LE ISTITUZIONI STORICHE DEL TERRITORIO LOMBARDO XIV-XIX secolo - Progetto CIVITA - Varese

Regione Lombardia

 

Comune di Cuasso al Monte

sec. XIV - 1757
La località di Cuasso, citata nella forma “Cuvasio” negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano e facente parte della pieve di Arcisate, era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Bollate (Compartizione delle fagie 1346).
Nel 1537, secondo un censimento della pieve, aveva 12 focolari. Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Cuasso al Monte risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, cart. 4).
La documentazione della visita pastorale di san Carlo Borromeo del 1574 segnalava 33 focolari con 176 abitanti per Cuasso al Piano, 30 focolari e 167 abitanti per Cuasso al Monte. Gli abitanti divennero rispettivamente 416 e 622 nel 1687 (Cuasso, visita 1687).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, le località di Cuasso al Monte e di Cuasso al Piano risultavano avere, a quella data, strutture amministrative separate, per cui vennero compilati due questionari distinti dalle due comunità.
Il territorio era infeudato al conte Giulio Visconti Borromeo Arese e pagava annualmente per il dazio dell’imbottato alla casa Cicogna 28 lire e 4 soldi.
Cuasso al Monte, che contava allora 622 anime, era sotto la giurisdizione del podestà, che doveva risiedere in Arcisate, capo di pieve, dove aveva sede l’ufficio, e che percepiva un salario di 17 lire all’anno. Il console portava le denunzie di competenza del giudice feudale all’ufficio di Arcisate, mentre quelle su cui aveva competenza il maggior magistrato venivano portate al regio ufficio di Varese, ma non era solito prestare giuramento a nessuno dei due uffici.
La comunità di Cuasso al Monte era già stata aggregata alla comunità di Cuasso al Piano, ma l’aggregazione era stata cancellata.
Il comune disponeva di un consiglio particolare, composto da tre sindaci. Ai fini dell’elezione, si costituiva una lista delle persone abili per rivestire la carica; poi, imbussolati tutti i nomi, si estraevano a sorte tre soli sindaci, ai quali erano affidate l’amministrazione e conservazione del pubblico patrimonio e la vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti. Quest’ultima attività veniva svolta con la partecipazione di tutti i maggiori estimati. Cuasso disponeva anche di un cancelliere residente nel paese, che percepiva 35 lire quale emolumento. Le scritture pubbliche si conservavano in una cassetta presso il cancelliere e i sindaci. Il comune non aveva procuratore o agente in Milano, bensì affidava “ogni sua occorrenza” al patrocinio del conte Gasparo Cicogna, uno dei maggiori estimati (Risposte ai 45 quesiti, cart. 3037, vol. D XIX, Como, pieve di Arcisate, fasc. 7).

Comune di Cuasso al Monte ed al Piano

1757 - 1797
Nel compartimento territoriale dello stato di Milano del 1757 la denominazione del comune è di Cuasso al Monte ed al Piano; pertanto i due comuni vennero nuovamente riuniti (editto 10 giugno 1757).
Il comune mantenne la stessa denominazione nel 1786 nell’entrare a far parte della provincia di Gallarate, con le altre località della pieve di Arcisate, a seguito del compartimento territoriale della Lombardia austriaca, che divise il territorio lombardo in otto province (editto 26 settembre 1786).
Nel 1791 le comunità della pieve di Arcisate si trovarono riunite nel distretto censuario XXXIX di Arcisate della provincia di Milano (compartimento 1791).

