Golasecca

Golasecca

Situato lungo la fascia collinare che segue il corso del Ticino, ricoperta di pini silvestri nella zona del colle del Monsorino, è famoso soprattutto come centro di quella civiltà dell’Età del Ferro che si estese dal Piemonte alla Svizzera al Veneto e che prende il nome di 'Cultura di Golasecca'.

Il toponimo Golasecca deriverebbe dal celtico Urseca, ovvero secca del fiume, a indicare che qui vi era un guado ed era possibile attraversare il fiume a piedi. Attorno a questo guado, su entrambe le sponde del Ticino, sorsero piccoli e grandi villaggi, scali per la gestione della navigazione e degli scambi commerciali provenienti o destinati ai mercati transalpini.

In epoca longobarda sul promontorio di san Michele sarebbe sorto un fortilizio, come testimoniato, oltre che da alcune fonti archivistiche, dal nome della via che conduce alla chiesa (Via Piave – già Via Castello) e dalla denominazione della zona circostante (bosco Castello).

Il castello di Golasecca, di cui sono ancora parzialmente visibili le mura, avrebbe avuto una funzione difensiva e sarebbe stato in comunicazione visiva con quelli di Angera, Arona, con la turascia di Sesona, con il castello di Monte Sordo di Somma e con quello di Castelletto, a presidio del guado sul Ticino e sorvegliando inoltre la strada Milano-Verbano, detta la Mercantera. Attorno al XII secolo il castello fu distrutto per dar spazio alla chiesa di San Michele.

Nel Medioevo, Golasecca fece parte del Contado del Seprio e dalla fine del XIV sec. del Ducato di Milano.

Percorrendo l'alzaia che costeggia il Ticino sino alla diga di Porto Torre si possono ammirare le opere idrauliche costruite in passato per mantenere costante il livello d'acqua del Lago Maggiore e di questo tratto 'lacuale' di fiume, che tanti problemi aveva creato con le sue rapide ai barcaioli di Golasecca e Coarezza allorchè dovevano condurre le loro barche al Laghetto di Sant'Eustorgio e quindi al Laghetto di Santo Stefano per consegnare il marmo di Candoglia alla Fabbrica del Duomo.

Una lapide sul muro del municipio, laddove ha sede anche il museo GAM, Golasecca Archeologia Multimediale, recita: “Di qui la mitica via degli Argonauti connettendo la Padania occidentale ai paesi d’Oltr’alpe dette vita alla civiltà di Golasecca in cui si fondono gli impulsi dei liguri dei protoveneti e degli etruschi”.

Golasecca

Da vedere:

- la NECROPOLI DEL MONSORINO, unica testimonianza monumentale della Civiltà di Golasecca rinvenuta nel 1824 dall'Abate Giovan Battista Giani, con le caratteristiche strutture a cerchio (Cromlech) che racchiudono una o più sepolture.

Nel 2001 l'area archeologica, per un'estensione di mq 7000 e comprendenti tre “cromlech” e due allèe, è stata inserita nel patrimonio archeologico dello stato italiano.

Golasecca Monsorino

- la DIGA DELLA MIORINA, realizzata nel 1942 per la regolazione delle acque del lago Maggiore. Prende il nome dalla prima delle undici rapide che i “Paroni”, i naviganti del fiume, incontravano nel discendere pericolosamente le acque del Ticino.

Golasecca Miorina

- i resti della CHIESA DI SAN MICHELE, in posizione elevata rispetto al centro storico, edificata attorno al XI sec. probabilmente su precedente fortilizio di epoca longobarda, è l'unica testimonianza medievale del paese, purtroppo in completo abbandono dagli anni sessanta.

San Michele è stata chiesa parrocchiale fino al 1570 e successivamente è stata retta da confraternite denominate in varie epoche “dei Disciplinati”, “dei Morti” o “dei S.S: Sacramenti”. Nel 1570 Carlo Borromeo la declassò a semplice sussidiaria della chiesa di Santa Maria in quanto amministrata dalla potente confraternita degli Umiliati a lui ostili. Gli Umiliati di Golasecca avevano sede nel convento posto di fronte alla chiesa di san Michele. Il muro di cinta di settentrione era decorato con cappelle della Via Crucis, con archi posti all'inizio ed alla fine del sentiero in ciottolato. In mezzo al sagrato si trovava una colonna votiva, a ringraziamento per la fine delle pestilenze.

Della struttura antica rimangono le pareti laterali decorate con archetti di cotto, alcuni dei quali sopravvissuti sul lato nord vicino al campanile, mentre l'abside si suppone fosse situato sul versante di ponente in posizione quindi opposta a quella attuale. Nel XVI secolo vennero erette le cappelle laterali dedicate a San Carlo e alla “Purificazione della Beata Vergine Maria”, antica festa patronale di Golasecca; i dipinti che si trovavano nelle cappelle, sono ora custoditi nella chiesa di santa Maria.

Nel secolo successivo fu eretto il campanile in stile piemontese (in precedenza vi era un campanile a vela proprio sopra l'abside), la facciata con il porticato e l'ossario laterale chiamato “casa dei morti” con una splendida finestra in granito per pregare i defunti.

