Olona


Olona a La Rasa

Percorso

L'Olona nasce a nord della città di Varese. Il ramo principale inizia nel territorio della Rasa, poco sotto al Passo della Motta Rossa. In questo punto convergono le acque di almeno sei sorgenti, tre delle quali provengono dai monti vicini: la più importante sgorga in località Fornaci di Riana, la seconda proviene dal Passo del Varrò, tra il Monte Pizzella e il Monte Legnone, e la terza ha origine a ovest della Rasa ed è di portata più modesta.
Le prime due sorgenti si riuniscono a monte della frazione, mentre la terza confluisce poco più sotto insieme al torrente Vigo.

Si considera parte del fiume Olona anche il ramo che proviene dalla Valganna, che ha le sorgenti a sud del Monte Martica e che percorre la cosidetta Valle delle Grotte. A valle dell'abitato di Bregazzana, i due rami si uniscono a formare l'Olona.

Il ramo della Rasa, ha come affluenti: i torrenti Legnone, Brasché, Grassi, Boccaccia, Pissabò, Sesnini.
Il ramo della Valganna conta come affluenti: i torrenti Margorabbia, Valfredda, Pissavacca, Pedana della Madonna.

Poco prima del ponte del Pré, riceve le acque del torrente Bevera, che nasce sotto il Monte Orsa in prossimità di Viggiù ed è ritenuto il più ricco tributario del fiume, nel quale confluisce in sponda sinistra tra i comuni di Malnate e Varese. Appena mezzo chilometro dopo il ponte di Pré riceve il torrente Vellone, che si immette in sponda destra.

Ancora più a valle, in località Folla di Malnate, l'Olona riceve le acque del torrente Lanza (detto anche Ranza o Anza), a sua volta alimentato dal torrente Clivio e dal riale Renone. Altri affluenti sono il Fogascé (o Gerre), il Quadronna (che nasce ad Albiolo, in provincia di Como), il Selvagna (che nasce vicino a Bizzozero), il riale di Gornate, il Marubbio di Gornate Seuperiore e il Bozzone (Lonate Ceppino).

A Gorla Minore l'Olona forma un ramo secondario lungo circa 1200 mt, chiamato Olonella. Dirigendosi verso la pianura, il corso dell'Olona si divide in alcuni canali industriali, confluendo poi in un unico letto prima di Castellanza.

Superata Castellanza, l'Olona entra in territorio di Legnano, in provincia di Milano, ove scorre parzialmente tombinato per poi tornare all'aperto nei pressi del Castello, che sorge al centro di un isolotto formato da due rami del fiume.

L'Olona attraversa poi un vasto territorio agricolo fino a Rho, dove riceve le acque del torrente Bozzente.

"Anticamente il fiume si dirigeva da Pogliano a Binasco e metteva foce in Po a San Zenone percorrendo così all'incirca 120 chilometri, ma fu intercetto a sud di Milano coll'apertura del Naviglio Grande. Però presso Binasco l'antico alveo d'Olona serve tuttora ad accogliere e tradurre al Po le colature dei fondi irrigui di cui è ricca la ubertosa pianura pavese. Per cui si può die che l'Olona rinasce colà, mentre si estingue in Milano ove mette capo nella Darsena di Porta Ticinese. Nel 1919 vennero intrapresi i lavori del Municipio di Milano per deviare e sistemare la tratta d'Olona in questo Comune dirigendola verso il Lambro Meridionale con una tomba sottostante il Naviglio Grande presso San Cristoforo".
(Ing. Luigi Mazzocchi - Dizionario del fiume Olona - Milano 1920).

Dalle sorgenti della Rasa a Milano la lunghezza del fiume Olona è pari a 71 km, mentre il ramo a sud del capoluogo è di circa 50 km.

 

Fontane

L'Olona è un fiume dalle acque perenni, grazie alle numerose sorgive o fontane (situate solo nella parte alta del fiume sino a Gorla Maggiore, da Legnano in poi troviamo i fontanili, ovvero dei canali artificiali alimentati dalla falda acquifera) che assicurano apporto di acqua anche nei periodi di maggiore siccità. Grande era l'importanza attribuita in passato alla pulizia di queste sorgive, tanto che erano previste sanzioni pecuniarie a chi aveva "l'ardire di usare, impedire o divertire le acque delle fontane vecchie".

Le "Fontane tributarie del fiume Olona" sono state minuziosamente descritte e disegnate dall'Ing. Mazzocchi nominato ingegnere d'Olona nel 1880 dal Consorzio del fiume. Di seguito riportiamo la mappa delle fontane, per una descrizione delle singole fontane cliccate qui.


