Masnago - La casa dei due pozzi

 

Viveva un tempo a Masnago un certo Pedrino Santelli, che era stato uomo buono e giusto, ma che una volta arricchitosi, era diventato cattivo e prepotente, specie con i servi di casa. "Nemmeno il diavolo starebbe a servizio in casa sua!" diceva chi lo conosceva.

Fu così che un giorno, il Diavolo in persona, decise di punire uno dei suoi tanti figli, più discolo degli altri, mandandolo sulla Terra a lavorare proprio dal Santelli.

Un giorno, si presentò a Pedrino un giovane di bell'aspetto che disse di chiamarsi Berto Giola e di essere in cerca di lavoro. Pedrino lo prese al suo servizio e il diavoletto Berto dovette sopportare ogni sorta di maltrattamento e fare tutti i lavori più umili e faticosi senza lamentarsi. Ogni tanto si prendeva però qualche rivincita: un giorno scapparono dal pollaio tutte le galline ovaiole, un altro i maiali fuggirono dallo stabbio e rovinarono un campo appena seminato, un altro ancora una trave del tetto cadde proprio davanti ai piedi di Pedrino che si salvò per miracolo.

Passò del tempo e Pedrino, se possibile, peggiorava ancor più le sue maniere; dal canto suo il giovane Berto era tranquillo: nessuno aveva poteri malefici superiori a quelle del suo babbo, il Diavolo.

Una mattina d'inverno, Berto arrivò in ritardo al lavoro. "Se per stasera non avrai terminato il tuo lavoro, lazzarone che non sei altro, mangia pane a tradimento, farai di sicuro una brutta fine, che nemmeno immagini" gli urlò in faccia Pedrino, agitandogli i pugni sotto il naso.

Berto si mise al lavoro. Faceva freddo e le mani gli gelavano, così si rivolse a Pedrino :"Padrone, ho le mani intirizzite dal freddo, cosa devo fare?" "Soffiaci sopra e riscaldale!" Il diavoletto così fece e le mani si riscaldarono.

La sera stessa, a cena, venne servita una minestra così bollente che Berto chiese al suo padrone "Scotta troppo, come faccio a mangiarla?". "Soffiaci sopra e raffreddala!" fu la risposta di Pedrino.

Berto lasciò cadere il cucchiaio e si alzò spaventato. Si era ricordato che la mattina il padrone gli aveva detto di soffiare sulle mani per riscaldarle e ora gli diceva di soffiare sulla minestra per raffreddarla. Di certo quell'uomo possedeva delle facoltà a lui ignote, se riusciva a ottenere dalla stessa cosa due cose così contrarie. Preso da grande spavento lanciò un urlo e si precipitò fuori, in giardino. Diede un altro urlo che fece raccappricciare quelli che erano in casa, poi con una grande fiammata aprì un buco nel terreno e scomparve.

Tutti allora capirono che Berto era un diavolo e nella casa ci fu un grande spavento. Il più spaventato era proprio Pedrino, che pensò che l'avere avuto al proprio servizio nientemeno che un diavolo doveva essere un avvertimento del cielo perché tornasse ad essere l'uomo buono e giusto che era stato.

Qualche giorno dopo, Pedrino si recò da un indovino e gli chiese che cosa doveva fare con il buco che era rimasto dove il diavolo era sprofondato. "Scavane un altro così nessuno saprà mai quale è stato fatto dal diavolo".

Così fu fatto e ancor oggi nessuno sa dei due pozzi a Masnago, quale sia il pozzo vero e quale quello del diavolo.