-

 

   
Vergiate stemma

 

Vergiate

www. vergiate .gov.it




Vergiate  1955
Panorama - Vecchia cartolina 1955

Il territorio del Comune di Vergiate è molto vasto, comprende le frazioni di Cimbro, Cuirone, Corgeno e Sesona e confina a sud con Golasecca e Somma Lombardo e a nord giunge fino al lago di Comabbio, su cui si affaccia Corgeno. Le alture di Sesona e Cuirone sono coperte dal Pinus silvestris, superstite della antica foresta quaternaria, mentre le colline a nord fanno parte di quella catena che, collegandosi al massiccio roccioso a nord di Varese sino al monte di Orino, emergeva dalla massa glaciale che interessava tutto il Verbano.

Vergiate
PGT - Relazione Parte I

Nei documenti del sec. XII compare il toponimo Vareglate, a indicare la provenienza di Landolfo, ordinario della Metropolitana di Milano, divenuto nel 1105 vescovo di Asti. Nell'elenco delle chiese della diocesi milanese della fine del XIII secolo, Vergiate appare sotto la giurisdizione ecclesiastica della pieve di Somma, loco Varegiate, con le chiese di San Martino, di Santa Maria e di San Gallo. Rientravano nella pieve di Somma anche le chiese di Sesona, loco Saxano, e di Corgeno, loco Corzeno. Alla pievana di Mezzana appartenevano invece le chiese di Cuirone, loco Cuvirono e di Cimbro, loco Zimbri.

A Corgeno e Cuirone sono state rinvenute delle stazioni lacustri: a Corgeno, in località Pioppette, resti di palafitte e manufatti attribuibili all'età del Bronzo e a Cuirone, lungo la vecchia strada per Varano in una zona un tempo paludosa, i reperti rinvenuti risalirebbero al neolitico inferiore.

Il territorio di Vergiate era sicuramente abitato in epoca protostorica, come dimostrano le necropoli golasecchiane rinvenute nella brughiera di Sesona, al monte Bonella e al monte Ferrera. Al monte Bonella furono individuati undici cromlech, di cui sette contenenti tombe a cassetta, mentre al monte Ferrera si scoprirono tre tombe a cassetta entro un tumulo, di cui due con corredo composto da urna biconica e fibule in bronzo. Il reperto più significativo della cultura di Golasecca nel territorio vergiatese è la cosiddetta “epigrafe di Vergiate” conservata nel Museo Archeologico di Milano e rinvenuta in un prato sottostante la chiesetta di San Gallo, in quella che si ritiene essere stata una villa d’epoca romana. La stele riporta un'iscrizione a ferro di cavallo di ispirazione etrusco-volterriana databile al V sec. a.C.

Epigrafe di Vergiate

E’ quasi certo che la battaglia sul Ticino tra Annibale e i romani del 218 a.C. avvenne nel territorio di Vergiate, sulle colline di Sesona.

In epoca medievale nella parte alta del borgo esisteva, presumibilmente, una fortificazione. Documenti del 1441 attestano che il Duca di Milano concesse alla famiglia Daverio, masseri di Vergiate, di fortificare la loro residenza, così da potersi difendere da eventuali nemici. Di questo 'castello' rimane qualche muratura e la “scaletta” di Cusciano che conduceva all’interno della fortezza.


da Tamborini-Ribolzi 'Vergiate tra storia, arte, cultura'

Nel Medioevo, come tanti altri comuni limitrofi, Vergiate fece parte del Contado del Seprio, per essere poi inserito nel feudo di Somma Lombardo di proprietà dei Visconti, ai quali resta fino al 1712.

Nel 1865 viene costruita la ferrovia (linea Milano-Sempione).
Il 26 novembre 1920 scoppia la polveriera delle Officine elettrochimiche dr. Rossi provocando tre morti ed enormi distruzioni.
Nel 1924 si inaugura la prima autostrada del mondo, la Milano-Laghi, con uscita proprio nel territorio di Vergiate.
Nel 1935 il terreno occupato dal Polverificio Rossi è acquistato dalla Savoia Marchetti che vi costruisce, a partire dal 1937, il proprio campo di volo e nuovi stabilimenti. Oggi in quegli stessi hangar vengono assemblati gli elicotteri Agusta.