Fontane del ramo della Rasa


Fontane del ramo della Valganna

 



Fontane del fiume Olona da Varese a Gorla Maggiore

 

Oltre alle sorgenti vere e proprie, la portata del fiume è incrementata anche da molte altre sorgive che sgorgano dai boschi e prati vicini alla valle.
A queste occorre aggiungere le fontane presenti a mezza costa e un tempo utilizzate per l'approvvigionamento idrico delle varie popolazioni. Ricordiamo la fonte di Bergoro (o di Manigunda) e quella di Lonate Ceppino.

La fonte di Bergoro ha una storia millenaria - si narra che Anastasio, Vescovo di Pavia, e la nobile longobarda Manigunda furono guariti bevendo da questa fonte. In ringraziamento dell'evento fondarono il monastero di Santa Maria Assunta in Cairate.

La fontana di Lonate Ceppino si trova lungo la strada che dagli ex-mulini Lepori sale verso il paese. Protetta da una struttura architettonica risalente al 1750 risulta oggi non potabile per inquinamento da prodotti chimici usati in agricoltura.

Lonate Ceppino Fonte

Nel Catasto Generale del 1851, nel calcolo dei prati irrigati con acqua d'Olona, si precisa che "sono esclusi dal computo i prati irrigati ed i Mulini funzionanti con acque : Sorgenti della Valle del Brincio - Sorgenti della Novetta in Val Grogna - Fontane dette del 'Fantono' - Sorgenti del torrente Vellone - Fontane di Bizzozzero - Fontane di Gurone - Riale di Bizzozzero - Sorgenti di Schianno - Sorgenti di Lozza - Sorgenti di Morazzone - Influenti del Selvagna - Fontanelle 'Martignoni' - Fontane della Colorina in Castiglione Olona.

Un patrimonio idrico naturale che per decenni ha fatto funzionare centinaia di mulini dapprima e poi manifatture, cotonifici, concerie, setifici, tessiture e tintorie.

 

Mulini


La valle scavata dall'Olona è ricca di storia ed è una delle zone più significative del Varesotto, "teatro di tutte le attività umane" la definì Piero Chiara.

L'acqua dell'Olona veniva usata per scopi domestici, per la produzione di ghiaccio per la conservazione di cibi e bevande, per abbeverare il bestiame, per fabbricare mattoni e tegole, per la lavatura delle lane e la macerazione del lino o della canapa nonché per l'allevamento dei pesci (i 'vivari', proibiti attorno al 1670 perchè impedivano il deflusso delle acque).

Fulcro del sistema economico collegato all'Olona furono i mulini, utilizzati per la macina dei cereali, per la produzione di olio, per la lavorazione di panni di lana e di tessuti di cotone, per la pilatura del riso, come magli per lavorare rame e ferro, come segherie di legname ma anche di marmo.

L'Olona era considerato dal Ducato di Milano un fiume di utilità pubblica stante il gran numero di mulini che macinavano grano e l'uso delle sue acque era regolamentato in modo da assicurare l'acqua ai mugnai, arrivando a stabilire degli orari per l'irrigazione dei campi, così da non pregiudicare il lavoro dei mulini. Mulini che venivano costruiti ovunque la pendenza del corso d'acqua fosse sufficiente a sviluppare forza per far girare una ruota.

Il primo mulino di cui si ha traccia lungo il tratto d'Olona varesina risale al 1043: Pietro Vicemale (Vismara) è proprietario di un mulino a Cogorezio (rione sud di Castellanza). Seguiranno di lì a poco un mulino a Castegnate (1045) di proprietà dell'Abbazia milanese di San Dionigi e un atto di vendita di mulini e diritti di pesca (1046) a Gorla Maggiore e Minore da Arnolfo, chierico e notaio della Chiesa Milanese, a Pietro Bonizo, prete decumano della Basilica di San Nazaro in Pietrasanta.

In una mappa del 1574 realizzata in occasione della visita pastorale di San Carlo Borromeo nella pieve della Valle Olona sono nitidamente riportati due mulini con tanto di ruota a pale a sud del ponte di Pré, in territorio di Malnate.

Nel 1608 lungo l'Olona si contavano 116 mulini con 463 rodigini; nel 1772 il numero era sceso a 106 con 424 rodigini, compresi un filatoio, un mgalio, due folle di panni e alcuni torchi d'olio. Nel 1881 si contavano 55 mulini per un totale di 170 ruote.

Le acque del fiume facilitarono poi il sorgere di numerosi altri insediamenti di tipo preindustriale: concerie, sbianche per la lavatura della tela (la famosa tela olona), segherie per il legname e marmo (specialmente sul torrente Bevera). Verso la metà del XIX secolo crebbero lungo il corso dell'Olona cartiere, filande di cotone e seta, tintorie, sbianche, fornaci, industrie meccaniche. Le vecchie ruote dei mulini vennero man mano sostituite dalle moderne turbine, in grado di sfruttare meglio la corrente del fiume.

