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E' situato alle pendici dei Monti Orsa, Sant'Elia e del Poncione d'Arzo e si caratterizza come una lingua di terreno che rientra nel territorio elvetico. Il nome potrebbe derivare
dal latino "saltus", bosco, e starebbe a indicare un paese
tra i boschi.
Pur mancando notizie certe, si può ritenere fosse abitato,
come i vicini Stabio, Ligornetto, Viggiù, Arcisate, in epoca
romana. Ipotesi suffragata dal fatto che le mura romane di Milano
(databili attorno al 30 a.C.) erano rivestite di pietra di Saltrio,
una pietra calcarea di colore grigio-cenere, di grana compatta il
cui impiego perdurò per tutto il medioevo per la costruzione
di colonne, portali, murature.
Come gli altri comuni della Valceresio, nel medioevo appartenne
alla pieve di Arcisate, da cui si staccò dal 1517 al 1876
per far parte della pieve di Riva San Vitale, in Svizzera, e passare
in seguito alle dipendenze del Vicariato Foraneo di Uggiate, in
provincia di Como. Nel
1982 si staccò definitivamente dal comasco ed entrò a far parte della
Diocesi Ambrosiana.
Per tutto il medioevo il paese gravitò attorno alla ricca
pianura del Mendrisiotto, nelle terre dell'attuale Canton Ticino,
e solo nel 1526 con la definizione dei confini tra Svizzera e Italia,
ritornerà con Clivio sotto il Ducato di Milano. Nella Repubblica Cisalpina (1797) Saltrio è
aggregato al Dipartimento del Verbano con
capoluogo Varese, successivamente al
Dipartimento dell’Olona con capoluogo Milano.
Nel Regno Italico (1805) Saltrio perse
l’autonomia comunale, fu unito a Viggiù e Clivio
nel Dipartimento del Lario con capoluogo
Como.
Alla caduta di Napoleone, nel Regno
Lombardo-Veneto (1815), Saltrio fu incorporato
nella provincia di Como, dove rimase anche
durante il Regno d’Italia fino al 1927. Da allora
passò nell’appena eretta provincia di Varese,
all’interno del comune di Viggiù ed Uniti,
insieme agli abitanti di Viggiù e Clivio.
Dal 1953 è comune autonomo.
Nel 1996 nella cava Salnova in località Monte Oro vennero ritrovate le prime ossa di
quello che è il primo grande dinosauro carnivoro italiano:
il Saltriosauro.
Da vedere:
- la CHIESA DI SAN GIORGIO, citata nel 1517 in occasione della elevazione a parrocchia della chiesa dei SS Gervaso e Protaso, è collocata su
una piccola altura a nord, da cui si dominano l'abitato di Saltrio
e le cave di pietra. Sul lato sinistro vi è la cappella denominata "Della Madonna di Loreto", sul cui frontale da tempo immemorabile si trovano dipinte la Madonna di Loreto con la Santa Casa. Pressoché distrutta nel 1846 da un violentissimo temporale che abbattè il campanile e l'ala est, venne restaurata e consacrata nel 1851.
Nel 1917, vennero realizzate fortificazioni (la Linea Cadorna) lungo tutto il confine italo-svizzero per un tratto di circa 200 chilometri in quanto si temeva l'invasione della Svizzera neutrale da parte delle truppe austriache. Anche il colle San Giorgio, e quindi la chiesa di Saltrio, vennero fortificati: lungo tutto il perimetro del colle vennero tracciati camminamenti e postazioni, mentre sotto la chiesa si crearono quattro gallerie convergenti al centro.
- la PARROCCHIALE DEI SANTI GERVASIO E PROTASIO con all'interno la "Pietà", scultura di Pompeo Marchesi. La curia di Saltrio godeva del privilegio di elezione del parroco da parte dei capifamiglia, privilegio che fu mantenuto fino al 1941, anche se limitato a una scelta nell’ambito di una terna proposta dal vescovo. Dopo il censimento austriaco del 1816 furono ammessi al voto non solo i capifamiglia residenti, ma anche gli estimati non residenti.
Foto di Alfio Colombo
- la CAPPELLA DELLA SS. TRINITA' perchè al suo interno custodisce una statua, realizzata agli inizi del '500, opera di un maestro non meglio identificato, ma appartenente ai "Giudici", una delle più illustri casate saltriesi, che per vari secoli fu protagonista dell'attività estrattiva della nostra pietra.
Il Padre Eterno, mostra una folta barba, tiene lo sguardo verso l'alto, il capo è interamente coperto dalla capigliatura, dalle spalle scende il manto che copre parzialmente il corpo con delle pieghettature convergenti al centro, e si intravedono solo le estremità delle dita. Al centro del corpo è scolpita la Croce con Gesù Crocifisso, che tiene il capo inclinato, sulla parte superiore della croce è posata la colomba, infine ai lati degli avvolgimenti che si possono definire delle nubi che circondano il Padre Eterno in cielo.
Sull'arco d'ingresso, al centro, è collocato in un tondo il simbolo della SS. Trinità "Le tre dita" in pietra di Saltrio.
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Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia
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- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune
notizie storiche sul comune di Saltrio
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L'alzata dei gradini della parrocchiale
Foto di Alfio Colombo
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