino al finire dello scorso secolo, nella quale epoca avvenne la loro soppressione. Era stata eretta la chiesa di s. Michele in Priorato e data ai Lateranensi l'anno 1519 dal pontefice Leone X.