Somma Lombardo

Somma Lombardo
Foto di Ferruccio Schenato

Il suo territorio si estende lungo la sponda del Ticino, nel tratto tra Golasecca e Vizzola Ticino, al limite delle alture moreniche del Verbano e all'inizio della pianura. Il paesaggio alterna rilievi boschivi a vaste estensioni di brughiera, un tempo ricca di cacciagione. L'intero territorio è inserito sin dalla sua costituzione (9 gennaio 1974) nel Parco naturale lombardo della Valle del Ticino.

Il nome deriva dal latino “Summa”, intesa come parte più alta, probabilmente riferito al tratto della Mediolanum-Verbanus che da qui passava.

I dintorni di Somma sono ricchi di reperti a testimonianza di una presenza umana sul territorio a partire dall'età del bronzo. A Coarezza e in località Case Nuove sono state rinvenuta diverse tombe a cremazione databili al sec. XIII a.C. Risalgono poi all'età del ferro le numerose tombe della cultura di Golasecca e il cromlech del Vigano, un grande recinto tombale e rituale, costituito da oltre trecento massi. Sempre nella brughiera di Vigano si trova il 'Sass di Bis', sasso delle bisce, un masso erratico con un complesso di antiche incisioni a coppella singola: è uno dei rari esempi di incisioni rupestri nell'area interessata dalla Civiltà di Golasecca.

Nel sec. IV a. C. si insediò la tribù gallica dei Votodrones, come testimonia una lapide romana, rinvenuta nei pressi di Mezzana. Numerosi sono i ritrovamenti di utensili d'uso domestico e comune, armi, scudi, venuti alla luce. A lato della via romana (della quale è stato scoperto un tratto nella attuale via Albania) sorsero le necropoli più antiche in cui era in uso il rito della cremazione. Dal sec. III d.C. si diffuse il rito della inumazione, come attestano i ritrovamenti di via Binaghi: balsamari in vetro, vasellame, monete, olpi.

Oltre alla "Mediolanum-Verbanus" che passava nei pressi di Somma, per poi scendere a Sesto e raggiungere Stazzona (Angera), l'antica Summa era crocevia con l'altra grande arteria romana, la "Novaria-Comium", che conduceva in primis a Castelseprio.

Molti indizi lasciano supporre che in epoca medievale, oltre al castello Visconti, esistessero altri fortilizi. Se alcuni dubbi permangono nell'attribuire le rovine del monte Sordo, a nord-ovest del paese, a una fortificazione, è documentata la presenza in loco di un ospedale fondato nel sec. XII ed è provata l'esistenza di un altro castello al centro del paese. L'abitato di Somma era poi protetto da una cinta di mura con diverse porte di accesso, tutte abbattute sul finire del'700.

Nei sec. XI e XII, la signoria di Somma era di pertinenza del monastero di San Simpliciano di Milano, che nell'881 ereditò i beni del nobile possidente sommese Guilizione, come testimonia una lapide murata nella stessa chiesa.
Nel 1141 Somma venne regalata dall'abate Venerio di San Gallo (Svizzera) a Guidone Visconti.

Nel 1251 il castello di Somma è abitato da Pietro Visconti, che nel 1288 dividerà le proprietà e i diritti di sua spettanza con i nipoti Matteo e Uberto. A Uberto pervennero i beni di Somma, che rimasero per successione ereditaria ai suoi discendenti.

Nel 1448, allorchè a Milano fu proclamata la Repubblica Ambrosiana, i Visconti, Signori di Milano, si trasferirono a Somma e riadattarono ad abitazione il poderoso castello medievale.

