Besozzo

Besozzo
Foto di Domenico De Lucia

Situato nella fascia collinare che si estende tra il Lago di Varese e il Lago Maggiore, fu probabilmente abitato sin dalla preistoria dalle stesse popolazioni di palafitticoli che stanziavano poco lontano, sul Lago di Varese. Oltre a due asce in serpentino verde levigato di epoca neolitica e un'ascia di bronzo, è stato ritrovato nella cava di argilla della fornace Beverina nel 1927 un pugnale di bronzo di epoca celtica.

In epoca romana il territorio venne probabilmente assegnato perchè lo coltivassero a coloni e veterani. I numerosi i reperti archeologici rinvenuti fanno pensare a un insediamento urbano di una certa importanza, sviluppatosi verosimilmente lungo la via che da Sesto Calende portava alla Svizzera attraverso il valico di Ponte Tresa e da lì al passo del Lucomagno.

A partire dal sec. XI cominciò ad emergere la famiglia dei Besozzi, capitanei imperiali, che nel 1277 venne iscritta tra le famiglie nobili milanesi fedeli ai Visconti. E' probabile che dopo la distruzione del castello di Brebbia operata dai Torriani nel 1263 e il conseguente declino di quel borgo, Besozzo e il suo castello crescessero di importanza economica e politica. Nel 1412, i Besozzi vennero investiti del feudo della pieve di Brebbia, che nel 1417 permutarono con la signoria di Besozzo, dove riedificarono il castello.

Besozzo
Foto di GiancarloTiranti

Nel '500 Besozzo era divenuta il centro più importante della pieve di Brebbia tanto che l'arcivescovo Carlo Borromeo definendolo 'luogo salubre, con nobili abitanti e di condizione civile' lo nominò nel 1574 capo di pieve. Risalgono a quest'epoca i numerosi palazzi nobiliari che costituiscono il centro storico di Besozzo superiore.

Nel 1573 il borgo contava 800 abitanti e lungo il corso del Bardello si allineavano diversi mulini, alcuni dei quali servivano alla prime cartiere che furono impiantate verso la metà del 500. I Besozzi erano la famiglia più importante e possedevano, oltre ai palazzi del borgo e alla metà del perticato rurale, una folla (mulino per la lavorazione della lana), 4 mulini, una segheria e sette cascine. Nel 1582 fondarono una scuola dove si insegnavano "grammaticam, humaniores litteras et rethoricam" ai figli delle famiglie nobili e a 12 ragazzi poveri. Nel 1589 destinarono un lascito testamentario per la costruzione di un ospizio (poi trasformato in ospedale) che venne ultimato nel 1613.

L'attuale abitato di Besozzo è diviso in due nuclei dal torrente Bardello: Besozzo Superiore, il nucleo antico e fortificato, e Besozzo Inferiore, il nucleo commerciale, sorto attorno agli antichi opifici lungo le rive del Bardello. Sulla collina di fronte al Castello si concentrano gli edifici religiosi.

Un preziosissimo lavoro è stato fatto da Agenda 21 Laghi che nel quaderno 4- 2015 Valori Territoriali descrive i Beni architettonici e storici di Besozzo.

Basozzo Caldana Inf.
Cardana Inferiore (fraz. di Besozzo) - sullo sfondo il Lago Maggiore
Foto di Sara Lucini

Passeggiando tra le frazioni di Besozzo - Da Bogno a Cardana - e poi un bel Giro ad anello tra i boschi di Besozzo con Nadina Vannetti e il suo allascopertadelvaresotto.blogspot.com


Da vedere:

- PALAZZO BESOZZI MAGGI (sec. XVII) sede del municipio - con cortile con porticato su tre lati ove è sistemata l'ara delle Matrone che pur essendo scritta in buon latino, è dedicata a una divinità celtica, le Matrone, misteriose apparizioni notturne, che venivano invocate, pregate e ringraziate.a testimonianza del persistere di tradizioni e culti precedenti" Alle Matrone - in seguito ad una visione - Mario Valerio Albano - da ornamenti decurionali decorato - lieto volentieri fece "

Besozzo Municipio

- il CASTELLO DI BESOZZO, situato nella parte alta del borgo in posizione dominante, è attualmente occupato da abitazioni private ed è composto da due edifici distinti, che nel XV sec. si sovrapposero al nucleo originario.
Palazzo Cadario, contraddistinto da una elegante torre d'ingresso tardo-rinascimentale con una bella loggia a colonne su beccatelli e un portale bugnato fiancheggiato da due colonne con all'interno un raccolto cortile con possenti colonne in pietra d'Angera, e Palazzo Adamoli, contiguo, i cui elementi di maggior richiamo sono rappresentati dal portale in serizzo di fattura rinascimentale, ornato di fiori stilizzati, e dal cortile interno aperto sul lato orientale, che reca tracce di decorazioni a graffito di età rinascimentale e balconcini risalenti con probabilità a modifiche settecentesche. Tra i due edifici, nel parco, sussiste ciò che resta del primitivo castello medievale: una massiccia torre duecentesca in pietra a vista.

