La leggenda del Lago di Monate

Una bella fanciulla di Osmate di nome Bianca era innamorata di un soldato che si trovava al fronte. Bianca era fedele al suo innamorato e respingeva senza incertezza qualsiasi altra proposta di matrimonio. Anche quella avanzata dal giovane feudatario che la voleva in sposa. Giovane, bello, ricco e potente chissà quante fanciulle si sarebbero gettate ai suoi piedi per averlo in marito. Ma Bianca non ne voleva sapere. Il giovane non accettò di essere respinto e meditò di vendicarsi quanto prima. Ecco cosa escogitò. Qualche giorno dopo un araldo attraversò il paese leggendo urgentissime "grida" che promettevano la testa mozzata a chi le avesse disattese: era proibito a chicchessia, pena la tortura e poi la morte, di rifornire di acqua Bianca e sua madre.
La povera Bianca fu così costretta ad approvigionarsi alla fonte del Monteggia. Se non che, dopo qualche tempo, la madre della ragazza si ammalò e venne colpita da febbre elevata, il che la portava a bere con una certa frequenza. Bianca, disperata, pensò di andare al castello e supplicare il feudatario di non far cadere sulla madre la punizione che aveva voluto infliggerle per il suo rifiuto.
Giunta al castello, si fece annunciare, entrò nel cortile e si gettò piangendo ai piedi del giovane tiranno che rimase impassibile, a braccia conserte, ascoltando il suo racconto. La risposta del castellano fu secca e spietata: "L'odio genera odio,: che qualla strega di tua madre muoia pure assetata!".
La ragazza allora si alzò in piedi e con il busto eretto pronunciò terribili parole che coprirono anche gli ululati del vento: "Che tu sia maledetto! Che siano maledetti tutti coloro che ti stanno vicini e ti sostengono. Per aver negato un sorso d'acqua a una povera vecchia tu morirai dannato e per l'eternità sarai tormentato da una sete insaziabile. Che il cielo ne sia testimone!".
Il temporale si trasformò in uragano e divenne sempre più violento. Nessuno a palazzo si accorse che il pozzo del cortile cominciava a rigurgitare acqua allagando dapprima la corte, poi il castello stesso e infine tutti i suoi possedimenti. All'alba tutto cessò e il silenzio regnava su un nuovo paesaggio: era nato il laghetto di Monate.