Come reperti di archeologia industriale, partendo dalle sorgenti, i primi impianti molinatori che si incontrano lungo l'Olona sono i mulini Grassi di Varese, composti da più edifici costruiti tra il XVI ed il XIX sec. seguendo il livello del fiume. Restaurati nel 1973 e adibiti ad abitazione, conservano la struttura originaria. Sono tuttora presenti due ruote in ferro a  testimonianza di un passato recente e sui muri esterni alcuni esempi di meridiane di grande interesse storico ed un pregevole affresco del 1675.

Mulini Grassi
Mulini Grassi Mulini Grassi


Più a sud sono presenti i mulini Sonzini di Gurone, anteriori 1772 e oggi privi della roggia, rimossa per la costruzione del manufatto destinato a contenere le piene dell'Olona. Molte delle costruzioni originali sono ancora abitate mentre l'unico mulino tuttora esistente è dal 2011 oggetto di attenzione ed iniziative da parte di Legambiente. La loro storia è ben sintetizzata in questo opuscolo della biblioteca di Malnate.

Mulini Gurone
I Mulini di Gurone oggi ....


... e com'erano

Malnate Molino di Gurone
Molino di Gurone
Foto di Marco Quartiani

A Vedano Olona è situato il mulino alle Fontanelle. Citato nel catasto del 1733, contava 4 rodigini e utilizzava 'acque unite a quelle delle sorgenti e fontane che scendono dalle valli di proprietà Odescalchi'. Nel 1873 funzionava con 3 rodigini di cui 2 per macina di grano e 1 servente al torchio dei fratello Montoli. Oggi, al posto dell'antico mulino alle Fontanelle esiste un ristorante.

Mulino Fontanelle


In località Castellazzo di Fagnano Olona, è situato il mulino Bosetti. Già censito come mulino Visconti nel 1772, fu catalogato come mulino del Ponte nel 1857 prima di assumere la denominazione di mulino Bosetti negli anni seguenti. Mulino da grano rimase attivo sino agli anni 70 del 1900 allorché dovette cessare l'attività per gli acidi scaricati in Olona dalla cartiera a monte che " rovinavano la farina e corrodevano addirittura le pale." Nel 1982 risultavano accessibili le sole abitazioni, mentre il resto era abbandonato.



Foto di Luisa Bianchi - 2021

Sempre a Fagnano Olona, ma in località Balzarine, ci sono i resti del mulino del Sasso, antecedente al 1772, con le due ruote in ferro e parte del loro sistema di funzionamento. La storia dei mulini di Fagnano Olona la potete leggere in questo opuscolo della ProLoco.

A Castelseprio sono visibili i resti del mulino del Zacchetto dei Lambertenghi, attivo per fini agricoli dal XVIII al XIX secolo. Nel 1919 passa alla Società Prodotti Chimici Pagani & C. , trasformato in centrale elettrica e in seguito alla Helioplastic di Castelseprio. Oggi l'intero complesso con la sua centrale elettrica è in avanzato stato di degrado.


Foto di Antonio Cassinotti

A Gornate Superiore, frazione di Castiglione Olona, è situato il mulino del Celeste. Nel 1772 mulino del conte Camillo Marliani, condotto da Antonio Guidali con 7 rodigini; nel 1815, Mulino fratelli Guidali di 7 rodigini; registrato nel 1881 come Mulino del Celeste, per macina grano dei fratelli Guidali, per macina grano per Maria Guidali, per torchio e macina fratelli Poretti, con fabbrica, di rodigini 7. Il mulino cessò l'attività nel 1930 e venne adattato ad abitazioni private. Unico nel suo genere, si presenta come aggregazione di più edifici allineati parallelamente al corso del fiume.

A Lonate Ceppino è situato il mulino Taglioretti. Nel 1722 era di proprietà Marliani e assunse la denominazione di mulino Taglioretti nel XIX secolo. Fu a servizio della cartiera Canziani nel 1901 e del cartonificio Samec dal 1920. Nel 1982 risultava abbandonato.

A Gornate Olona sono presenti i mulini di Torba e San Pancrazio. Entrambi esistenti prima del 1772, assunsero i nomi delle rispettive frazioni nel 1857. Cessarono le attività molinatorie verso metà del XX secolo. Sono in gran parte adibiti ad abitazioni.

Ad Olgiate Olona è situato il mulino Bianchi o 'del Sasso'. È ben conservato ed è in corso un progetto che prevede il ripristino completo dell'impianto idraulico.

