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Induno Olona
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Induno Olona ai piedi del monte Monarco
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Con ogni probabilità Induno (dal celtico in-Duun, fortezza, villaggio cinto da palizzate) esisteva già nel
450 a.C., epoca dei primi insediamenti nella zona di popolazioni
galliche. Come dimostrano i reperti archeologici rinvenuti in località
Pezza, i Romani si insediarono nel territorio soltanto nel primo
secolo a. C. In località San Bernardino è venuta alla
luce una necropoli con tombe a cassetta e corredi provenienti da
Arezzo, monili e monete di Nerva e Vespasiano. In località Vigna Garbina presso i ruderi di torri quadrate, sono state rinvenute
altre tombe a cassetta con monete, anfore vinarie, ceramiche, attrezzi
in ferro.
Per la sua posizione, ai piedi del monte Monarco, all'ingresso della
valle fu crocevia importante per la Valganna e la Valceresio. Proprio
a controllo della strada che proveniva dalla Valganna, venne eretto
in epoca medievale sui resti di una precedente fortezza longobarda
il Castello
di Frascarolo, che nel 1160, durante la lotta fra Milano ed
il Barbarossa, fu occupato dall'arcivescovo milanese Oberto da Pirovano
per assicurarsi, nei confronti della filoimperiale Como, il controllo
della Val Ceresio e della vicina Valganna.
Foto di Francesco Serdoz
Entrato a far parte del
patrimonio dell'abbazia di Ganna, il Castello di Frascarolo venne
ceduto nel 1543 a Giovan Battista Medici di Marignano, che lo trasformò
in palazzo residenziale. Ancor oggi il castello è di proprietà della famiglia dei marchesi Medici.
Nel 1877, nei pressi del fiume Olona, viene fondata la Birreria
Poretti, poi ristrutturata nel 1901 in quello stile liberty
che tanti visitatori attira ancor oggi. Tra il Settecento e l'Ottocento
sorgono numerose ville con vasti parchi: villa Bianchi Porro, oggi
sede del municipio, villa Porro Pirelli, villa Belloni Castiglioni,
villa Tansini.
Villa Bianchi
Foto di Antonella Martinelli
Nel 1927 Induno, con le frazioni Olona e Bregazzana, viene assorbito
dalla vicina Varese per permettergli di diventare capoluogo della
nuova provincia, ma nel 1950 Induno e Olona si staccano e danno
vita al comune autonomo di Induno Olona.
Collezione Eugenio Pigato
Fornace di calce, ai piedi del monte Monarco in località Pezza, la cava era situata poco sotto la vetta del monte.
Da vedere:
- la CHIESA DI SAN PIETRO IN SILVIS, l'antica parrocchiale, edificata su un precedente edificio nel sec. XI, conserva all'interno numerosi affreschi duecenteschi. Sul pavimento interno è stato riprodotto, variando la disposizione delle mattonelle, il perimetro dell'antico edificio ad aula unica, con abside semicircolare. Dichiarato monumento nazionale nel 1912, fu sottoposto a diverse campagne di restauri.
Foto di Mimmo Amerelli
- la CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, edificata probabilmente sui resti di una chiesa più antica tra la fine del XIV e l'inizio del XV sec., accanto allaltare dedicato alla Vergine, conserva una serie di 15 tondi ad olio su rame di scuola del Morazzone, raffigurante i "Misteri del Rosario" simili a quelli conservati nella Basilica di San Vittore a Varese. I disegni preparatori, realizzati dal Morazzone stesso, sono oggi agli Uffizi di Firenze.
È stata oggetto di successivi ampliamenti, l'ultimo realizzato dell'architetto indunese Carlo Maciachini.
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista e a lato il vecchio Municipio
Foto di Antonella Martinelli
- la CHIESA DI SAN GIUSEPPE AL DARDO, eretta nel 1734 come oratorio per la Confraternita del SS Sacramento della vicina chiesa di San Giovanni Battista, inizialmente dedicata ai Santi Giuseppe e Antonio da Padova, conserva le reliquie di San Chiaro e san Paziente oltre a un grande crocifisso del settecento e la statua lignea di San Carlo, trasferita qui negli anni '60 del XX secolo dalla omonima cappella della chiesa di San Giovanni Battista, che fu trasformata in quella del S. Cuore. La chiesa custodisce anche un armadietto con il registro, in legno, con i nomi dei confratelli.
