San Gemolo

san Gemolo

 

San Gemolo venne martirizzato in Valganna all'inizio del sec. XI.

Una comitiva d'oltralpe, di cui faceva parte un vescovo in pellegrinaggio verso Roma per visitare i luoghi dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e per rendere omaggio alla persona del Papa, viene derubata a Marchirolo da una banda di ladroni. Il nipote del vescovo, Gemolo, e il suo compagno Imerio rincorrono i ladri e li raggiungono presso una sorgente; Gemolo rivolge loro cortesemente la parola, pregandoli di restituire tutto quello che avevano rubato al vescovo. Come risposta i ladroni chiedono ai due giovani se erano disposti a sostenere il martirio per amore di Dio. Gemolo si dichiara fortunato di potersi sacrificare per proteggere lo zio vescovo e disposto ad accettare qualsiasi patimento gli venga inflitto. Per nulla commossi, i ladroni lo decapitano e feriscono a morte Imerio. Incredibilmente, il corpo di Gemolo tenendosi la testa mozzata con le mani risale a cavallo e ritorna dallo zio vescovo a raccontare l'infelice esito del suo inseguimento.
Lo zio vescovo seppelisce il nipote ai piedi del Monte Mondonico e più tardi fa costruire una chiesetta, dedicata in un primo tempo a S. Michele, patrono dei Longobardi e custode dei cimiteri, e in seguito allo stesso Gemolo, venerato come Beato o Santo.

Nei pressi di questa chiesetta si stabiliscono nel 1095 i tre fondatori del monastero-ospizio della Badia di San Gemolo.

S. Imerio riposa nella chiesetta a lui dedicata a Bosto, un rione di Varese.

Ganna San Gemolo
La cappella di San Gemolo a Ganna

 

Il santo che perse la testa