Besozzo Palazzo Cadario
Palazzo Cadario

Besozzo Palazzo Adamoli
Palazzo Adamoli

- la CHIESA DI SANT'ANTONIO, nel nucleo storico di Besozzo Superiore, presso l’antico castello, in un ricco quadro ambientale e di memorie legato all’insediamento della nobile famiglia dei Castelbesozzi (o Besozzi). L’oratorio è frutto di un lascito testamentario di Antonio Besozzi, che nel 1419 devolveva i beni necessari alla costruzione della cappella e al mantenimento di un cappellano residente.
La costruzione è inglobata in parte in un compendio civile e, pertanto, icostruita integralmente nel 1795, conserva un altare settecentesco in marmi e pietre e una traccia di affresco tardo quattrocentesco raffigurante una crocifissione.

Besozzo
Foto di Giancarlo Tiranti

- la PREPOSITURALE DEI SANTI ALESSANDRO E TIBURZIO, citata in un documento del 968 relativo a certi possedimenti lungo il Ticino, posti sotto la giurisdizione del vescovo di Novara. Nel XII sec. fu di proprietà della chiesa di Roma (da qui il rito romano praticato ininterrottamente sino al 1574). Almeno dal XIII sec. vi era annesso un monastero di agostiniani, deputato alla cura d'anime e che in quel secolo risultava, con la chiesa, governato dal monastero di s. Giulio di Dulzago.
Dalla fine del Duecento è presumibile che vi fosse istituita una canonica, attestata agli esordi del Trecento, quando già esisteva da tempo a Besozzo una seconda chiesa, posta sotto l'intitolazione a S. Tiburzio e ricondotta, nel volgere di pochi decenni, forse di pochi anni, ad altare nel tempio principale.
Nel 1574 Carlo Borromeo avviò le pratiche per il trasferimento della sede plebana dall'antica Brebbia a Besozzo, località divenuta centrale per economia e società grazie agli innesti qualificanti della ramificata famiglia dei Castelbesozzi (o Besozzi). Ricondotti i luoghi al rito ambrosiano, soppresse il monastero accorpandone i beni al Seminario di Milano.
Nel 1647 iniziarono i lavori di ammodernamento e nel 1683 il card. Federico Visconti poté constatare il pressoché totale completamento degli sforzi, annotando, durante una visita nei luoghi: “la chiesa dei SS. Alessandro e Tiburzio è stata conclusa quasi a perfezione”. La facciata del tempio seicentesco rimase al rustico e solo nel XIX sec. si diede mano al completamento, quale è oggi.
La cappella della Madonna del Rosario è riccamente decorata a stucco e l'altare maggiore è opera settecentesca della bottega dei Buzzi di Viggiù.

Besozzo SS ALessandro e Tiburzio
Foto di Domenico De Lucia

- il SANTUARIO SAN NICONE, che si raggiunge dal sagrato della prepositurale percorrendo una salita con edicole della Via Crucis.
Nella seconda metà del XIII secolo è attestata una cappella sulla tomba di San Nicone. Nella seconda metà del ‘600 viene ristrutturata la chiesa con un inserimento di cappelle sul lato settentrionale della navata. Sulle pareti interne si possono ammirare i magnifici e coloratissimi affreschi di marca settecentesca dei fratelli Baroffio di Varese.
San Carlo Borromeo volle una generale ristrutturazione di tutte le chiese della zona, e qui nello specifico aveva ordinato che si rinforzasse il culto del Beato Nicone, protettore contro le epidemie del bestiame.
Oggetto di culto e venerazione della popolazione, sono i resti del santo, contenuti in un’urna di metallo con vani di cristallo che risale al 1898.

Besozzo Oratorio beato Nicone

- la CHIESA DI SANT'ANNA, nel rione Ponte a Besozzo Inferiore, edificata ai primi del Novecento su un basamento sotterraneo adibito a oratorio.

Besozzo Sant'Anna

- il Faro, MONUMENTO AI CADUTI DELLA I GUERRA MONDIALE, inaugurato nel 1927 sovrasta l'abitato.