1798 - 1812
Per effetto della legge 26 marzo 1798 di organizzazione del dipartimento del Verbano (legge 6 germinale anno VI bis) il comune di Cuasso al Monte ed al Piano venne inserito nel distretto di Arcisate. Soppresso il dipartimento del Verbano (legge 15 fruttidoro anno VI), con la successiva legge 26 settembre 1798 di ripartizione territoriale dei dipartimenti d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio (legge 5 vendemmiale anno VII), Cuasso al Monte rimase nel distretto di Arcisate, inserito nel dipartimento dell’Olona.
Nel compartimento territoriale del 1801 il comune fu collocato nel distretto II di Varese del dipartimento del Lario (legge 23 fiorile anno IX).
Nel 1805, un ulteriore compartimento territoriale spostò Cuasso al Monte nel cantone VI di Viggiù del distretto II, di Varese del dipartimento del Lario.
Il comune, di III classe, aveva 1219 abitanti (decreto 8 giugno 1805).
A seguito dell’aggregazione dei comuni del dipartimento del Lario (decreto 4 novembre 1809, Lario), in accordo con il piano previsto già nel 1807 e parzialmente rivisto nel biennio successivo (progetto di concentrazione 1807, Lario), il comune denominativo di Cuasso, con i comuni aggregati di Cuasso al Monte ed al Piano e Porto, e con 1542 abitanti complessivi, figurava nel cantone III di Viggiù del distretto II di Varese.
Con il successivo compartimento territoriale del dipartimento del Lario, Cuasso era tra gli aggregati del comune di Porto, nel cantone III di Viggiù del distretto II di Varese (decreto 30 luglio 1812).

Comune di Cuasso al Monte

1816 - 1859
Con l’attivazione dei comuni della provincia di Como, in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto (notificazione 12 febbraio 1816), il comune di Cuasso al Monte ed al Piano fu inserito nel distretto XIX di Arcisate.
Con dispaccio governativo 1821 marzo 19 n. 5628/702 fu autorizzata la sostituzione, nel comune di Cuasso, del consiglio comunale al convocato generale (variazioni al compartimento di Como, 1816-1835).
Cuasso al Monte ed al Piano, comune con consiglio, fu confermato nel distretto XIX di Arcisate in forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1 luglio 1844).
Nel 1853 (notificazione 23 giugno 1853), Cuasso al Monte con la frazione Cuasso al Piano, comune con consiglio comunale senza ufficio proprio e con una popolazione di 1499 abitanti, fu inserito nel distretto XVII di Arcisate.arch.

Comune di Cuasso al Piano

sec. XIV - 1757
La località di Cuasso, citata nella forma “Cuvasio” negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano e facente parte della pieve di Arcisate, era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Bollate (Compartizione delle fagie 1346).
La documentazione della visita pastorale di san Carlo Borromeo del 1574 segnalava 33 focolari con 176 abitanti per Cuasso al Piano, 30 focolari e 167 abitanti per Cuasso al Monte. Gli abitanti divennero rispettivamente 416 e 622 nel 1687 (Cuasso, visita 1687).
La comunità di Cuasso al Piano, appartenente come quella di Cuasso al Monte alla pieve di Arcisate, secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, era infeudata al conte Giulio Visconti Borromeo Arese, e pagava per il dazio dell’imbottato 66 lire annue. La giurisdizione apparteneva al podestà feudale, che si trovava ad Arcisate, percepiva dalla comunità 8 lire e 10 soldi all’anno e riceveva dal console le denunzie relative al feudo.
Rispetto al maggior magistrato le denunce erano portate al regio ufficio di Varese; ma il console non prestava giuramento né all’uno né all’altro ufficio.
Cuasso al Piano aveva il suo consiglio particolare, composto da due “sindaci e deputati”. Per le elezioni, che si svolgevano nella piazza pubblica ogni tre anni, insieme a quelle per l’esattore, si stendeva la lista delle persone abili per tale carica e si imbussolavano tutti i nomi, estraendo poi a sorte due soli sindaci, ai quali venivano affidate l’amministrazione e conservazione del pubblico patrimonio e la vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti. Al controllo sui riparti collaboravano anche i maggiori estimati. Il cancelliere abitava nel luogo di Cuasso al Monte e attesa la sua età avanzata era sostituito da un vicecancelliere. Le pubbliche scritture si conservavano in una cassetta presso il cancelliere e i sindaci. La paga del cancelliere era di 45 lire. Il comune, di 445 anime, non disponeva di procuratore e agente in Milano, ma affidava i suoi affari al conte Gasparo Cicogna, uno dei maggiori estimati della comunità (Risposte ai 45 quesiti, cart. 3037, vol. D XIX, Como, pieve di Arcisate, fasc. 7[bis]).