Lavena
Ponte Tresa


Foto di Laura Olivas


Il comune è costituito dai due centri di Lavena e Ponte Tresa ormai fusi in un unico abitato. Qui il Ceresio crea una conca, tranquilla e isolata prima di far defluire le sue acque nel Tresa che le porterà al lago Maggiore.


Foto di Laura Olivas


Foto di Laura Olivas

Lavena è la parte antica del Comune. Qui sorse il primo villaggio su palafitte lungo tutto il canale, oggi più noto come "stretto", abitato da popolazioni ibero-liguri e soprattutto celtiche, come dimostrano i ritrovamenti e gli scavi eseguiti sotto il livello delle acque. Sin dall’età del bronzo (450 d.C. ca.) Lavena fu importante centro di smistamento lacustre.

Il nome, interpretato in chiave latina (vena) è certamente di origine preceltica, quindi anteriore al X secolo a.C.. "Ven", "uen", "uin" , "inn" preceduti da articoli tardo latini, sta’ per "acqua" o meglio "canale d’acqua".

Il nome di Lavena compare per la prima volta nel falso "preacetum" di re Liutprando del 2 Aprile 712 (redatto però tra il 1036 e il 1050 su documenti autentici) in cui si cita il monastero di S. Pietro in Ciel d’Oro di Pavia come proprietario di beni siti in Lavena.
Durante la guerra decennale tra Como e Milano (1118-1127) Lavena viene incendiata dai comaschi che assaltano il castello e distruggono la flotta (1122).

L'attuale centro storico è composto da due nuclei ben distinti: Castello di origine medievale databile al sec. XII con le sue case dai porteli rinascimentali e le facciate sei-settecentesche e Villa fomatosi a partire dalla prima metà del ‘700.

La vecchia parrocchiale dedicata ai santi Pietro e Paolo è stata abbattuta nel 1960 e di essa è rimasto solo il campanile che svetta sul lungolago e sul porticciolo di Lavena. Ora le funzioni religiose si svolgono nella chiesa sussidiaria di S. Maria della Porta realizzata negli anni 1660-1670 e così chiamata in quanto sita sull’antica porta del paese. All’interno, un affresco strappato, proveniente dalla parrocchiale, di scuola tardo luinesca (1600-1625) che riproduce il Battesimo di Cristo, un altare della fine del ‘700, una statua lignea raffigurante la Madonna, del ‘600; in sagrestia due affreschi (S. Carlo davanti alla Vergine e Angeli) di scuola popolare barocca, datati 19 settembre 1699; nella cappella di S. Carlo un altro affresco di fattura popolare rappresentante S. Carlo e S. Giuseppe.

Nel 1927, con la sua annessione alla neonata Provincia di Varese, il Comune, sino ad allora Lavena Valtravaglia, assunse la denominazione di Lavena Ponte Tresa.


Foto di Graziano Zampieri

Ponte Tresa è stato fin da epoca romana un luogo di strategica importanza. Da qui passava la strada che, insieme alla via Regina, metteva in comunicazione con Coira e Costanza, come pure la strada che attraverso il Seprio, Varese, Ganna collegava Milano ai passi del Gottardo, Lucomagno e San Bernardino.

Il guado della Tresa è menzionato per la prima volta da Gregorio di Tours (544-596) nella Historia Francorum, mentre di un ponte (probabilmente in legno) sul Tresa, si fa menzione in un documento privato siglato a Lugano nell’anno 875, ove si narra di due fratelli "de Ponte Tretia". Circa sei secoli più tardi, nel 1412, il ponte è detto essere lungo 107 braccia, circa 70 metri, e gravato di pedaggio.

Anche a Ponte Tresa esisteva un castello, detto di San Martino, munito di torre e cisterna e ubicato di là dal fiume sul monte Rocchetta, oggi in territorio elvetico.

Pur essendo il toponimo legato alla costruzione di un ponte di legno per attraversare il fiume (VIII-IX sec.), Ponte Tresa prende la sua configurazione di comunità attiva solo dopo la costruzione del ponte del 1846.


Il 'ponte' del valico doganale

Nel 1512 il Canton Ticino entra a far parte della Svizzera: da allora il fiume segna il confine di Stato e il paese di Ponte Tresa, diviso tra due nazioni, diventa posto di frontiera. Nel 1846 venne costruito un nuovo ponte in muratura, durato fina al 1963, quando fu sostituito dall’attuale.

Nel 1915 Ponte Tresa fu raggiunta dalla tramvia che partiva da Varese e che rimase operativa fino al 1954. La stazione è ancora oggi visibile sul lungolago.

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


- La "Festa Grande» della Madonna della Porta, si festeggia una volta ogni cinque anni. Dal 2 al 6 febbraio, l’effige lignea della Madonna della Porta, solitamente custodita nell’omonima chiesa, viene tolta dalla nicchia sopra l’altare, e portata in processione per le vie del paese. Per l’occasione, Lavena viene ornata da archi, porte, cappelle, grotte, fontane o altarini realizzati dagli stessi abitanti del paese, e decorati da colorati fiori di carta. Le origini di questo antico culto risalgono probabilmente al 1567, quando la Madonna della Porta, secondo la leggenda, salvò i lavenesi dalla peste, poi dalla carestia del 1570. La statua, custodita proprio accanto all’unica porta della città, era vista dagli abitanti come una guardiana in grado di proteggere il paese dai mali che lo circondavano.

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Lavena Ponte Tresa

 

Lavena Ponte Tresa
Foto di Danielene Bella


Foto di Roberto Garoscio


Foto di Antonella Martinelli