Taino

Taino
Panorama da Taino
Foto di Lory MonteRosa

Situato ai piedi del Monte la Croce (352 m.), nell'entroterra tra Sesto Calende e Angera, offre una splendida la vista sul lago Maggiore. Dal piazzale della parrocchiale dedicata a S. Stefano, il 'dumin', e dal vicino parco pubblico comunale 'Taino per la pace' progettato da Giò Pomodoro, lo sguardo spazia da Sesto Calende a Verbania, alle isole Borromee, al massiccio del Monte Rosa.

In frazione Cheglio sono stati rinvenuti fossili di animali del Pliocene inferiore, selci e fondi di capanna. Una lapide sepolcrale paleocristiana datata 549 con il nome di un fanciullo, Stefano, è stata ritrovata nel 1966 nei pressi della parrocchiale, che presenta nella lunetta del portale d'ingresso un bel mosaico opera dei Salviati di Venezia del 1883, raffigurante S. Stefano Protomartire.

La vicinanza con Angera, che dal I al III sec. d.C. fu il più importante centro portuale e di transito del basso Verbano, porta a supporre che anche in territorio di Taino vi fossero degli insediamenti romani. Questa ipotesi è suffragata dal ritrovamento nelle località di San Damiano a Cheglio e ai Ronchi di due sarcofaghi romani di una certa importanza di cui uno, lavorato a fregi e proveniente da SanDamiano, funge ora da bacino alla fontana situata al bivio tra Taino e Cheglio, e l'altro è oggi utilizzato come fioriera alla cascina Amelia.


Taino

La fontana al bivio per Cheglio, la cui vasca è un sarcofago romano

Un terzo sarcofago, simile a quello usato come bacino della fontana, senza però iscrizioni o fregi, è posto nei pressi delle stalle del Palazzo ex-Serbelloni-Corti. Lì vi è anche un coperchio con le lettere D e M che significano "dedicato agli Dei (Diis) Mani (Manibus)", divinità domestiche a cui i romani affidavano le anime dei defunti. Un altro coperchio proveniente da Cheglio si trova nel giardino di villa Rigamonti.

Curiosamente, non si sono eseguiti scavi archeologici e non si è pensato di conservare in luoghi più consoni questi reperti.

Nel medioevo Taino faceva parte della Pieve di Angera ed era proprietà della Mensa Arcivescovile di Milano.

Nel 1572, dopo una lunga cotroversia, Taino passò in via enfiteutica alla famiglia Serbelloni duchi di San Gabrio, che mantenne i suoi possedimenti sino agli inizi del 1900, quando, per mancanza di eredi, la proprietà venne smembrata e l'antico castello, trasformato dapprima in grande cascina con stalle e magazzini e poi in una veria e propria villa signorile, passò al marchese Gaspare Corti di Santo Stefano Belbo. Negli anni '30 fu teatro di spettacolari cacce alla volpe da parte dei cavalieri della Società milanese della Caccia a Cavallo. Nel 1970 venne acquistato da una società immobiliare. Ritenuto edificio di rilevanza storica e quindi sottoposto a tutela.

Taino
Viale dei Carpini
Foto di Mirko Forza

Dalla piazza di Taino, percorrendo il Viale dei Carpini, si giunge all'ingresso di Villa marchese Corti, risultato della trasformazione dell'antico castello in "casa da nobile con giardino annesso". Nei pressi dell'ingresso, la "giascera dal Marches" (ghiacciaia del marchese) e la chiesetta di Santa Maria Nascente.

