Chiostro di Voltorre |
Nel periodo di maggior diffusione dei monasteri cluniacensi, tra il 1100 e il 1150, sorse a Voltorre il monastero benedettino di San Michele, che raggiunse notevole fama e ricchezza. Oltre ad un vitigno portato dalla Provenza (il "vino del Sasso"), i monaci intrapresero la coltivazione dell'ulivo. Nel 1348 fu concesso in commenda e poi nel 1519 venduto ai canonici lateranensi di Santa Maria della Passione di Milano, i quali lo abbandonarono definitivamente nel 1798 in seguito ai decreti napoleonici di requisizione dei beni degli ordini religiosi. Venduto a privati, venne adibito a fattoria e gravemente danneggiato nel 1913 da un incendio. Ciò che resta del Chiostro è stato riconosciuto monumento nazionale nel 1911 ed è ora di proprietà della Provincia di Varese, che ne utilizza lo spazio per mostre e convegni. Il complesso è costituito dal chiostro vero e proprio, dalla torre, dalla chiesa e da alcuni locali che nel lato sud si ripetono al primo piano e sono adibiti a mostre. La torre campanaria è in realtà una struttura fortificata di epoca altomedievale.
In un modesto appezzamento di terra (300 mq) esposto a nord in località fontanone si scorgono ormai semidistrutte le rovine di quello che sul finire del 1500 e da li in poi era la dispensa (possibile ghiacciaia) del complesso abbaziale del Chiostro di Voltorre. La chiesa di S. Michele è posta in direzione del lago, un tempo molto più vicino e probabilmente venne edificata su una struttura preesistente di epoca longobarda.
Molti storici ritengono che a Voltorre (dal celta ligure "vul-tur", ossia "guado con insenatura") già in epoca pre-romana sorgeva un tempietto celta-ligure, un luogo sacro caratterizzato dalle pietre coppellate ritrovate in luogo, probabilmente dedicato alle "matrone", divinità delle sorgenti. In questo luogo i longobardi edificarono un recinto di mura con torre di rifugio ed avvistamento, oltre a una chiesa dedicata al protettore dei loro armati, San Michele. La tradizione ricorda come questa fortificazione fosse sede di un Gastaldo che teneva corte di giustizia e sembra che di fronte alla torre si eseguissero le condanne a morte per decapitazione. Sia nella torre che nella chiesa si trovano riutilizzate pietre chiaramente appartenenti a precedenti costruzioni, comprese alcune recanti coppelle. Attorno a queste costruzioni ne sorsero altre e pare che ancora ai tempi di Berengario II e di Arduino d'Ivrea, che ebbero nei militi gaviratesi dei fedeli sostenitori, il chiostro era ancora un castello.
Fu proprio Arduino che favorì l'installarsi a Voltorre dei monaci Cluniacensi di suo nipote San Guglielmo da Volpiano, anche per arginare lo strapotere dei suoi nemici, gli arcivescovi di Milano. da "Castelli e Rocche " Guide Macchione 2002 |