Besozzo
Foto di Laura Calabria

 



Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


- Mulini di Besozzo

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Besozzo

 

Besozzo
Foto di Giancarlo Tiranti

Besozzo
Il Bardello e l'ex Cotonificio Sonnino
Foto di Antonia Rana

Besozzo
Il Faro - Monumento ai Caduti
Foto di Giovanna Maffioli

Besozzo
Il Faro - Monumento ai Caduti
Foto di Monica Casero

Besozzo
Palazzo Cadario
Foto di Rosanna Carbone

Besozzo
Palazzo Cadario
Foto di Rosanna Carbone


Besozzo
Prepositurale dei SS. Alessandro e Tiburzio
Foto di Fabio Calanca

 

 



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:\

Su di un colle ameno è situato BESOZZO, adorno di belle case e di giardini. Dal suo distretto plebano si vedono quattro laghi. Gli bagnano il piede acque limpide del fiume che scorre dal vicino lago di Varese, ed opportuno questo fiume riesce per la carta che vi si fabbrica.

Si vede sulla rupe un antico castello, già dato in feudo nel 1410 da Facino Cane conte di Biendrate, alla famiglia Caste-Besozzo, da cui passò a titolo oneroso nella Viana. L'antichissima famiglia Besozzi da qui orionda è nobilissima, ed illustrò assai questo paese. Uscirono da essa due beati Alberti, uno de' quali si venera nella chiesa di santa Caterina del Sasso, non molto da qui lontano. Fra i personaggi più illustri avvi memoria di Locarno Besozzo, che nel 1140 ebbe una lite coi conti del Seprio per ritenere i feudi di Mendrisio e di Roncate, donatigli dagli imperatori Enrico e Lottario. Da questo borgo e da questa famiglia sortirono e cardinali e vescovi e molti ordinari della Metropolitana di Milano, non che dei buoni scrittori. Molte pie fondazioni esistono qui di beneficenze, di doti, che si pagano dalla congragazione di carità in Milano. Molti legati pii qui fondò parimenti nel 1702 il benemerito prevosto Blenio.

Si trovò in Besozzo nello scorso secolo questa iscrizione: MATRONIS IVNONIBVS VALERIVS BARONIS F. V.S.L.M. Sotto il nome di queste Matrone vogliono alcuni intendere le Dee tutelari delle città e delle provincie secondo il credere dei Romani.

San Carlo, nella visita che fece di Besozzo, trovò nella chiesa il rito romano, perché anticamente ufficiata per concessione dei nobili del paese da' monaci, che vi erano fino dal 1296, dipendenti dal monastero di s. Giulio di Dolzago nel Novarese. V'introdusse il rito ambrosiano; anzi trasferendovi la prepositura e gran parte della collegiata di Brebbia, fece chiesa plebana questa di s. Alessandro veramente magnifica, comché rifabbricata in una sola grandiosa nave nel XVII secolo.

Da questa chiesa di s. Alessandro si passa all'oratorio di s. Nicò. Gli atti di questo santo furono scritti da molti, ed alcuni lo fanno nativo di Barasso, cinque miglia distante da Besozzo nell'anno 350, checché ne dicano altri. Fatto adulto si vuole che fosse condotto a Milano e presentato al santo arcivescovo Ambrogio, che lo arrolò sotto il vessillo della croce, onde poi si fece ad inseguire gli Arriani, che furono sconfitti a Velate. Entrato poscia nel chiostro di s. Ambrogio ad Nemus, quivi visse santamente, finché col permesso dei superiori si ritirò a far vita del tutto solitaria sul colle di Besozzo, dove morì ai 18 aprile dell'anno 433. S. Carlo nel 1568 riconobbe autenticamente le sacre ossa del santo, e ne portò una parte a Milano collocandola tra le reliquie della metropolitana. Fu allora che più viva si accese la divozione al santo colla fabbrica della vaga chiesa, coll'aggiunta della preziosa urna, e col solennissimo trasporto celebrato nella domenica in Albis dell'anno 1685.

Fu soppressa la collegiata: vi rimengono i fondi del beneficio teologale di laico padronato e di molti altri di diritto della nobile famiglia Besozzi. Il ripristino della collegiata sarebbe giovevole a questo borgo insigne. Il vivente consigliere del tribunale d'appello di Milano D. Taddeo Besozzi è chiamato qui per antonomasia il padre della patria. I suoi giovani nipoti, nobilmente educati, formeranno un giorno l'onore del borgo.

BOGNO Anche questa terra nel 1040 aveva un castello posseduto dal conte Guiberto di Ghemo, e da lui poi venduto al capitolo di Brebbia. La parrocciale di s. Vito vi esisteva finao dal 1145.

CARDANA era in gran parte posseduta dai monaci di Besozzo, i di cui beni furono poi da san Carlo uniti al seminario di Milano, come lo sono tuttora.