A Marnate, i resti del mulino Balbi già esistente nel 1469 e proprietà della famiglia Balbi sino al 1566. Funzionò sino al finire degli anni Venti del secolo scorso. Accanto vi erano alcuni lavatoi pubblici e per questo il luogo è detto 'I lavandé'. Oggi è in stato di completo abbandono. Accanto è stato di recente attrezzato un parco pubblico.


Nel 1772 vennero censiti tre mulini a Castellanza e due a Castegnate. I mulini di Castellanza: uno era di proprietà dell'Ospedale Maggiore di Milano (molinaro Paolo Bianchi), un altro di Galeazzo Caimo (molinaro Remolini Gioachino) e l'ultimo di Carlo Genesio Custodi che in realtà era un mulino doppio, ovvero nello stesso edificio coesistevano due attività molinatorie. I due mulini di Castegnate appartenevano uno al Marchese Fagnani (molinaro Valentino Bianchi) e l'altro a Raffaele Molinari.

Nel 1881 fanno la loro comparsa i primi stabilimenti industriali e così accanto a una macina da grano di proprietà di Gaetano Rampinini e a una molazza con torchio di Angelo Salmoiraghi, compare una 'fabbrica di garze', detta Mulinetto di proprietà del Cotonificio Cantoni e sita nell'antico Mulino della Costa. Lo stesso a Castellanza, dove vengono censite una macina da grano di proprietà Natale Croci e nipoti (Mulino Smirlino) e due impianti per la lavorazione del cotone: uno di proprietà del Cotonificio Cantoni (filatura, tessitura e candeggio) e l'altro di Francesco Turati (filatura e tintoria).

I mulini vennero via via trasformati in opifici. Uno dei primi a compiere il grande passo fu Pietro Turati che nel 1842 ottenne il permesso di trasformare il mulino di sua proprietà in uno stabilimento di filati di cotoni. Diversamente, il Mulino Salmoiraghi, situato vicino alle scalette che da Corso Matteotti portano a Castegnate, continuò la sua attività molitoria sino ai primi anni del 900. Venne demolito nel 1955.

Castellanza Mulino Salmoiraghi
Ricostruzione dalle mappe catastali del mulino Salmoiraghi

Delle attività molinatorie restano le macine da mulino donate dalla famiglia Mira, ultimi proprietari del Mulino Smerlino ceduto nel 1941 alla Manifattura Tosi (che aveva rilevato le attività della Turati).


"Antiche macine che mosse dalla forza del fiume e dal sapiente intervento dei "molinari"hanno creato lavoro e contribuito al benessere della nostra Comunità
(donate dalla famiglia Mira)

 

I mulini sull'Olona da La Rasa a Castellanza secondo quanto ricostruito da Luigi Carnelli "Il fiume Olona. Le acque, la storia, i mulini". Comune di Gorla Maggiore 2006

Per una 'Bibliografia ragionata per la ricostruzione della storia del rapporto fiume territorio nei bacini dell’Olona, Bozzente e Lura' si veda ARPA Lombardia - Attività di supporto ai processi negoziali - “Verso i contratti di fiume” Bacino Olona-Lambro - Rapporto del primo anno di lavoro:
Contratto di fiume Olona, Bozzente, Lura Aprile 2004 .

Il fiume Olona - Una storia vecchia e problemi nuovi (Fernando Pravettoni Rotary Club Rho) - come e perché venne deviato il suo corso interrompendolo a Milano.

 

Piene

Dalla notte dei tempi, le sponde dell'Olona sono sempre state costellate di imprese, dai primi edifici molinatori alle moderne fabbriche industriali. Le esondazioni del fiume, talvolta improvvise, hanno sempre creato grande sconquasso, non solo alle popolazioni locali ma anche alle imprese produttive, spesso costrette a sospendere l'attività.

Per ovviare al pericolo di piene, nel 1979 venne ideata la costruzione di una 'diga', una "cassa di laminazione" delle acque in località Mulini di Gurone, nella piana compresa tra la Folla di Malnate e il Ponte di Vedano. In pratica, un invaso atto a contenere le acque del fiume in caso di piena, dovuta a forte precipitazioni atmosferiche, evitando che si riversino furiosamente nella parte sud dell'asta del fiume. Le acque trattenute vengono poi rilasciate gradualmente al ritorno del bel tempo. La diga sull'Olona è entrata in funzione nel 2009.

Al centro dell'invaso, sorgono i mulini di Gurone, protetti da una 'ciambella di salvataggio' alta 12 mt e lunga 156 mt che li contiene interamente e che impedisce all'acqua di allagarli.


Simulazione di piena ...