Il Saltriosauro

saltriosauro

Era un feroce predatore che visse in Lombardia ben 200 milioni di anni fa; otto metri di lunghezza, una tonnellata e mezza di peso, un cranio di settanta centimetri armato di denti aguzzi come pugnali e arti inferiori muniti di tre possenti dita artigliate ne facevano una terribile macchina da guerra, assai simile agli allosauri nordamericani.

I resti del primo grande dinosauro carnivoro italiano sono venuti alla luce nel 1996 nella Cava Salnova di Saltrio in località Monte Oro. Di lui purtroppo sono rimaste poche ossa, ma sufficienti a dimostrare che questa descrizione non è frutto di fantasia. Questo dinosauro rappresenta una specie nuova per la scienza, cui è stato dato il nome di Saltriosauro.

La scoperta è molto importante anche perché l'esemplare proviene da rocce piuttosto antiche, risalenti al Sinemuriano (l'inizio del Giurassico inferiore), un'epoca in cui, tra i dinosauri carnivori, si credeva esistessero soltanto animali più primitivi chiamati ceratosauri. Dopo il piccolo Scipionyx trovato a Pietraroia (Benevento) e dopo gli adrosauri del Villaggio del Pescatore (Trieste), il Saltriosauro rappresenta in assoluto il terzo genere di dinosauro di cui siano stati trovati resti scheletrici nel nostro paese ed è per ora il primo e unico dinosauro lombardo.


LA LOMBARDIA NEL GIURASSICO

La carcassa del Saltriosauro fu trasportata in acqua dopo la morte dell'animale e si fossilizzò nelle sabbie di un basso fondale marino, non lontano dalla terraferma. Infatti le rocce calcaree che costituiscono la Formazione di Saltrio sono composte in gran parte da scheletri frantumati di echinodermi (ricci, stelle e gigli di mare) e perciò sono note ai geologi con il nome di encriniti. La fauna fossile contenuta è comunque assai più ricca: sono note oltre cento specie di invertebrati marini (ammoniti, nautili, calamari, gasteropodi, bivalvi, brachiopodi, briozoi). Tutte le ammoniti appartengono a specie tipiche (fossili-guida) del piano Sinemuriano e hanno quindi permesso una datazione sicura al Giurassico inferiore (200 milioni di anni fa).
Le tracce fossili di grandi conifere primitive, chiamate araucarie, confermano che all'inizio del Giurassico, in un'area geografica corrispondente a gran parte del Varesotto e del Luganese, esistevano delle terre emerse che si affacciavano sul mare con litorali bassi e frastagliati. Una lingua di terra la cui estensione è ancora sconosciuta, delimitata ad ovest e ad est da due piccoli golfi del vasto oceano chiamato Tetide (che si apriva a sud-est).
Fino a pochi anni fa, l'immagine più comune di questo antico ambiente, ricavata dai soli studi geologici, era quella di un paesaggio marino nel quale erano immerse piccole isole simili agli odierni atolli tropicali. Ma un dinosauro carnivoro di otto metri non può accontentarsi di un'isoletta: la scoperta del Saltriosauro indica che vi erano aree continentali ben più vaste di quanto si pensasse.
Allo stato attuale delle conoscenza è difficile sapere se le terre emerse nel nord della Lombardia fossero collegate alle piattaforme, ad esse contemporanee, che affiorano nei dintorni di Rovereto, dove in località Lavini di Marco esiste un vasto giacimento di impronte di dinosauri. E' però assai probabile che parenti del Saltriosauro abbiano camminato anche là, e che tra le prede del dinosauro lombardo ci fossero dinosauri vegetariani (sauropodi e ornitopodi) analoghi a quelli che passeggiavano sulla piattaforma trentina.