I MULINI SUL TORRENTE RANCINA

Il torrente Rancina nasce presso Castello Cabiaglio a 690 m s.l.m. È lungo 8,7 km e caratterizzato da una moderata pendenza dell'alveo, velocità di corrente sostenuta, acque turbolente. Attraversa, con percorso irregolare, un territorio in prevalenza coperto da boschi di faggio e castagno, alternati a qualche prato o campo coltivato.

In territorio di Castello Cabiaglio riceve le acque del Rio Caprera, in quel di Brinzio quelle del torrente Valmolina, che discende dal monte Martica e, descrivendo un percorso irregolare con orientamento est-ovest, attraversa la Valle dei Molini al temine della quale, dopo aver raccolto lungo tutto il suo corso le acque di numerosi rami laterali, confluisce nel Rancina. La Rancina inizia quindi a percorrere la parte settentrionale della Valcuvia, attraversando Rancio Valcuvia. Oltre Rancio, il torrente scorre in un'ampia vallata, dove riceve le acque del Rio Boesio e del Rio Sarese. Ultimo affluente del corso d'acqua è il Rio di Casarivo. In seguito la Rancina confluisce nel fiume Margorabbia, in località Lische di Grantola.

L'impetuosità delle sue acque provocò in passato non pochi danni causate dalle sue piene: nel 1823 le acque si innalzarono fino a 1.80 mt sopra l'alveo e la violenza della piena del 1820 tolse dalle fondamenta un mulino da macina.

Le mappe riportano una straordinaria concentrazione di mulini distribuiti nella Val Molina, sul torrente Colmegnone e nella parte inferiore del torrente Rancina. Tutti a pianta rettangolare con una o più ruote (fino a quattro), oggi sono per la maggior parte ridotti a ruderi.

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Nel comune di Castello Cabiaglio sorgevano due mulini, a Rancio Valcuvia nel 1722 vi erano quattro mulini (diventati sei nel 1851), nel comune di Brinzio vi era invece un solo impianto trasformato in seguito in filatura. Oggi, rimangono il mulino Stalletti (ancora in funzione) e la segheria Bernasconi, chiusa ma in buono stato di conservazione.

 

Mulini di Castello Cabiaglio



Secondo il Cessato Catasto in Castello Cabiaglio esistevano due mulini - mulino da grano con due ruote con casa Borsotti Onorato (mulino dei Gaggioli) e mulino da grano ad acqua a tre ruote con casa Piccinelli Ermenegildo (mulino del Gild). Del mulino dei Gaggioli restano solo i muri perimetrali mentre del mulino del Gild si è persa ogni traccia.

 

Mulino Bernasconi


"Edificio fuori Rancio detto al Molino del Prestinaro...una ruota per macinare formento ed altra per macinare mistura, una pista, il tutto con suoi rodigini, mole ed altro...Fuori di detto molino una ressica, con portico che si estende sopra il molino con sua ruotta ed altro..." così viene descritto il mulino Bernasconi lasciato in eredità dalla famiglia Sacchetti al Luogo Pio di S. Pellaggia di Milano.
Venuta meno l'attività molitoria, il mulino venne ristrutturato e trasformato nella Segheria Bernasconi.

Mulino Stalletti


Si trova a Rancio, è stato ristrutturato ed è ancora in funzione. Alimentato dalla Roggia Cantevrina (rio Boesio) che serve anche il molino Galli a Cavona e Badi a Cassano. Descritto nel catasto Teresiano come ' casa ad uso molino' di Tabachi Pietro, nel 1835 passa di proprietà agli Stalletti che lo detengono tuttora. Nel 900 vi hanno aggiunto la segheria.

Mulino Galli


Poco fuori Cavona, seminascosto tra gli alberi, si intravede il 'mulino di tre ruote d'affitto' gestito all'epoca del catasto Teresiano da Porta dott. Gio Batta. Quando ne divennero proprietari Rosa, Giuseppe e Felice Galli (che diedero nome al mulino) le tre ruote di legno vennero sostituite da una a pale di ferro del diametro di 5 mt., che azionava alternativamente le macine del diametro di mt. 1,20. L'acqua venina derivata in sponda destra del Rio Boesio e la roggia molinara correva parallelamente al torrente per 210 mt. A partire dal 1941 il mulino passò a diversi proprietari e finì abbandonato.