Tra gli edifici storici di Vergiate meritano una visita:

- la CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MARTINO, già attestata nel XIII sec. da Goffredo da Bussero, nel seicento è stata oggetto di numerose migliorie. Nel 1700 viene decorata con stucchi e dipinti la cappella laterale dedicata a San Martino, tutt'ora esistente. Nel 1777 si attua un nuovo ampliamento, ma la chiesa rimane sottodimensionata rispetto alle esigenze del borgo. Così, nel 1889 viene edificata la nuova chiesa di San Martino, addossata alla precedente, ora adibita ad ambiente parrocchiale per mostre ed esposizioni e di cui si possono ammirare lacerti di un ciclo di affreschi del cinquecento che illustra storie di Sant'Antonio. La facciata dell'antica chiesa è ancora riconoscibile nel cortile della canonica. In una nicchia della facciata è murata un’ara votiva dedicata al Dio Silvano, ritrovata in loco. Nel presbiterio, conserva il grande altare ligneo seicentesco intagliato da Bernardino Castelli per la vecchia chiesa. Nel 1936 viene rifatta la facciata e nel 1990 si attua un restauro dell'intero edificio.

Vergiate San Martino

- la CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA, citata nel Liber di Goffredo Da Bussero e quindi esistente già alla fine del Duecento, risulta oggi inglobata tra le più antiche abitazioni del paese, il che avvalora l'ipotesi che fosse la chiesa del castello medievale. L’ingresso si trova al di sotto di un portico formato da un ambiente soprelevato, e collegato con l’aula da una scala in legno, da cui si può assistere alle funzioni.
Nel corso dei restauri avvenuti nel 1968, dietro la tela dell’altare è stato riportato alla luce un affresco raffigurante l’Assunzione in Cielo di Maria. E’ un tipico esempio di romanico povero, poche decorazioni ma un’importanza architettonica inequivocabile grazie alla sua struttura ad archi, le mura e il portale originali del XIII secolo.

Vergiate Santa Maria Assunta

- il SACRARIO Internazionale dei Caduti e la cripta votiva dei dispersi in Russia, costruito nel 1955 all’interno della struttura di accoglienza voluta da padre Oreste Cerri, il Villaggio del Fanciullo, che nel 1945 accolse i primi orfani di guerra - figli di quegli uomini che da cappellano militare aveva assistito spiritualmente sul fronte greco-albanese e russo. Dal 2003 è affiancato dal Museo della Memoria che conserva cimeli e testimonianze di guerra raccolte da padre Cerri e dalle associazioni dei combattenti e d’arma.

Vergiate Sacrario e Museo della Memoria

- la CHIESA DI SAN GALLO, in località Torretta, lungo la strada che conduce a Cimbro, risale anch'essa alla fine del duecento, essendo citata da Goffredo da Bussero. Edificata con reimpiego di pietre romane, conserva all'interno affreschi medievali. Davanti alla costruzione, nel paramento del muro di costa, è presente un massello in granito, parte della balaustra delimitante il sepolcreto di una famiglia che abitò sul declivio di fronte alla valle dello Strona. Nei pressi della chiesa sono venute alla luce tracce di una villa rustica imperiale con terme e una stele celtico-leoponziana.

Vergiate san Gallo

- in via della Torre, il 'torrazzo' medievale di Vergiate che era in contatto visivo con quelli di Corgeno e Sesona. La struttura, restaurata, è proprietà privata.


Cimbro
sorge alle pendici del Monte Vermatte e degrada dolcemente verso il torrente Strona. Fu probabilmente la località dove furono relegati gli ultimi sopravissuti della battaglia ai Campi Raudii di Borgo Vercelli, vinta da Mario nel 101 a.C. contro i Cimbri. Forse si deve proprio a questi esuli germani lo sviluppo dell'agricoltura nella valle dello Strona.

La parrocchiale di Cimbro è dedicata a San Martino, sorge in posizione isolata rispetto all'abitato il che ne lascia supporre una certa antichità. Ipotesi avvalorata dai lavori di restauro del 2004 che hanno portato alla luce i resti di un'antica chiesa romanica con abside circolare (visibili attraverso una porzione di pavimento trasparente sul lato destro del presbiterio) e parte di un pregevole affresco che potrebbe rappresentare i dodici mesi dell’anno, oltre ad una tomba 'a camera' per i parroci della zona.