 


La ghiacciaia

 

Taino
Chiesetta di Santa Maria Nascente

Nel 1907, l’ingegner Ottorino Magnani decise di acquistare un appezzamento di terreno in località Campaccio, per costruirvi una fabbrica per la produzione di polvere esplosiva. Solo dopo due anni Magnani la fabbrica venne ceduta alla società francese Davey Bickford & Dmitia. Nel 1914 iniziò la vera e propria produzione di micce rapide, micce lente, micce detonanti, munizioni di diverso calibro e proiettili antiaereo e anticarro.
La Polveriera di Taino registrò la sua massima espansione nel periodo bellico (1915-1945) tanto da essere presidiata nel 1943 dalle truppe tedesche. Nel 1935 uno scoppio devastò il capannone degli imballaggi: vi furono 35 vittime, 3 uomini e 32 donne.
Nel dopoguerra la fabbrica continua a produrre mine, lavorando per il traforo del Monte Bianco. Nel 1952 viene acquistata dalla Montecatini Divenuta Montedison, la fabbrica chiuse i battenti nel 1972.
Acquistata alcuni decenni orsono dal Comune di Taino che aveva in progetto di costruirvi un villaggio turistico,dal 2004 l'intera area è sottoposta a vincolo conservativo dalla Soprintendeza dei beni culturali.

Da vedere:

- la PARROCCHIALE DI SANTO STEFANO PROTOMARTIRE si eleva al centro di un vasto piazzale, aperto a ovest verso una veduta amplissima del lago Maggiore e delle Alpi, centrata dal profilo della rocca di Angera e, di là dal braccio di lago, di quanto rimane del fortilizio gemello che sorgeva sopra Arona, dove nacque san Carlo Borromeo. L'edificio è frutto di una ricostruzione integrale avviata nel 1873 a discapito di una chiesa medievale, e forse di ancora più antica origine di cui si è mantenuta la torre campanaria in sasso.

L'antichità del luogo è testimoniata da una lapide paleocristiana (V-VI sec.) che ricorda la breve vita di un fanciullo, "servo di Cristo", morto in giovane età, recuperata durante lavori sul sagrato della chiesa e oggi conservata all'interno del tempio, e il mosaico territoriale delle pievi del basso Verbano, datato dagli studi attorno a poco dopo la metà del primo millennio. La chiesa medievale di Taino fu demolita (salvo il muro settentrionale della navata) nell'autunno 1873, quando si diede mano a un progetto redatto sin dal 1871 (prima variante) dall'ing. Achille Cavallini di Milano. Il piano, grandioso, poté essere attuato grazie alla generosità della contessa Maria Serbelloni, vedova Crivelli, che non solo donò il terreno necessario all'ampliamento ma contribuì al suo completamento.

 

- la CHIESA DI SANT'EUROSIA è stata edificata al margine orientale di Taino, all'incrocio delle principali strade interne all'abitato. Nel catasto teresiano del 1722 è documentata l'esistenza di una piccola cappella all'ingresso occidentale dell'abitato. L'edificio, però, doveva esistere da più tempo addietro, almeno dal secolo precedente, quando in ambiente rurale era molto diffuso il culto a Sant'Eurosia.

L'edificio fu radicalmente ricostruito nel 1853 per voto del conte Giuseppe Marco Serbelloni e in memoria della figlia Amalia, morta a Taino nel 1839. La prima pietra fu posata il 5 maggio di quell'anno e, nel volgere di breve tempo, la chiesa fu portata alle eleganti forme attuali.

Restaurata più volte negli anni seguenti, presenta all'interno un campionario di culti molto sentiti in ambienti rurali e all’origine del luogo sacro. Al centro è raffigurato il martirio di sant’Eurosia, la cui devozione, sul Verbano, è rara e distribuita in una manciata di altri edifici tra Sesto Calende (Cocquo) e Cannero; a sinistra compare un sant’Antonio abate, a destra san Sebastiano.

Gli affreschi, recentemente recuperati (2012), sembrano riferibili alla bottega che, in quegli anni (1854-1855), era impegnata nel più complesso ciclo che riveste le pareti e la volta della cappella dell’Immacolata (o di sant’Anna) a Ispra.

