L'abitato, sede del Comune di Valganna, è posto nella sella tra il monte
Mondonico e le pendici del monte Val dei Corni. E' costituito dalle frazioni: Campobella, la più antica, posta in alto, con antiche
case dalla tipica architettura in porfido rosso estratto dalle cave del Mondonico; Baraggia, ove sorge la casa detta Porta di Ferro con portale del 1765
sormontato dallo stemma di Giovanni Maria Sforza, commendatario dell'abbazia
di San Gemolo; Casarivo e Mulino.
Poco prima di giungere a Ganna, provenendo da Varese, si incontra la cappella
di San Gemolo, edificata nel luogo ove, secondo la tradizione, trovò
il martirio il santo. L'edificio, edificato con ogni probabilità nel
sec. XIV, fu restaurato una prima volta nel 1665 e ultimamente nel 1959. Da qui, percorrendo un breve sentiero si giunge alla fonte presso la quale, secondo la leggenda, il giovane scudiero dello zio vescovo avrebbe subìto il martirio. Era pratica comune prelevare i "sassi rossi" della fonte - così colorati non già per il sangue del santo, ma piuttosto dalla presenza di porfido rosso nella pozza della sorgente.
La cappella di San Gemolo Foto di Maria Desogos
Fonte di San Gemolo
Superato il lago di Ganna e l'abitato, si raggiunge l'abbazia
di San Gemolo, eretta in onore del santo martirizzato in Valganna con S.
Imerio nel sec. XI.
Foto di Claudio Montagner
Foto di Andrea Ostoni
Poco distante dalla Badia scorre il Margorabbia, lungo le cui rive sorsero due mulini: il Mulino Cerutti e il mulino "del Paul". Il primo, apparteneva alla Congregazione di Carità di Milano e nel 1805 venne dato "a livello" al Sig. Cerutti Rocco. Riamsa attivo sino ai primi anni del 1950, anche se con una sola ruota (in origine aveva tre rodigini) a palette di legno rinforzata con cerchioni di ferro. Il secondo, sorgeva nel pascolo detto "del Molino" e nel 1805 venne dato in enfiteusi a Gio Battista Q.m Pietro, ma già allora necessitava di essere completamente rifatto.
Ganna e il suo lago Foto di Francesco Capoferri
Da vedere:
- il MUSEO DELLA BADIA, con reperti archeologi e una interessante raccolta
di merletti e ricami
- la CHIESA DI SANTA CROCE a Campobella, eretta sul finire del 1600, completamente affrescata, con all'interno pregevoli affreschi attribuiti ad Antonio
Busca e al Ghiandone da Oleggio.
Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia
- Per maggiori informazioni sulla Storia della chiesa e sull'Architettura e gli affreschi di S. Croce in Campobella si vedano gli articoli di Don Mario Frecchiami, Priore di Ganna, e di Gianalberto Ferrari su ww.societastoricavaresina.org fasc. VI pag 135 e segg.
- La cappella di San Gemolo ed il suo restauro - don Mario Frecchiami, Priore di Ganna: ww.societastoricavaresina.org fasc. VI pag 165 e segg.
Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:
GANNA, situata fra monti in una valle, da cui prende il nome. È celebre pel martirio e culto di s. Gemolo. Era egli nipote d'un vescovo oltremontano, e fu qui martirizzato nel 1047 vicino ad un fonte da alcuni ladroni, capo dei quali era un certo Rossi da Uboldo. Fu il di lui corpo sepolto nella chiesa di s. Michele, detta poi di s. Gemolo. Dopo 50 anni tre illustri Milanesi qua si recarono per condurvi vita solitaria. Approvò la loro risoluzione l'arcivescovo Arnolfo, e diede loro la facoltà di abbracciare l'instituto Benedettino secondo la riforma di Clugnì; anzi egli stesso nel medesimo anno dedicò il nascente monastero, esentuandolo colla chiesa dalla giurisdizione del Plebano d'Arcisate. L'arcivescovo Federico Borromeo visitando quella chiesa trovò gli atti di quel martirio in un rozzo scartafaccio scritto poco dopo la morte del santo. Sono stati pubblicati dal conte Giulini. Lo stesso arcivescovo trovò pure sotto l'antico muro dell'altare maggiore tre teste con molte ossa, e persuaso che tra esse vi fosse gran parte del corpo di s. Gemolo, fece il tutto racchiudere in un'urna sotto il muro dalla parte destra del presbiterio, ingiungendo al proposto di Varese di cercarne i documenti per accrescere il culto al santo martire.
La Val-Ganna era soggetta già ai nostri arcivescovi. Nel 1310 v'ebbero delle controversie tra l'arcivescovo Cassone Torriani ed il magno Matteo Visconti, per essersi quest'ultimo usurpati i pedaggi di quella valle appartenenti alla mensa arcivescovile.
Durò il monastero sopraccennato sino ai tempi del cardinale Gio. Angelo Medici (Pio IV) che ne era commendatario. Questi con atto solenne 28 agosto 1556 rinunciò il prioriato di Ganna allo spedale maggiore di Milano, coll'obbligo a questo di distribuire annualmente 200 scudi di limosina per collocare in matrimonio delle figlie povere abitanti nel circondario di tre miglia da MIlano. La chiesa fu unita alla plebania di Varese.