Mulino Macchi

Gallarate Molino Macchi


Noto anche come Mulino di Cajello o Mulino della Rocca, dal nome della roggia Rocca che vi portava le acque del torrente Sorgiorile.

Nel 1736 Francesco Giuseppe Macchi, notaio apostolico, cancelliere della Congregazione degli Interessati Milanesi, aggiungeva ai suoi possedimenti nel gallaratese "1037 pertiche con case da massaro e un mulino poste in parte sia a Caiello sia a Premezzo". Nel 1741 i beni passarono al figlio Giuseppe, notaio in Milano.

"Il mulino, per la scarsità d'acqua era attivo solo pochi mesi all'anno, consentendo solamente un ricavo di 6 moggia di segale, 6 moggia di miglio, 4 moggia di frumento all'anno e due capponi e due pollastri come appendizi annui, per un valore totale di 79 lire 11 soldi 6 denari, facendo così ascendere il valore censuario del mulino a soli 2905 scudi 3 lire 3 ottavi."

Alla sua morte, Giuseppe Macchi nominò erede universale dei suoi beni l'Ospedale Maggiore di Milano.

Gallarate Molino Macchi
Foto di Antonio Cassinotti