Il Catasto Teresiano e il successivo del Lombardo Veneto annoverano lungo il corso del torrente Strona due mulini: il mulino Coop (o delle Motte) di proprietà del marchese Gerolamo Cusani, con livellario il sig Casale Giovanni Battista, ceduto nel 1857 a Terzaghi Giuseppe, la cui famiglia ne detenne la proprietà sino al 1943 quando lo cedette all'industriale Ferrerio Antonio; e il mulino dello Strona di proprietà dei Visconti di Modrone sino al 1952 quando venne registrato come casa-ripostiglio del sig Canesi Pietro.
Altre attività molitorie fecero la loro comparsa a la Maddalena, a ridosso del Ticino e del complesso di dighe e canali del Panperduto: Fogadori, mulino di Mezzo, Risella

Con il Regno d'Italia venne eletto Sindaco di Somma Carlo Ermes Visconti. In quegli anni sorsero diverse imprese di filatura e torcitura del cotone, ricamifici, tessiture (Visconti di Modrone, 1875), lanifici (Mosterts, 1867). Nel XX secolo aprirono i battenti lo stabilimento Caproni e il Lanificio di Somma.

Da vedere:


- il CASTELLO VISCONTEO venne eretto nel sec. XIII e nel 1251 era abitato da Pietro Visconti. Nel 1448 Guido e Francesco Visconti si ritirarono a Somma e iniziarono ad ampliare e trasformare il castello. Fu abbattuta l'antica chiesa di S. Agnese che sorgeva nei pressi del fossato e ricostruita dove si trova ora. Nel 1473 il castello e il borgo di Somma vennero divisi tra i due fratelli Visconti : al fratello maggiore, Francesco, da cui discenderanno i Visconti di San Vito, spettò la parte rinnovata del Castello e la parte nord del borgo; a Guido, da cui discenderanno i Visconti di Modrone, la parte più antica e la parte bassa di Somma.

Riunite le proprietà negli anni '50 del secolo scorso dal marchese don Alberto Visconti di San Vito, il castello si presenta oggi come un grande quadrilatero al cui interno sono racchiusi tre castelli sviluppati intorno a tre ampi cortili con porticati e ciascuno con ingresso indipendente.

Nel castello si può ammirare la curiosa collezione di piatti da barba, cinquecentotrenta pezzi provenienti da tutto il mondo, in legno, alabastro, ottone, ceramica e porcellana.



Somma Lombardo Castello Visconti
Foto di fil@va


- la BASILICA DI SANT'AGNESE, al centro della cittadina, eretta nel 1450 ad opera dei Visconti in sostituzione dell'antica chiesa ai alti del castello nel sito ove sorgeva nel sec. XI la chiesa di S. Fede e l'antico castello donato da Guilizione, signore di Somma nel IX sec., al monastero di S. Simpliciano. Venne ristrutturata nel 1645 su disegno di Francesco Maria Richini, vi si conservano una statua in marmo della Madonna, opera del 1865 di Luigi Crippa, e nell'abside una tela di Carlo Cane, artista del 1600, raffigurante il Martirio di S.Agnese e un trittico su legno raffigurante S.Modesto, Crescenzio e Vito, attribuito ad Ambrogio Bevilacqua, detto il Liberale, ed eseguito fra il 1498 e il 1502. Conserva un organo del 1876 realizzato dai maestri organari varesini ”Giuseppe Bernasconi” e restaurato da Giovanni Mascioni di Azzio nel 2010.


Foto di Rosanna Carbone


- la CHIESA DI SAN VITO, situata a breve distanza da S. Agnese, in posizione dominante, probabilmente ove esisteva una fortificazione di epoca romana. Eretta nel 1586 su una preesistente cappella dedicata ai S.S. Vito e Modesto; nel 1617 vennero aggiunte le due cappelle laterali e il campanile. Nella cappella della Madonna del Carmine si trova un pregevole altare dorato del sec. XVII. Da ammirare l'organo settecentesco con cassa in legno intagliato.

Si narra che la moglie di un muratore nel porgere al marito, addetto alla costruzione della torre campanaria, il paniere con il pranzo cadesse dall'impalcatura e che il marito nel tentativo di afferrarla precipitasse pure lui nel vuoto. In loro ricordo vennero murate le loro effigi in cotto ai lati della finestrella lucernaria. Altri sostengono trattarsi dei resti di due statue che nessun ebbe il coraggio di buttare!