Ampliata a più riprese nei secoli successivi, venne riedificata nel 1888, rimaneggiata nel 1963 e totalmente riaffrescata nel 1991. Conserva un pronao settecentesco ed un ampio sagrato in beole inserite nella pavimentazione e nel selciato di serpentino; è presente anche un bellissimo organo, restaurato di recente, opera di Giovanni Mentasti nel 1884.

Vergiate Cimbro

Nei pressi della palestra comunale è stato scoperto un insediamento di origine romana, probabilmente di epoca augustea.

Lungo il corso dello Strona, in territorio di Cimbro, un tempo esistevano tre mulini: il mulino della Prada o allo Strona o Voldonna, il mulino della Colombara e il Mulino del Sogno . Il primo censito nel 1722 come affidato al Monastero delle Madri del Sacro Monte di Varese, livellarie del marchese Abate Visconti di Modrone, nel 1907 venne incorporato nell'opificio Venzaghi. Il secondo, anch'esso presente nel catasto teresiano del 1722 e gestito dal Monastero delle Madri del Sacro Monte, livellarie della parrocchia di Cimbro, venne ceduto nel 1920 al sig. Roncari Luigi e rimase in funzione sino al 1985, gestito dalla figlia del Roncari, Rosa, che fu l'ultima mugnaia del torrente Strona. Gli abitanti di Cimbro e Cuirone potevano servirsi dell'impianto molitorio della Colombara tre giorni la settimana, negli altri giorni si macinava per i paesi vicini. Oggi, seppur in disuso, è l'unico impianto molitorio ancora esistente sullo Strona. Il mulino del Sogno venne edificato sicuramente dopo il 1722 in quanto è indicato solo nel Catasto Lombardo-Veneto. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1952 venne registrato come casa di civile abitazione.


Cuirone
, circondato dai boschi della Riserva Forestale del Monte San Giacomo, è un borgo ben conservato caratterizzato da case rurali ristrutturate e cascine in pietra spesso fiancheggiate da orti e giardini. Nella Riserva un'area è dedicata alle 'sorgenti del Donda' che nasce nella valle compresa tra i monti Ferrera e Vigano. e scende con direttrice nord-sud verso l’abitato di Vergiate. Le cinque sorgenti del Donda hanno alimentato per oltre un secolo l’acquedotto comunale di Somma Lombardo e in tempi più remoti servivano le popolazioni che vivevano ai piedi del San Giacomo. Lungo il corso d'acqua sono stati recentemente restaurati due antichi lavatoi.


Dalle alture del monte San Giacomo (Cuirone di Vergiate) vista sul lago di Comabbio e parziale vista del lago di Monate.
Foto di Dario Andrian NW

Dal 1987 è attiva l’Associazione Amici di Cuirone (www.cuirone.net) che ha lo scopo di promuovere la conservazione, la valorizzazione e lo studio del patrimonio ambientale, storico, architettonico, artistico, archeologico e dialettale di Cuirone e del territorio del Comune di Vergiate.

La chiesa parrocchiale è dedicata a San Materno (sec. XI-XII) con la torre campanaria che si affaccia su una bella piazza alberata dove ancora funzionante è una pesa pubblica.
Le strutture esistenti portano a supporre l'esistenza di un preesistete edificio romanico, di cui si ha ancora evidenza nella planimetria cinquecentesca dell'edificio. Nel seicento si attuano migliorie e lavori di ampliamento. Poco dopo la metà del XVII secolo l'edificio originario viene ampliato mediante il prolungamento dell'aula verso l'abside, la facciata ricostruita reimpiegando materiali antichi ed edificato il campanile.
Entrando a destra si osserva una porzione di muratura disintonacata per mettere in evidenza il paramento murario dell’edificio romanico; si nota anche una monofora ad esso coeva. In questa porzione è stato messo in luce e restaurato, nel 1967, un lacerto di affresco raffigurante la Madonna con il Bambino e Santi. Proseguendo, sulla stessa parete si trova un affresco raffigurante la presentazione di Gesù al tempio; l’affresco copre in parte un’altra monofora romanica. Nell’abside è collocata una pregevole tela raffigurante l’estasi di San Francesco.