La zona circostante all'edificio era destinata a cimitero. La chiesa conteneva degli affreschi del XV secolo, come la “Crocifissione con la Madonna e san Giovanni” visibile fino a pochi anni fa; gli affreschi di San Michele e Sant'Ambrogio sono oggi custoditi nell'attuale chiesa parrocchiale. Sopra la cappella della Madonna è oggi possibile rintracciare uno stemma araldico appartenente a una famiglia nobiliare.

Nel 1927 la chiesa fu ristrutturata, costruendo l'attuale portico di entrata, il lavatoio pubblico e piantando i tigli a ricordo dei morti della Prima guerra mondiale, costituendo il Parco delle Rimembranze.

Golasecca San Michele
Foto di MariaDoria De Rosa

- la CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA, eretta in soli tre anni dal 1847 al 1849, in sostituzione del vecchio edificio di culto esistente citato come 'cappellania' già nel XIV sec., conserva alcuni dipinti di Luigi Tagliaferri come lo sposalizio di Maria e lAssunzione della Vergine; altri quadri degni di nota sono la Crocefissione di San Pietro di autore Caravaggesco, la Natività e la deposizione del Cristo, tutti di proprietà della Pinacoteca di Brera.
In chiesa sono inoltre presenti altre opere d'arte provenienti dall'antica chiesa di San Michele come il pulpito il legno, un quadro di San Carlo al Lazzaretto e la Purificazione della Madonna attribuibile a Ercole Procaccini il Giovane. Magnifico è l'altare in marmo policromo dedicato alla Madonna del Rosario.

Golasecca

- la CHIESA DI SAN ROCCO, risalente al XIV secolo, ha le pareti interamente affrescate e custodisce la statua lignea del santo che ogni anno il 15 agosto viene portata in processione per le vie del paese in ricordo di un voto fatto dalla popolazione di Golasecca nel 1817 per placare l'epidemia di tifo che imperversava nel paese. Grazie alle opere di restauro del 1987-88, sono tornati al loro splendore diversi affreschi risalenti tra il XIV e l'inizio del XVI secolo come San Rocco, San Sebastiano, i santi Cosma e Damiano; da ammirare la Madonna affrescata a lato dell'abside e lo stemma dei Visconti con i leoni correnti (simbolo di pace) anziché ruggenti.

Golasecca


- la CHIESA DELLA MADONNA DEGLI ANGELI, risalente al XV secolo, originariamente una cappella ancor più piccola dedicata a Santa Caterina, fu successivamente ampliata e abbellita con un piccolo campanile e un affresco raffigurante la fuga in Egitto della Sacra Famiglia. Oggi si ritrova al centro di un crocicchio.

Golasecca


- la CHIESA DI SANT'ANTONIO ABATE, in origine una cappella edificata nel XV secolo a delimitare l'abitato di Golasecca da Somma Lombardo. L'originaria cappella corrisponde all'attuale abside della chiesetta di Sant'Antonio, poi allungata nei secoli successivi con la costruzione dell'aula.

Golasecca


- la CAPPELLA DI SAN PIETRO AL PESCATORE edificata in prossimità della prima rapida della Miorina dai “Paroni” (i barcaioli) di Golasecca per ricevere protezione nel pericoloso e lungo viaggio lungo il fiume Ticino. I barcaioli di Golasecca arrivavano non solo fino a Milano o Pavia ma continuavano la navigazione lungo il fiume Po, fino a Venezia. Il viaggio durava anche due o tre mesi.

- la CHIESA DEL LAZZARETTO, realizzata nel 1630 durante la famosa peste di Manzoniana memoria e dedicata ai santi Simone e Giuda.
Nel 1804 è stata ampliata con la costruzione del portico e dell'abside. Al suo interno vi sono ancora alcune stampelle appartenute agli “appestati”.

Golasecca

Sotto l’altare è collocata una statua del Cristo morto che la tradizione vuole venne depositata dal fiume Ticino sulla spiaggia della Melissa.

Golasecca Lazzaretto

Il 10 Aprile 2020, la statua del Gesù del Lazzaretto ha percorso le vie di Golasecca ed è stata traslata presso la chiesa parrocchiale come estimonianza di fede e preghiera per affrontare il difficile momento dell'epidemia di COVID-19.

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


- Nel 2019 la LIPU ha conferito a Golasecca il titolo di capitale italiana delle rondini con oltre 120 nidi occupati

- Ogni anno sulle rive del Ticino si svolg il campionato italiano dei cercatori d'oro - Pagliuzze di vero oro alluvionale vengono “seminate” in secchi di sabbia e i cercatori devono trovarle tutte nel minor tempo possibile, con l’ausilio della sola batea (il tipico piatto del cercatore).

- L'Associazione Amici del San Michele: Narrare il territorio e farlo rinascere - ritrovare, avere cura, tramandare.

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Golasecca

 

Ticino
Foto di Andrea Perotti

Ticino
Il Ticino ai primi freddi
Foto Giovanna Maffioli

 



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

GOLASECCA è la terra più popolata della pieve di Soma. Sono i terrieri dati all'arte di guidar le navi sul Ticino. Fuori del paese si vede l'antica parrocchiale dedicata a s. Michele, ora non più officiata.

Vicina sta COEREZZA, terra che fino nel secolo VIII si chiamava antichissima.