Foto di Antonella Martinelli
- la CHIESA DI SANTA CATERINA ALLA MOTTA, già esistente nel 1565, era utilizzata per comunicare gli infermi e, solo in caso di necessità, per altre celebrazioni. A partire dal 1827 cominciò ad essere usata anche per i consigli comunali e come scuola e nel 1854 come deposito di attrezzature militari, finché nel 1856 il Comune la dichiarò di sua proprietà, in virtù dell'uso fatto. Nella seconda metà del XIX secolo, venne ancora usata per il culto, ma all'inizio del XX secolo fu sconsacrata, ospitò i prigionieri cecoslovacchi della Prima Guerra Mondiale, fu usata come deposito e come abitazione di un merciaio, finché nel 1926 Domenico Tiana (proprietario della vicina villa) si propose di acquistare e ristrutturare l'edificio. I lavori furono completati nel 1931, con un restauro radicale, ma senza modificarne la struttura architettonica, con la sola aggiunta di un ponticello per collegare direttamente la villa al soppalco della chiesa. Infine tra il 1971 ed il 1973 la proprietà della chiesa ritornò alla parrocchia, grazie alla donazione degli eredi Tiana. Ancor oggi è utilizzata saltuariamente. È collegata al centro con 'la scaletta della Motta'.
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Scalinata alla Motta
Foto di Maria Desogos
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- il SANTUARIO DELLA MADONNA DI SAN BERNARDINO, edificato su un primitivo oratorio dedicato alla Vergine, di cui san Bernardino era devotissimo, sorge sul colle alle spalle del nucleo antico. Oggetto del culto e devozione è l’affresco cinquecentesco che rappresenta la Madonna in trono col Bambino e due angeli che sorreggono la corona. Purtroppo ripetuti interventi di restauro non sempre adeguati hanno rovinato gli affreschi della chiesa. All'esterno, lungo al via che conduce al sagrato della chiesa, sono le edicole di una Via Crucis.
Foto di Antonella Martinelli
- la CHIESA DEI SANTI RE MAGI, in frazione Olona, è una delle rare chiese (solo 6 in Italia e 2 in Germania) dedicate ai saggi d'Oriente,di cui conserva alcune reliquie, provenienti dalla chiesa milanese di S. Eustorgio. Edificata per volere sopratutto di Giacomo Antonio Bernasconi e dei suoi fratelli, su un terreno già donato dalla stessa numerosa famiglia e con il concorso economico di tutti i residenti, venne inaugurata il 16 febbraio 1746. Nel 1751 ci fu la visita del cardinale Pozzobonelli che la descrisse e testimoniò la presenza di una teca con alcune reliquie dei Magi. Nel 1963 se ne aggiunsero altre, donate dalla curia milanese.
- la TORRE PEZZA, al confine con Arcisate, alle pendici del Monarco, è ciò che resta di una torre medioevale in pietre disposte a file regolari e dalla pianta rettangolare. Risalente al 1100, periodo delle lotte tra Milano e l'Impero che interessarono questa zona del Seprio, è molto probabile che essa fosse collegata a Frascarolo e agli altri apprestamenti difensivi della Valceresio (come ad esempio, la torre di Pogliana a Bisuschio e il castello di Cuasso al Monte).
Foto di Antonio Kawasaki
- il rione OLONA, con le antiche corti e le pareti delle case affrescate
Foto di Eugenio Pigato
- il MUSEO INSUBRICO DI STORIA NATURALE che vanta una pregevole raccolta di minerali e di fossili.
Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia
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- All’interno del Poliparco “Le Rivette” si può ammirare il Roseto della Pace con oltre mille varietà diverse di rose provenienti da tutto il mondo. Dal 1913 ogni anno si tiene la Festa delle rose
e nel 2016 nel giardino hanno trovato posto le sei statue del ciclo “Il popolo del cibo” di Expo.
- Luigi Ganna: vincitore del 1° Giro d'Italia
- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune
notizie storiche sul comune di Induno Olona
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Scorci di Induno Olona - Foto di Roberto Garoscio
Il Giardino delle Rose
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Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:
INDUNO Era già un castello dove nel 1160 l'arcivescovo Oberto collocò alcuni soldati per far fronte alla forza sepriese. Si vedono ancora gli avanzi
del castello nella torre assai ampia, compresa nel palazzo della casa Medici, che villeggiava sul colle detto Fraschirolo: piaceva quel luogo al
cardinal Medici, che fu poi pontefice romano col nome di Pio IV. Era zio materno di s. Carlo.
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