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Gorla Minore

Gorla Minore Villa Durini
Villa Durini - Sede del Municipio

Gorla Minore sorge su terrazzamenti degradanti verso l'Olona e il suolo, di origine alluvionale, presenta sui ripidi fianchi della valle tracce di conglomerati della prima glaciazione.

Numerosi reperti archeologici testimoniano la presenza romana. Tra i più recenti, nel 1951, sul declivio di un terrazzamento prospiciente l'Olona vennero alla luce, oltre a 25 loculi di cremati, anfore, vasi cinerari, bronzi dell'età degli imperatori Claudio, Traiano e Costantino Pio, lucernette ed oggetti fittili. Nel 1963, durante la posa delle tubature del metanodotto, si scoprirono altre 24 tombe con balsamari, lacrimatoi ed altri recipienti, anelli, chiodi, coltelli, forbici per tosare, raschiatoi, fusarole e monete.

Nel 1650 i territori di Gorla Minore, Prospiano, Gorla Maggiore e Solbiate vennero costituiti in feudo e affidati a monsignor Carlo Giovanni Giacomo Terzaghi, prelato domestico di papa Innocenzo X e canonico della basilica di Santa Maria della Scala, della dinastia dei Terzaghi, che tanta importanza ha avuto nella storia del paese.

Unica risorsa degli abitanti è sempre stata l'agricoltura, tanto che nel paese vi era anche un mulino, quello di S. Antonio. I terreni erano coltivati a segale e a miglio e il pane arrivava da Castellanza. Vi si produceva anche un ottimo vino profumato, cantato anche da Carlo Porta.

Da vedere:

- la CHIESA DI SAN LORENZO, edificata probabilmente nel XIII sec. su una antica cappella dedicati ai Santi martiri diaconi Lorenzo e Vincenzo, venne ampliata nella seconda metà del XVI secolo. Nel secolo scorso è stato modificato tutto l'impianto cinquecentesco della chiesa (che resterà però a navata unica), con la costruzione della facciata, l'arretramento dell'altare maggiore, l'aggiunta del coro e la sostituzione del primitivo soffitto a cassettoni con volta a botte. In quest'occasione furono parzialmente distrutti i portici realizzati nel 1776 e fu incorporato nella facciata il campanile. Mezzo secolo più tardi iniziarono i lavori per la costruzione delle navate laterali, che si conclusero nel 1901. 

Gorla Minore San Lorenzo

- VILLA DURINI, edificata sul finire del 1500 ed acquistata dalla famiglia Durini nel 1600, è oggi sede del Palazzo Comunale e del Museo Civico, che raccoglie testimonianze della vita e della cultura contadina della Valle Olona. Ospita anche la scuola elementare comunale.

- ORATORIO DI SAN MAURIZIO, sorto attorno al 1000 come cappella privata dei Terzaghi. Recentemente sono stati riportati alla luce affiorati alcuni affreschi databili tra il XIII e il XIV secolo. Nel 1599, per volere testamentario di Giovanni Andrea Terzaghi, fu ceduto alla Congregazione degli Oblati, con l'obbligo di farvi risiedere un confratello per la celebrazione quotidiana di una messa. Ampliato e restaurato alla fine del '600, quando venne eretto il bel campanile cuspidato in cotto, nel 1810, dopo l'occupazione francese, fu confiscato insieme a tutte le altre proprietà della Congregazione. Oggi è inserito nel complesso del Collegio Rotondi.

- la CHIESA DEI SANTI NAZARO E CELSO, a Prospiano, antecedente al 1500, ma ritenuta già nel 1566 "antica ma piccola". La vetustà dell'edificio viene riconfermata da Carlo Borromeo nella sua visita pastorale del 1582, ma soltanto verso la metà del '600 il tempio subirà una prima trasformazione che, modificando l'originaria struttura, probabilmente romanica, gli conferirà l'aspetto attuale. Alla metà dell'Ottocento risalgono i fregi in cotto della facciata, il rosone e il bel portale. Nel 1933 al campanile quadrato fu sovrapposta una cuspide.

Gorla Minore SS. Nazaro e Celso


Nel 1961, poichè la chiesa non era più in grado di contenere l'accresciuta popolazione di Prospiano, furono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo edificio, su progetto dell'architetto Enrico Castiglioni. Consacrata nel 1964 con la stessa intitolazione, la chiesa venne considerata da molti uno dei migliori esempi di architettura contemporanea.

- il SANTUARIO DELLA MADONNA DELL'ALBERO, a Prospiano, anticamente indicato come 'chiesa campestre di Santa Maria in Arbore' contiene un ciclo di affreschi attribuiti al frate umiliato Giacomo Lampugnani e risale agli ultimi anni del 1400. Il nome del santuario risalirebbe ad un evento prodigioso accaduto nel 1582, durante la visita pastorale di Carlo Borromeo, al quale sarebbe apparsa la Madonnaincoronata su un albero tra i santi Nazaro e Celso.

Prospiano Madonna dell'albero

- il MUSEO DELLE ARTI E DEI MESTIERI, all'ingresso del paese, raccoglie oggetti della tradizione contadina gorlese

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia

 

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Gorla Minore

 



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

Dopo un miglio s'incontra la parrocchiale di GORLA MINORE fuori dall'abitato con atrio a colonne stato eretto nel 1776. Un viale mette nel paese, in cui merita osservazione il palazzo detto la Magna, antica abitazione della casa Terzaga, che fino dal 1147 era dell'ordine de' capitani. Uberto Terzago fu arciprete di Monza, poi nel 1169 suddiacono del papa, finalmente nostro arcivescovo nel 1195. Gianandrea Terzago lasciò la sua casa e sostanze agli Oblati, perché tre di loro vi celebrassero quotidianamente nel suo oratorio di s. Maurizio, obbligandoli ancora a fare la dottrina cristiana, la scuola per fanciulli del paese, ed a predicare nella parrocchiale le domeniche di quaresima. Sulle rovine dell'abitazione del benefattore fu poi eretto nello scorso secolo un collegio, in cui, oltre la latinità, s'insegnava anche la filosofia. Fiorisce tuttora col moderno sistema ginnasiale, ed è fornito questo collegio di buoni professori. Avvi qui la famiglia Durini attinente al cardinale Durini buon poeta latino.

PROSPIANO Questa piccola terra unitamente a Solbiate, Gorla maggiore e Gorla minore fu feudo con la ragione d'osteria e dazii della casa Terzaga per investitura del 23 giugno 1650. Constava quel feudo di duecento famiglie, o secondo l'espressione di que' tempi, di duecento focolari.