Nel 1966, il cardinale Giovanni Colombo concesse lo status di parrocchia, svincolando, dopo secoli di legame, Cuirone da Cimbro.


Vergiate san Materno
San Materno
Foto di Giancarlo Tiranti

Nel giardino parrocchiale è visibile un masso con incisioni a cuppelle; in prossimità della chiesa, in via De Amicis, l'antico lavatoio costruito in pietra locale è ancora oggi al centro della vita del paese. In via San Materno, l'antico forno a legna per il pane (inizio sec. XIX) è stato restaurato nel 2012 e riapre i battenti per sfornare pane e prelibatezze in occasione di manifestazioni pubbliche.

Vergiate san Materno
San Materno e il lavatoio

Lungo le rive dello Strona, in territorio dell'allora Cuvirone, sorgevano il Mulino della Resica e il Mulino del Mirasole o del Benigno.
Il mulino della Resica nel 1722 apparteneva al conte Pietro Besozzo e al sig Campana Giovan Battista e fratelli; nel 1857 la proprietà passò al conte Luigi Visconti di Modrone finché attorno al 1920 venne acquistato dal sig Bassetti Luigi e nel 1941 divenne parte della Società Anonima Cooperativa "La Concordia". Il mulino Mirasole nel 1722 apparteneva al conte don Cesare Castelbarco mentre nel catasto Lombardo-Veneto figura di proprietà del sig Monteggia Vito. Nel 1908 passò alla Cartiera Strona - società anonima. Nel 1920 passò al sig Croci Giovanni Battista e da quella data assunse la denominazione di Mulino Benigno. Nel 1925 venne trasformato in opificio.


Corgeno
, arroccato su una lieve altura nella parte meridionale del Lago di Comabbio, risulta separato dal nucleo principale di Vergiate e dalla frazione di Cuirone dalle aree boscate del Monte San Giacomo e del Monte Vigano. Lungo le rive del lago un itinerario naturalistico "Percorso Acqua" si inoltra nei canneti circostanti, attraversando il parco comunale, una spiaggia attrezzata ed un centro di canottaggio tra i più importanti della zona, sede della Canottieri Corgeno.

Sempre in frazione Corgeno, si trova buona parte di quell’area del lago che viene chiamata la palude di Mercallo: una zona in cui è documentata la presenza di antiche popolazioni che venivano chiamate Corogennates, vocabolo di derivazione celtica. Nello spazio d’acqua molto paludoso di fronte a Corgeno furono rinvenuti gli unici insediamenti palafitticoli di tutto il lago.

La parrocchiale è dedicata San Giorgio e la prima notizia della sua esistenza data 1398, ma il campanile romanico in pietra a vistarealizzato dai Maestri Comacini (XI-XII sec.) ne attesterebbe una maggiore antichità. Nel corso del Cinquecento la chiesa viene più volte nominata con diverse dedicazioni a San Giorgio, ai Santi Gervaso e Protaso o con entrambe. Durante questo secolo e il successivo vengono condotti diversi lavori anche a seguito delle prescrizioni seguite alle visite pastorali che portano alla trasformazione della chiesa originaria. Data 1895 l'ultimo ampliamento con l'aggiunta di due nuove campate verso ovest e l'edificazione di una nuova facciata.

Vergiate san Giorgio

Accanto alla parrocchiale, utilizzando i ruderi di una torre dell'XI sec. è stata creata una cappella alla Madonna di Lourdes. Torre e chiesa facevano parte di una cinta fortificata eretta a protezione del villaggio che si stendeva alle sue spalle.


La frazione di Sesona, circondata dai Monti Valli Rosse, Bertone e Rovina e dalla brughiera della Garzonera, è oggi quasi interamente saldata con il nucleo principale di Vergiate, separata solo dalla Strada Statale del Sempione. Il nucleo storico è caratterizzato da un reticolo di strette vie urbane con edifici storici e numerose corti.

La parrocchiale è dedicata a Sant'Eusebio vescovo e martire e risulta attestata come cappella campestre già alla fine del duecento. Da un testamento del 1332 risulta essere la prima chiesa della pieve di Somma ad aver avuto un sacerdote residente e titolare del beneficio, tale prete Damiano de Portonis. Rimane un edificio di piccole dimensioni dotato di un battistero sino al 1750 quando viene ampliata.

