Il complesso è situato alle pendici del
monte Mondonico, all’incrocio tra la Valganna
e la Valle del Pralugano, nei pressi del
lago di Ganna e si trova sul tracciato della
via medievale Regina del Ceneri, strada
molto importante perché collegava Varese
con la Svizzera tramite la Val Marchirolo.
Nel 1095 l'arcivescovo di Milano Arnolfo III concesse ad Attone, Inghizone
e Arderico che avevano fondato un monastero ospizio, di non dipendere
dalla pieve di Arcisate.
Il monastero venne in seguito affidato ai benedettini di S. Benigno in
Fruttuaria dai quali dipendevano anche i monasteri di Voltorre e di Giornico.
Nel 1179 l'abbazia di Ganna si rendeva indipendente e cominciò
ad accrescere il suo patrimonio fondiario che giunse a comprendere tutta
la Valganna e gran parte della Val Marchirolo e della Valcuvia, oltre al
castello di Frascarolo.
Nel '400 iniziò la decadenza e nel 1477 l'abbazia venne elevata
a commenda e gran parte dei suoi beni venduti. Nel 1566 le rendite dell'abbazia
passarono all'Ospedale Maggiore di Milano.
Nel 1825 papa Leone XII autorizzò la vendita di tutti i beni dell'abbazia
a privati.
Foto di Anna Spigolon
La primitiva chiesa romanica venne eretta pochi anni dopo
il martirio di San
Gemolo sopra una preesistente cappella longobarda dedicata a San Michele.
L'edificio venne costruito in porfido di Mondonico e in arenaria dell'Antro
delle Gallerie. Verso la metà del sec. XII venne eretto il campanile.
L'attuale complesso è il risultato di numerosi interventi avvenuti
nei secoli: solo la chiesa e il chiostro hanno mantenuto l'aspetto originario,
mentre la foresteria, il refettorio, le celle e lo scriptorium sono stati
trasformati in edifici per uso agricolo. All'interno rimangono alcuni
pregevoli affreschi del sec. XV-XVI.
Distante circa due chilometri dalla Badìa, sorge una cappella del XIV secolo dedicata a San Gemolo. Da qui, percorrendo un breve sentiero si giunge alla fonte presso la quale, secondo la leggenda, il giovane scudiero dello zio vescovo avrebbe subìto il martirio. Era pratica comune prelevare i "sassi rossi" della fonte - così colorati non già per il sangue del santo, ma piuttosto dalla presenza di porfido rosso nella pozza della sorgente.
Foto di Florian Ghirardello
Dopo lestinzione del monastero nel 1556, la chiesa
servì da parrocchiale per la popolazione di Ganna.
Dal 1998 la parte conventuale, con il caratteristico chiostrino pentagonale è di proprietà della Provincia di Varese che ne cura il
restauro.
Nel corridoio superiore del chiostro pentagonale trova posto
il Museo della Badia, fondato nel 1962. Accanto a documenti e testimonianze
della vita religiosa della Badia, sono esposti reperti archeologici locali
dal mesolitico all'epoca medievale oltre a opere pittoriche e scultoree
di artisti vari.
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