Ispra - Golfo della Quassa
Foto di Cinzia Marangon

PLIS (parco locale di interesse sovracomunale) DEL GOLFO DELLA QUASSA:
IL PERCHE' DELLA NASCITA DI UN NUOVO PARCO

di Vittorio Vezzetti

 

Tra la punta di Ranco e la punta della Fornace di Ispra si estende un vasto golfo: il golfo della Quassa. Questo racchiude in sé alcune particolarità che lo rendono meritevole della massima attenzione e tutela. Si tratta, innanzitutto, dell'unico tratto esteso di costa con esposizione settentrionale dell'intero Lago Maggiore.

Ciò ha fatto sì che per millenni esso si sia esposto come frangitoio alla glaciazioni quaternarie che, su di esso, hanno lasciato innumerevoli massi erratici (il Monumento Naturale del Sasso Cavallaccio è il più importante ma non certo l'unico) e enormi quantità di limi e materiali morenici: si spiega così come mai il tratto di lago a cavallo dei confini comunali di Ranco e Ispra presenti per lungo tratto fondali sabbiosi bassissimi, assolutamente inusuali per il Verbano.

Inoltre questo golfo è uno dei pochi tratti del lago in cui le vie di comunicazione stradali e ferroviarie corrono a notevole distanza dalle rive che, in alcuni tratti, sono poco antropizzate e con un vasto retroterra semi-naturale. Le attività agricole e foraggere rivestono qui ancora un notevole significato.

Questa semi-naturalità è dovuta al fatto che, un tempo, l'area della Quassa era paludosa (Quassa deriva da guazza, fango) e quindi poco sfruttabile e colonizzabile. Nel corso dei secoli le paludi sono state quasi totalmente bonificate ma l'antropizzazione ha percorso altre aree più facilmente aggredibili. Si spiega così come mai proprio alla Quassa, negli anni '70, venne isolato in una pozza l'ultimo nucleo varesino della Testuggine palustre europea (oggi estinto).

Inoltre l'opposizione di alcuni proprietari terrieri riuscì, nel dopoguerra, a impedire il passaggio della costruenda strada provinciale lacuale a ridosso delle rive.

E' raro, oggi, in provincia di Varese vedere estensioni prative come quelle della Quassa così come è raro gustare nelle belle giornate di sole panorami aperti come quello che si vedono dal Sasso Cavallaccio o dal Monte di Ispra.

Diventa quindi prioritario tutelare questo patrimonio paesaggistico e preservare questo ultimo lembo di lago, non diciamo selvaggio ma almeno non urbanizzato: le generazioni future ci saranno grate per aver consegnato loro l'ultimo polmone verde.

Oggigiorno non è più possibile pensare di tutelare il territorio senza inquadrarlo in una forma istituzionalmente codificata, basandoci solo sulla buona volontà degli uomini e delle amministrazioni presenti e future, per cui, da almeno 10 anni, si è parlato a livello istituzionale di un parco del basso Verbano che tutelasse le rive lacuali di 10 comuni: sogno che è sempre andato ad infrangersi su piccoli egoismi e su disaccordi tra i promotori.

I comuni di Ranco e Ispra hanno deciso di porre fine a questo immobilismo molto pericoloso (negli ultimi 10 anni molto territorio è andato perduto sotto il cemento) e hanno prodotto una iniziativa che ci si augura ad espansione centrifuga: partendo dalla protezione minimale del Golfo della Quassa e delle aree retrostanti, si spera che, con effetto domino, i comuni viciniori –preso atto dei vantaggi ecologici, turistici e mediatici- si accorperanno nei prossimi anni a costituire un unicum di grande valenza paesaggistica ed ambientale proiettato nello sviluppo turistico del futuro e cioè quello ecosostenibile ed ecoturistico.

Le vie naturali di espansione sarebbero, verso sud, la parte angerese dell'ex cono vulcanico del Monte San Quirico (essendo quella ranchese già compresa), le pareti rocciose della Rocca Borromea ove nidifica il falco pellegrino, la palude della Bruschera.

Verso nord è auspicabile l'inclusione delle Sabbie d'oro e dello stagno del Laghetasc in quel di Brebbia e la palude Bozza in comune di Besozzo.

Verso est sarebbe bello poter includere l'area della antica Cascina Paludi e le estensioni di Barzola e Capronno (frazioni di Angera), mentre un poco più a sud si potrebbero includere le aree del Monte la Croce e del Boscoforte di Taino: in tal modo si creerebbe un continuum con le aree verdi del Parco del Ticino che infatti arriva fino a Lentate di Sesto Calende.

Ovviamente queste evoluzioni dipenderanno esclusivamente dalla volontà delle singole Amministrazioni comunali.

Pertanto in data 7 novembre 2005 i Sindaci Cerutti di Ranco e Gozzi di Ispra hanno dato mandato all'architetto De Cesare, progettista di altri tre parchi locali in provincia di Varese, per la redazione di un piano globale per la costituzione del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Golfo della Quassa, l'iter si è concluso con l'approvazione in Provincia di Varese, Delibera di Giunta Provinciale n. 57 del 16/02/2010

Il parco locale, un parco morbido, di natura essenzialmente urbanistica, è parso il veicolo migliore per iniziare fattivamente un progetto di protezione senza suscitare il malcontento di cacciatori e pescatori (che talora negli anni passati, ad esempio a Ispra, si erano opposti al parco) che potranno continuare a svolgere le loro attività nel rispetto delle leggi e, si auspica, in pieno senso collaborativo.

Inoltre nel concetto stesso di parco locale è inclusa la necessità di tutela di una valenza più ampia, architettonica e culturale che consentirà la valorizzazione dei beni culturali presenti all'interno del parco o subito nelle immediate vicinanze (chiese, edifici, affreschi ecc.), nonché della loro storia


da www.prolocoranco.it