- l'ORATORIO DI SAN BERNARDINO, edificato nel 1523 nel luogo ove già esisteva una cappella campestre dedicata alla Madonna. All'interno si può ammirare la Madonna col Bambino e San Bernardino opera del Fiammenghino (soprannome di Giovan Mauro Della Rovere) noto artista attivo tra la fine del XVI e gli inizi del secolo XVII che, in collaborazione con il fratello Giovan Battista, lavorò ad importanti cicli di affreschi in varie località lombarde (Chiaravalle Milanese, Bienno, Garzeno, Montemezzo).

Somma San Bernardino


- la CHIESA DI SAN ROCCO,edificata probabilmente su un preesistente oratorio campestre esistente già nel 1524, è composta da due corpi di fabbrica, l’uno inglobato nell’altro. Tra il XVI e il XVII secolo venne realizzato attorno alla cappella più antica un nuovo edificio a pianta centrale: una croce greca, sulla quale si innesta l’abside e il cui transetto è chiuso da due cappelle a terminazione piatta; negli spazi tra i bracci della croce sono ricavati quattro ambienti, uno dei quali è attualmente utilizzato come sacrestia; esternamente l’edificio assume quindi la forma un quadrilatero, completato su un lato dall’abside.
Nel 1636 venne saccheggiata e distrutta dell'esercito franco-savoiardo; nel 1638 venne ricostruita e ampliata e nel 1760 venne costruito il campanile. Nella facciata si possono ammirare le due cappelle della Via Crucis, originariamente collocate sul piazzale delle chiesa, sopravvissute al saccheggio del 1636.
All'interno, un affresco della prima metà del Cinquecento raffigurante una "Madonna con Bambino, San Giovannino e i Santi Rocco e Sebastiano" e, sulla parete di fondo, una "Crocefissione" con la Maddalena, Maria Vergine e San Giovanni Evangelista, opera del XVII secolo.


Foto di Rog Flori


- ilSANTUARIO DELLA MADONNA DELLA GHIANDA, a Mezzana Superiore, è stato ricostruito inglobando una cappella votiva del 1288; vi sono affreschi di Michelino da Besozzo del 1300 che raffigurano l'Albero Genealogico della Vergine.
La nascita del Santuario si deve ad un fatto miracoloso occorso ad una pastorella sorda e muta che sostava all’ombra di una quercia, vigilando le poche pecore che il padre le comandava di guidare ogni giorno al pascolo. Una mattina, la pastorella, mentre si avvicinava alla quercia, la vide avvolta da una grande luce e fra i rami, le apparve una Signora fasciata di azzurro che le parlò soavemente: “Torna al paese; chiama tuo padre”. La fanciulla corse alla casa e, tremante di commozione, raccontò al padre l’accaduto, invitandolo a seguirla. Padre e figlia ritornarono alla quercia ma la Signora era scomparsa lasciando la prova del suo miracoloso passaggio: la pastorella udiva e parlava e a tutti raccontava la sua straordinaria avventura. La Madonna della Ghianda è patrona dei sordomuti.
L'edificio è in stile rinascimentale, su progetto dell'arch. Pellegrino Tibaldi; nelle quattro cappelle, gruppi di statue a grandezza naturale, scolpite in legno di fico che raffigurano scene della Passione di Cristo; vi si conservano una Incoronazione, della scuola del Tiziano ed una Crocifissione di G.B. Crespi detto il Cerano; notevole è il pulpito con sculture in legno e un quadro con bassorilievo in terracotta che rappresenta la Crocifissione.

Somma Madonna Ghianda


- la PREPOSITURALE DI SANTO STEFANO, a Mezzana Superiore, se ne ha notizia sin dal 1200, allorché fu elevata a Collegiata; è stata ricostruita nel 1450 e rimaneggiata nel 1639; il campanile è del 1744; all'interno, di gusto baroccheggiante, vi sono due affreschi ai lati dell'altare maggiore raffiguranti scene della vita di S.Stefano; vi sono conservate due tele del Bramantino che raffigurano la Pietà e la Pentecoste e un polittico di Marco d'Oggiono; affreschi del Bramantino.

