Santa Maria del Monte (Sacro Monte di Varese)

Santa Maria del Monte è un piccolo borgo che si erge a 883 mt. immediatamente a nord di Varese, nel Parco Regionale Campo dei Fiori.


Foto di Marino Foina

Di antica origine, è praticamente tutt'uno con il santuario, detto anch'esso di Santa Maria del Monte, che costituisce l'ultima delle 15 cappelle del rosario della Via Sacra del Sacro Monte. In età medievale, le prime abitazioni sorsero per ospitare coloro che lavoravano nel santuario e coloro che, in vario modo, erano coinvolti nell’accoglienza dei pellegrini.

Ricco di storia e particolarmente affascinante per gli scorci paesaggistici, è il cunicolo che dall’ultimo tratto della via delle cappelle, poco sotto il campanile, percorre sotterraneo la casa parrocchiale e altri locali accessori del santuario, sbucando nella Piazzetta Monastero su cui si affacciano il monastero, il santuario e il Museo Baroffio e del Santuario.

Amministrativamente, il borgo fu Comune autonomo sino al 1927 quando venne aggregato al Comune di Varese.

Il piccolo abitato di Santa Maria del Monte, visibile da gran parte della provincia, è una delle mete preferite di turisti e varesini, che qui salgono non solo per compiere un percorso devozionale ma anche per ammirare lo splendido panorama, che nelle giornate più limpide spazia dalla catena montuosa delle Alpi alla pianura padana, dai laghi di Varese, Comabbio, Monate, Maggiore ai profili di Milano, Novara, Vercelli e finanche la parte più alta di Torino.

Via Sacra

 

 

Il percorso della Via Sacra
(per visualizzare le cappelle, fare clic sul numero)

Già sede in epoca romana di una torre di avvistamento, tuttora esistente nell'area di clausura delle Romite Ambrosiane, il fortilizio di Santa Maria del Monte perse la sua funzione prettamente militare allorché nel Novembre 389 Sant'Ambrogio vi eresse un altare dedicato alla Vergine Maria, cui attribuiva la sua vittoria sugli ariani, trincerati sul monte di Velate. Secondo la tradizione, fu proprio Sant'Ambrogio a donare la statua della Madonna Nera al piccolo oratorio.

La statua originale, privata dei sontuosi abiti che oggi l'adornano e che ne nascondono le fattezze...

Nel XV sec. Santa Maria del Monte veniva descritto come un luogo selvaggio, meta di eremiti in cerca di vita solitaria e di penitenza. Tant'è che verso la metà del XV sec. vi si ritirarono a vivere le beate Caterina da Pallanza e Giuliana da Verghera, che con altre pie donne diedero vita al monastero delle Romite, tuttora esistente.

La folla di pellegrini che si recavano a onorare la Madonna Nera (tra cui San Carlo Borromeo) divenne talmente numerosa che per agevolarne l'ascesa al Santuario nel 1570 il padre cappuccino Giovan Battista Aguggiari pensò di realizzare un grande viale con 14 cappelle dedicate ai misteri del S. Rosario.

Nacque così la via Sacra del Rosario. In ogni cappella, vere e proprie piccole chiese, tutte diverse, erette su progetto dell'architetto varesino Giuseppe Bernascone è raffigurato con statue policrome a grandezza naturale uno dei misteri del S. Rosario e l'ultima, la quindicesima, è lo stesso Santuario dove si venera l'antica immagine della Madonna.

I lavori per la costruzione del Viale delle Cappelle iniziarono nel novembre del 1604, ma la Fabbrica del Santissimo Rosario fu ufficialmente inaugurata il 25 marzo 1605. I
gruppi scultorei in terracotta policroma, sono stati realizzati da Francesco Silva, cui sono attribuite le sculture di ben dieci cappelle, Dionigi Bussola, Cristoforo e Marco Antonio Prestinari, Martino Retti, Carlo Antonio Buono. Gli affreschi, che hanno la funzione di ambientare le scene, furono eseguiti da pittori quali Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone (VII cappella, 1609), Giovan Paolo Ghianda (II cappella, 1624), Giovan Francesco e Giovan Battista Lampugnani (XII cappella, 1633), Giovan Battista e Giovan Paolo Recchi (VIII cappella, 1648; IX cappella, 1654), Carlo Francesco Nuvolone (III cappella, 1658; V cappella, 1650-52), Giovanni Ghisolfi (IV cappella, 1662), Antonio Busca (X cappella, 1668-71), Stefano Maria Legnani (XIV cappella, 1710 circa).

La via Sacra, una larga carreggiata acciottolata e fiancheggiata da muretti, si inerpica sulla costa della montagna per circa 2,2 km salendo dai 585 m. della prima cappella agli 880 m. del santuario. Via via che si sale, si snodano i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi del Rosario, separati tra loro da archi e fonti per dissetare i pellegrini. La distanza tra una cappella e la successiva è tale da consentire la recita delle dieci Ave Maria di ciascun mistero del Rosario.

