Monate - La città sommersa

 


La notte di Natale, dalle rive del lago di Monate si può sentire provenire dalle acque un mesto rintocco di campane. Da dove viene?

Si racconta che tanto tempo fa al posto del lago sorgeva una bella cittadina, Monarca, governata da un re buono e giusto. Gli abitanti vivevano felici e in pace, dediti alle loro attività.

Tanta serenità non piaceva però al Demonio che tanto si diede da fare che un po' alla volta anche in quella città risse, furti, omicidi divennero frequenti.

Dall'alto del cielo, Dio guardava e se ne doleva. Egli sapeva che quelle persone erano le stesse di sempre e che, in cuor loro, non sarebbero cambiate come il diavolo voleva. Purtroppo però a Monarca il male si diffuse ovunque.

Ma un giusto era rimasto a Monarca. Nella notte di Natale quest'uomo, che era il sagrestano della chiesa di Monarca, per dare un po' di felicità ai propri bambini si mise a suonare le campane della chiesa. Il suono si diffuse armonioso. Gli abitanti ascoltavano e cominciarono a ricordare di quando tutti si volevano bene.

L'opera del diavolo rischiava di fallire e allora Satana, furibondo, scatenò una violentissima tempesta: acqua e fango sommersero le case di Monarca.

Monarca non c'era più. Si vedeva solo una pozza immensa di acqua e fango. Ma la notte di Natale, se lo si sa ascoltare, quell'unico uomo giusto torna ancora a suonare le campane.

 

Di questa leggenda esiste un'altra versione secondo la quale Monarca sarebbe stata distrutta da Dio che sceso fra quei cittadini ormai preda del maligno

"...come un povero pellegrino bisognoso d'aiuto e di conforto non trovò che insulti e derisioni. Nessuno volle ospitarlo o sfamarlo, se non la povera famiglia del sagrestano ...

Portatosi sul monte Pelada, Dio ordinò alle forze distruttrici delle acque di mettersi a sua disposizione; chiamò i tuoni e i fulmini scaraventando poi tutto sulla povera città insieme ad una tregenda di spiriti dannati, di diavoli e di streghe. L'acqua non solo scendeva dal cielo che aveva aperto le sue cateratte, ma sorgeva anche dalla terra attraverso mille e mile polle fangose e ruggenti.

Nessuno scampo per gli abitanti, soltanto lo scaccino, sua moglie e suo figlio avrebbero potuto salvarsi, ma non vollero, preferendo perire con la loro città. Solo chiesero la grazia di poter tornare una volta all'anno a suonare le campane della chiesa, e l'Onnipotente concesse loro di poterlo fare, nella notte di Natale."

Rinaldo Corti "Sentimento e fantasia - Leggende del Varesotto" 1974