Somma Santo stefano


- LA PARROCCHIALE DI SAN FABIANO E SAN SEBASTIANO, a Coarezza, edificata probabilmente attorno al 1287, in cui nel 2003 sono state rinvenute trenta tombe e un ossario, databili al '600 e '700. Nel 2010 è stato rinvenuto nell'archivio parrocchiale un antico manoscritto, risalente agli inizi del '700, con la solenne liturgia cantata per la festività di san Sebastiano, patrono di Coarezza.



- il SANTUARIO DI SAN CARLO AL LAZZARETTO E BEATA VERGINE ADDOLORATA, dedicata a San Carlo Borromeo, invocato per la protezione della peste. Durante la peste del 1576 il marchese di Sanvito Hermes Visconti, assistette gli appestati facendo costruire un capannone di legno come riparo dalle intemperie. Durante la peste del 1630 nello stesso luogo venne edificato l’oratorio e un ospedale. La piccola chiesa venne aperta al culto nel 1734. Al portico si accede con una breve scalinata larga quanto la facciata preceduta da una lunga salita gradonata. Nel 1938 il prevosto mons. Sessa, fece realizzare il viale, con quattordici stazioni della Via Crucis affrescate dal Rossetti di Samarate.


- la DIGA DEL PANPERDUTO, in località Maddalena, da cui hanno origine il sistema dei Navigli e il Canale Villoresi. Nell'ambito di un progetto per la navigazione e la valorizzazione del sito il vecchio casello idraulico è stato trasformato in ostello e un vecchio edificio posto al centro dell'isola artificiale di Confurto, una lingua di terra tra il fiume Ticino e il bacino di calma di Panperduto, in Museo delle Acque italo-svizzere.


Foto di fil@va


- l' IPPOSIDRAo ferrovia delle barche di cui rimangono alcune tracce nella brughiera di Malpensa e nel Parco del Ticino.
Partendo da Tornavento, frazione di Lonate Pozzolo, e costeggiando il Naviglio Grande è possibile arrivare all'alzaia di Sesto Calende ripercorrendo il Sentiero dell'Ipposidra.


- la BASE GEODETICA, utilizzata nel 1788 per redigere la prima vera carta della Lombardia austriaca. Il punto in cui sorge la piramide è il "punctum boreale extremum" (estremo Nord), mentre l'estremo Sud era rappresentato dal campanile della chiesa di Nosate.


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


- La terza domenica di Settembre, nel centro città da Largo Sant’Agnese a Piazza Carlo Ermes Visconti, si tiene la Fiera del Castello che vede la partecipazione di centinaia di hobbysti, artisti, associazioni e la Pro Loco che propone una grande risottata.

- Nel mese di Gennaio, viene assegnato l'Agnesino d'Argento a un Cittadino Benemerito che si sia distinto a favore della comunità in opere di carattere culturale, sociale, sportivo, nella salvaguardia del territorio, della storia, delle tradizioni e della cultura locale.

- Alle spalle del supermercato Il Gigante è visibile un tratto della Mediolanum-Verbanus una delle vie più antiche e importanti del nord Italia.

- Somma ha dato i natali a papa Gregorio XIV, figlio di Francesco Sfondrati, conte di Riviera, e Anna Visconti dei Signori di Somma.

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Somma Lombardo



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

SOMA Eccoci ad un borgo dei più nobili di tutta la diocesi. Le antiche lapidi, le urne, le medaglie che qui si trovarono, fanno credere ad alcuni, che abbiano avuto luogo in quel territorio due famose battaglie nei tempi romani. Una data da C. Marcello contro gli Insubrj: ed i Romani rimasti vincitori s'invaghirono di questi colli, e qui fissarono molti di loro il soggiorno. Il che viene comprovato da varie inscrizioni, fra le quali una se ne trovò, che dinotava che un nobile romano dedicava una sua vigna vicina a Soma: 'Libero Vinearum conservatori'.
L'altra battaglia qui pure in queste vicinanze dovette succedere, se pur vogliamo attenersi all'opinione del Campana, e di altri scrittori. Mentre egli è certo che Annibale, disceso dalle Alpi, passò il Ticino, e combattè con Scipione. Ciò che venne ritenuto anche dal chiarissimo Ferrario, che nelle sue erudite inscrizioni, la seguente appunto applica alle vicinanze di Soma come perenne monumento di detta battaglia: HAEC LATE LOCA VIDERE ANNIBALEM PROGRESSVM UN INSVBRIAM PRIMA ROMANOS CLADE PELLERE.