Taino
Edicola di Santa Eurosia protettrice dei frutti della Terra
Foto di Arturo Sozzi


- il PARCO DELLA PACE dedicato dal Comune a tutti i suoi Caduti, è stato realizzato tra il 1981 e il 1991 e progettato da Giò Pomodoro.
Dall'ampio piazzale posto di fronte al cimitero, una scalinata porta nel cuore del parco, verso il "Luogo dei quattro punti cardinali", realizzato dall'artista.

L'opera, in granito bianco, grigio e rosa, acqua e ferro, celebra il solstizio d’estate. Essa ha al centro l’alto pilastro-gnomone (8,64 m dal piano di calpestio), che, proprio alla data del 21 giugno a mezzogiorno, cattura attraverso una fessura tagliata al suo interno e segnalata in marmo nero sulla superficie, i raggi del sole e li proietta sul pilastro caduto, nel punto indicato su di una tacca. In quel giorno il sole, che si trova sull’allineamento nord-sud dietro al pilastro, oscura con l’ombra di quest'ultimo il monolite orizzontale dal puntale piramidale in bronzo, tranne che per una porzione scavata nella tacca che resta illuminata per breve tempo, segnalando il solstizio d’estate.
Il pilastro-gnomone, segno del sole e dello scorrere del tempo, è dedicato ad Apollo, dio classico del sole, che aveva un grande santuario a Delfi, in Grecia, e porta inciso su una faccia il profilo di un delfino, animale sacro al Dio.
L’ombra del pilastro indica inoltre altri riferimenti astronomici: il solstizio d’inverno, gli equinozi e le date in cui due stelle di prima grandezza, Deneb e Capella, si trovano a mezzanotte sullo zenit di Taino (12 dicembre e 1 agosto).

Taino
Foto di Maurizio Povoleri

Il parco è un grande spazio verde al centro del paese proteso verso il lago Maggiore ed il Monte Rosa, che incanta il visitatore per il suo unico e suggestivo panorama.

Taino Parco Comunale

- a Cheglio, la CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, In occasione della visita di un delegato arcivescovile nel 1581 si invitata "li huomini et [la] Comunità" a "far finire quanto prima la cappella abasso già principiata". L'edificio "abasso", nel centro dell'abitato, in un complesso di corti rurali, sostituiva l'antico di cui l'abitato era dotato forse già dalla fine del X sec.: collocato sul monte sovrastante il borgo, la chiesetta era dedicata ai santi Cosma e Damiano ed era di proprietà privata, come ancora è oggi. Da questo oratorio “sopra la collina” il delegato ordinava che fosse trasferita al più presto la messa quotidiana e, se occorreva, anche le “materie” occorrenti per la costruzione.

L'oratorio venne completato solo nel 1619. Tra il 1901 e il 1906 venne costruito il campanile - probabilmente utilizzando il fusto di una precedente torre per le campane. Nonostante le forti preoccupazioni sollevate nel 1916 dal Cardinal Ferrari e nel 1941 dal Cardinal Schuster in merito allo stato di conservazione dell'edificio, i restauri iniziarono solo nel 1965 e portarono, tra l'altro, al recupero della bella scalinata in ciottoli, al centro del sagrato. Nel 1997 fu qui trasportato l'antico altare dell'oratorio di San Damiano.

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


- Nel palazzo municipale “Il Luogo della Memoria”, con pannelli con la storia del paese e la sua vita nei secoli.

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Taino


Passeggiando per Taino - Foto di Arturo Sozzi

Taino

Taino

Taino

Taino

Taino
... il camposanto



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

TAJNO, terra dipendente dalla casa Serbellona, ha sotto di se Caprono, antica corte di Angilberga, vedova del re Ludovico II. Questa regina, che si era ritirata nel chiostro di santa Giulia di Brescia, fece nell'877 il suo testamento, con cui lasciò la corte e tutti i beni di Caprono ad un monastero da lei fabbricato nella città di Piacenza.