Il 6 aprile 1897 viene posata la prima pietra per l'edificazione di una nuova chiesa, progettata dall'Ing. Carlo Porro di Somma Lombardo; nel giro di due anni si arriva ad un parziale completamento dell'edificio e la chiesa viene consacrata il 14 gennaio 1899.

Nel 1913 si concludono i lavori per la costruzione della facciata, rimasta non finita, e del campanile.

Nel 1920 la chiesa viene danneggiata dall'esplosione di un vicino polverificio e immediatamente riparata. Attorno al 1950 la chiesa viene decorata dal pittore Pietro Rossini di Samarate (Va). Tra il 1959 e il 1960 vengono realizzati il pronao e la scalinata antistanti la facciata. Alla fine degli anni Settanta vengono realizzate le due porte in bronzo opera dello scultore Giorgio Galletti di Muggiò.

All'interno alcuni affreschi dell'Appiani e un grande altare ligneo seicentesco attribuile al varesino Bernardino Castelli.

Vergiate Sesona Sant'Eusebio

In località le 'Corneliane' si possono osservare i ruderi di un torrazzo che era in diretto filo ottico con il Torrazzo dei Muracci di Sesto Calende e il Torrazzo del Monsordo di Somma Lombardo. Per maggiori informazioni sul torrazzo di Sesona e la battaglia sul Ticino tra Annibale e i Romani, si veda "Battaglia del Ticino tra Annibale e Scipione, ossia Scoperta del campo di P. C. Scipione, delle vestigia del ponte sul Ticino, del sito della battaglia e delle tombe de' Romani e de' Galli in essa periti" del Professor Gio. Battista Giani - Milano, Imperiale Regia Stamperia 1824


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


-
a Cimbro, da una sorgiva nei pressi dello Strona sino a pochi anni fa veniva imbottigliata un'acqua minerale

Vergiate Acqua Frida

- a Cuirone, nel mese di Novembre si celebra la Festa del Pane, con la cottura collettiva di pane di segale e grano tenero di Cuirone nell'antico forno comunale -

- “VERGIATE tra storia, arte e cultura” di Marco Tamborini e Maryse Ribolzi edito dall'Amministrazione comunale di Vergiate
è dedicato alla storia del territorio dalla preistoria agli anni Trenta del Novecento.

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Vergiate

 

Vergiate
San Martino
Foto di fil@va

Vergiate Cuirone
Cuirone
Foto di Walter Sigfrido Sansonetti

Vergiate Cuirone
Cuirone
Foto di Maria Desogos

Vergiate Cuirone
Cuirone
Foto di Cecilia Giordan

 



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

VERGIATE, detto una volta 'Vareglate', divenne signoria de' Visconti, e il primo signore fu Uberto, morto nel 1315. È la patria del nostro storico Landolfo, od almeno ne era oriondo. Fu pur oriondo di questa terra un certo Gandolfo vescovo d'Asti nel 1112, che è venerato da quella città come beato. Abitarono qui sempre nobili famiglie, come la Daveria, la Gotti e la Besozzi.

CIMBRO ci porta ad indagare la sua origine prima di Cristo, quando i Cimbri, popoli oltremontani, in tanta copia calarono dall'Alpi, che temette assai Roma. Si misero a desolare questi paesi cari ai Romani per l'amenità e fertilità loro. I Romani li batterono in varj incontri, finalmente gli sconfissero nel vicino territorio novarese in un luogo detto Arco Mariano. Il condottiero dei Romani era Mario, nel suo quinto Consolato. Di tal fatto ci illuminano anche molte lapidi antiche trovate in questi contorni. Egli è dunque probabile che gli avanzi dei Cimbri qua e là distribuiti fabbricassero delle terre, come insegna il gesuita Ferrario, che discorrendo di Cimbro porta questa inscrizione: HAE SEDES RELIQVIIS CIMBRORVM A VICTORIBVS DATAE .

SESONA Nel territorio di Sesona sono state scoperte in questi ultimi anni molte tombe, molte armi e d attrezzi di guerra, che mostrano ad evidenza d'esservi stati colà degli accampamenti militari per lungo tempo, innanzi o ne' primi secoli dell'era volgare.