Era in Soma fino dal secolo VIII un castello colla chiesa di santa Fede, soggetto ai Benedettini, situato dove ora sono le case della prepositura. Sottentrò al luogo e chiesa de' monaci la collegiata, che vi esisteva già nel 1256, e fu accresciuta dai compadroni. La collegiata è dedicata a sant'Agnese, le di cui reliquie preziose vi sono venerate. La chiesa è ammirabile per la sua ampiezza ed altezza. Si vedono nelle cappelle pitture di gran valore. Fu bensì soppressa la collegiata, ma vi rimangono ancora i padronati di varie famiglie per la collegiata può rivivere. Le grosse armoniose campane della prepositurale di Soma erano già quelle della magnifica chiesa di san Francesco grande in Milano, soppressa sul finire dello scorso secolo, e demolita, per indi erigervi una grandiosa caserma militare, che si vede costrutta per metà. Queste campane però hanno perduto, non si sa come, della loro primiera mirabile armonia. Non sarebbe già troppo alta la torre?

Nell'oratorio di s. Bernardino si conserva il corpo di s. Coronato martire, donato dal pontefice alla confraternita che vi era, che ne fece poi una solenne translazione celebrata dalle poesie del dottissimo poeta D. Francesco Campana.

Merita osservazione il palazzo Visconti, fatto a forma di castello; in esso si vede la sala dove nacque Teobaldo, che fu poi papa, e morì nel 1276. In questo castello nacque pure, secondo alcuni, anche il sommo pontefice Gregorio XIV della famiglia Sfondrati. Fu questo palazzo ridotto ad una rara vaghezza dal marchese Cesare Visconti, che lo chiamava il suo Apolline villereccio. L'imperatrice Elisabetta di Brunswick vi alloggiò nel 1708 in occasione della sua andata alle Isole Borromee.

Deve molto Soma ai signori Visconti che l'abbellirono, e favorirono con privilegi ed esenzioni. Fra i Visconti benefattori si distinse il Magno Uberto, padre del Magno Matteo. Nel 1188 Alberto di Soma, soddiacono e legato apostolico, volle erigere un ospitale in un sito qui vicino detto Monsordio, dove si vedono ancora gli avanzi d'antica diroccata fabbrica.

È rammentato tra noi il singolare annosissimo cipresso di Soma, di cui abbiamo una stampa per opera del sig. Ekerlin. Ha l'altezza di settantatre braccia milanesi, e la circonferenza del tronco arriva alle undici. È della classe de' piramidali. Le sue radici si estendono quasi sotto tutto l'abitato di Soma, q uando vi fu costruito il pozzo pubblico, se nme trovarono alla profondità di 150 piedi circa. Nel detto palazzo o castello Visconti si conserva un disegno di quel cipresso fatto nel XVI secolo da certo ingegnere Bonacina, ed in cui si ravvisa quasi la medesima figura di quella che ha presentemente. Diciotto anni or sono vi cadde sopra un fulmine, che distrusse gran parte della sua bella corona. Parimenti quest'albore colossale fu cantato dal predetto latino poeta Campana.

MEZZANA Giace Mezzana tra Arsago e Soma, con cui è immediatamente unita. Chi dice che la prepositura è di recente erezione, legga le Memorie del Giulini, e troverà che Mezzana era capo di pieve fino al secolo XIII. Ora nella nostra diocesi i capi di pieve sono prepositure. Fin d'allora conteneva 11 chiese. V'ha qui d'osservabile la chiesa di Maria detta 'della Ghianda', per la particolare venerazione che vi hanno i vicini popoli.