Nel 2003 l 'UNESCO ha iscritto il Sito "Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia" nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Sacro Monte di Varese - un po' di storia

Come si saliva un tempo al Sacro Monte

 


Sacro Monte visto dal monte Tre Croci
Foto di Claudio Montagner


Sacro Monte "by night"
Foto di Sergio Aresi


Luci nella notte
Dal terrazzo del Mosè al Sacro Monte
Foto di Rino Callegaro


Foto di Piona Annalisa

 


Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

SACRO MONTE DI VARESE

Scrissero di questo Sacro Monte il Bizzozzero, il Tettamanzi, il Sormani, ed ultimamente il Ghirlanda, i quali qui ammettono nelle età romane una fortissima rocca che fu poi custodita fino al 1197. L'origine della chiesa si attribuisce a s. Ambrogio, quassù recatosi, secondo la tradizione popolare, a ringraziare Dio per la sconfitta che ebbero gli Arriani, perturbatori della pubblic atranquillità. Vuolsi che il detto santo, con altri vescovi, consacrasse l'altare che ora sta sotto la moderna tribuna, e vi collocasse, oltre tre spine della corona di Cristo, anche la statia di Maria. Certamente fu questa una chiesa delle più insigni, officiata sino dal secolo X da una collegiata con arciprete mitarto, che si assumeva dal capitolo plebano di Varese. Barnabò Visconti, signore di Milano, nel 1371 vi dotò una cappellania, ed altra nel 1412 il duca Filippo Maria Visconti. Quest'ultimo trovandosi in Varese segnò il 19 ottobre dello stesso anno 1412 una piena e perpetua esenzione d'ogni gravezza reale e personale a quella chiesa, ed ai sacerdoti che la officiavano, unitamente ad undici povere famiglie colassù stabilite. Il duca Francesco I Sforza dal campo presso Castiglione, mentre agognava il possesso di Milano, confermò il privilegio di Filippo Maria. Finalmente Ludovico il Moro sotto l'undici di ottobre dell'anno 1498 estese a tutti gli abitanti del Sacro Monte le ducali concessioni.
Fu quella arcipretura occupata da illustri personaggi, come fra gli altri da Pietro Bussero, canonico ordinario della metropolitana, postovi da s. Galdino; da Bernardo Landriano, promosso poi nel 1420 al vescovado di Como, dove è venerato come beato. Nel 1502 l'arciprete Porro cedette i beni per l'erezione del monastero, e Leone X nel 1517 sostituì all'arcipretura il vicario per la cura delle anime.
La fondatrice del monastero fu la beata Caterina di Palanza, che colla beta Giuliana e tre altre compagne fece la solenne professione ai 10 d'agosto dell'anno 1486 sotto la regola di s. Agostino. Visse prima colà molti anni come romita. Nell'oratorio posto al lato meridionale della chiesa, si conservano i corpi delle beate colle reliquie di moltissimi santi, ivi riposte dopo solenne trasporto nel 1672. Il vescovo di Bobbio nella Pentecoste del 1729 pontificò in questa chiesa, e pubblicò in forma canonica il culto delle due beate. Nel 1739 fu poi eseguita la solennissima incoronazione di Maria dall'arcivescovo cardinale Stampa con pompa mai più veduta.
Per facilitare l'accesso a questa chiesa il P. Agugiari cappuccino ideò d'erigere sul monte tante cappelle quanti sono i misterj del Rosario, e colle opportune facoltà eccitò alla grnad'opera i popoli di Lombardia. Il disegno fatto dal celebre Bernasconi fu dopo novanta anni eseguito con tanta magnificenza nelle cappelle e nello stradone, che sempre maestoso va salendo nella larghezza di diciotto braccia, da eccitare sorpresa in chi lo vede. Per non dilungarsi di troppo rimettiamo il lettore agli scritti che sopra abbiamo rammentati del Bizzozzero, del Tettamamnzi, del Ghirlanda, ed al Santuario del Sacro Monte sopra Varese del Sormani, non che alla Guida al Santuario, ecc. Stampata in Milano nel 1823. Il monastero venne soppresso dal governo cisalpino nel 1798 e la parrocchia, che era prima di patronato del monastero, divenne di patronato governativo, e il parroco fu chiamato rettore, siccome capo del clero ivi assistente. Finalmente ad istanza della signora Marianna Florinda Staurenghi, che ora vi risiede abbadessa, fu dal clementissimo nostro sovrano Francesco I imperatore ripristinato il monastero con decreto 1 febbraio 1821. Fu imposto l'obbligo alle monache di tener pubblica scuola gratuita alle povere fanciulle di quel monte, non che di curare l'educazione di civile fanciulle. La pia amministrazione del Sacro Monte vi è molto infervorata a procurarne il lustro e la magnificenza. È noto quali magnifiche vedute si offrano dall'alto di quel monte.