La provincia di Varese, spesso definita “terra dei sette laghi” per la sua straordinaria ricchezza idrografica, offre un territorio che sembra concepito appositamente per un’esplorazione lenta e consapevole. Questo paesaggio, un mosaico di specchi d’acqua incastonati tra verdi colline moreniche e i primi contrafforti delle Prealpi, trova nel movimento su due ruote il suo ritmo ideale di scoperta. È un contesto in cui il cicloturismo Varese ha smesso di essere una tendenza di nicchia per trasformarsi nella modalità più logica ed efficace di connessione con l’ambiente. La capillare infrastrutturazione di percorsi protetti e ben manutenuti negli ultimi anni ha reso questa esperienza accessibile a tutti, non più soltanto ad atleti allenati, trasformando la semplice pedalata in una vera opportunità di conoscenza del territorio, capace di coniugare benessere fisico e arricchimento culturale.
Il simbolo: l’anello del Lago di Varese
Il simbolo indiscusso della vocazione ciclabile della provincia è, senza dubbio, la pista ciclabile Lago di Varese. Questo tracciato rappresenta un modello di valorizzazione territoriale, offrendo un anello completo di quasi trenta chilometri che abbraccia l’intero bacino lacustre. Il pregio maggiore di questa infrastruttura risiede nella sua assoluta democraticità: è un percorso quasi interamente pianeggiante, perfettamente asfaltato e protetto dal traffico veicolare, che lo rende realmente fruibile dalle famiglie con bambini, dai ciclisti occasionali o semplicemente da chi desidera passeggiare in un contesto sicuro e rilassante.
Pedalare lungo questo anello significa immergersi in un panorama in costante evoluzione. Lo sguardo si sposta continuamente tra i canneti che costeggiano l’acqua, dove la fauna avicola trova rifugio, e gli maestosi sfondi che incorniciano il lago. Il “balcone del Varesotto“, ovvero il massiccio del Campo dei Fiori con il Sacro Monte, domina costantemente la scena da nord, regalando scorci di grande impatto. Nelle giornate più terse e limpide, la vista si apre ulteriormente, permettendo di ammirare la catena alpina e la sagoma inconfondibile del Monte Rosa che si staglia all’orizzonte. Il percorso non è però solo un’esperienza naturalistica; è costellato di punti di interesse culturale, come l’antico Chiostro di Voltorre, le pittoresche “ghiacciaie” di Cazzago Brabbia, testimonianza storica di quando il lago era fonte di ghiaccio per la regione, o il vivace lungolago di Gavirate.
L’oasi naturale: l’anello del Lago di Comabbio
A pochi colpi di pedale dal suo fratello maggiore, e ad esso collegato tramite un percorso ciclo-pedonale dedicato, si trova il Lago di Comabbio. Questo bacino, più piccolo e raccolto, offre un’esperienza per certi versi ancora più intima e naturalistica. L’anello che lo circonda, lungo circa dodici chilometri e anch’esso completamente pianeggiante, è un vero gioiello per chi cerca una fuga dalla frenesia. Se la ciclabile di Varese è panoramica per l’ampiezza delle sue vedute, quella di Comabbio è affascinante per la sua prossimità all’ecosistema lacustre.
Una parte significativa del tracciato, infatti, è costituita da una suggestiva passerella in legno che corre a filo d’acqua, permettendo ai ciclisti di pedalare letteralmente sopra il lago, tra le ninfee e i fiori di loto che in estate offrono uno spettacolo cromatico indimenticabile. Questo percorso è il luogo ideale per il birdwatching e per godere del silenzio, interrotto solo dai suoni della natura. La sua totale sicurezza e la lunghezza contenuta lo rendono una meta prediletta per le famiglie e per chi cerca un’immersione anti-stress, magari da concludere con una sosta nel curato parco di Ternate che si affaccia direttamente sulle acque.
Tra storia e industria: la pista della Valle Olona
Per chi desidera un’alternativa ai panorami lacustri, il territorio varesino offre un’immersione nella storia del lavoro e nell’archeologia industriale: la Pista Ciclopedonale della Valle Olona. Questo tracciato, che si sviluppa per oltre venti chilometri da Castellanza fino a Castiglione Olona, offre un’esperienza paesaggistica e culturale completamente diversa, ma altrettanto accessibile. La pista sorge infatti sul sedime della vecchia ferrovia della Valmorea, un tempo arteria di trasporto per le numerose industrie tessili della valle.
Questa origine ferroviaria garantisce la sua estrema facilità: le pendenze sono quasi nulle, rendendola adatta a qualsiasi tipo di bicicletta e preparazione fisica. Pedalare qui significa viaggiare nel tempo. Il percorso si snoda lungo il corso del fiume Olona, alternando tratti di bosco fitto e ombroso a improvvisi squarci su imponenti monumenti di archeologia industriale. I vecchi mulini, i cotonifici e le filature abbandonate, come il maestoso complesso industriale di Marnate, emergono dalla vegetazione come cattedrali di un’epoca passata. Il punto di arrivo (o di partenza) a Castiglione Olona offre una conclusione culturalmente perfetta: il borgo storico, considerato una delle prime “città ideali” del Rinascimento e oggi sito patrimonio dell’UNESCO, è un gioiello che ripaga ampiamente della fatica, seppur minima, della pedalata.
Questi tre itinerari, così distinti nel carattere ma accomunati da una totale accessibilità, rappresentano solo un assaggio della vocazione ciclabile del territorio. Offrono la dimostrazione concreta di come il Varesotto sia un’area da riscoprire con un ritmo diverso, dove il panorama lacustre e la memoria industriale si fondono in un’unica, appagante esperienza su due ruote.