Brebbia

Brebbia SS Pietro e Paolo
Foto di Silvio Ballerio


Ad eccezione delle due alture su cui sorgono le frazioni di Brebbia Superiore e di Motto Pivione, Brebbia è situato in un grande anfiteatro aperto verso il Lago Maggiore e circondato da colline moreniche. Scorrono in territorio comunale il Bardello, che segna il confine con Besozzo e che vanta la presenza di un antico mulino ancora funzionante in località Piona, il Canale Buzzi, che alimenta la piccola centrale idroelettrica di Bosco Grosso e il torrente Acquanegra, che segna il confine con Travedona.

Brebbia il Bardello
Il Bardello in località Bozza
Foto di Massimo Zanderin

Fu centro romano di una certa importanza come testimoniano le numerose lapidi e are rinvenute e purtroppo scomparse. Il borgo mantenne la sua importanza in epoca medievale allorchè divenne possesso degli arcivescovi milanesi che occuparono il castello (in località Castellaccio) e lo resero capo di una vasta pieve dipendente dall'antica chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Del castello si ha menzione nel 999 allorchè l'imperatore Ottone lo concesse all'arcivescovo di Milano Walperto assieme alla pieve e a numerosi altri terreni sia sulla sponda occidentale che orientale del Lago Maggiore.

Nel 1073, durante le lotte tra eretici Patari e diocesi milanesi, si rifugiò nel castrum di Brebbia l'arcivescovo eretico Gotofredo da Castiglione e da qui organizzò la riconquista di Milano e Lecco.

La Pieve di Brebbia tra il 1200 e il 1500 si estese ai paesi limitrofi, quali: Gavirate, Ternate, Biandronno, Cazzago, Besozzo, Monvalle, Laveno, Cadrezzate, Comabbio, Bogno, Comerio, Santo Sepolcro (Ternate) e altri: Monate-Ispra-Barra che allora erano tutt'uno con Brebbia.

Nel corso della guerra tra la fazione popolare dei Torriani e i nobili guidati dalla famiglia Visconti per il possesso di Milano e del Seprio, l'arcivescovo Leone da Perego e il suo successore Ottone Visconti utilizzarono i castelli di Brebbia e Angera come basi per le azioni militari contro Milano, saldamente in mano ai Torriani. Nel 1263 i Torriani assediarono i castelli di Arona, Angera e Brebbia, che capitolò dopo un mese di assedio. Il castello fu smantellato, risparmiando solo la chiesetta di san Biagio che continuò a servire da oratorio fino al suo crollo nel 1569. Nel 1722 il castello non è già più riportato nelle mappe catastali.

Il borgo di Brebbia si avviò a una lenta decadenza tanto che San Carlo Borromeo si vide costretto a trasferire la sede della pieve a Besozzo nel 1574.

Da vedere:

- la CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO, edificata attorno al 1100 in ricordo dell'antica chiesa, è monumento nazionale e uno degli edifici romanici più interessanti del varesotto. Presenta una semplice ed elegante facciata a capanna realizzata con conci di pietra grandi e regolari disposti a corsi regolari nei quali si alternanno serizzo, granito e pietra d'Angera, con raffinato effetto cromatico. All'interno una Crocefissione del 1368 con a lato della croce lo stemma dei Besozzi, una Madonna in trono col Bambino e S. Pietro (sec. XIV) sotto alla quale si intravedono frammenti di un affresco tardo duecentesco raffigurante la crocefissione. Il campanile appartiene alla vecchia chiesa di Santa Maria (in origine San Pietro) che l'attuale andò a sostituire.

Brebbia SS Pietro e Paolo
La superluna fa da contraltare alla chiesa di Brebbia.
Foto di Stefano Pasqualetti

- il MUSEO DELLA PIPA, nato per volontà del fondatore della Pipe Brebbia srl.

Brebbia Pipe

- il “LAGHETASCH” (Monumento Naturale della Provincia di Varese) è una zona umida che assume l'aspetto di un vero e proprio laghetto sulla collina del Motto Pivione, caratterizzata dalla presenza del Cipresso Calvo delle Paludi (Taxodium Distichum), originario delle paludi del Mississippi e del Missouri e qui importato nel '900 dal proprietario dell'aria boschiva.

Brebbia Lagetasch
Foto di Isella Bellotti

- le "SABBIE D'ORO", alla foce del Bardello, sono una bella spiaggia in sabbia (piuttosto inusuale per il Lago Maggiore dove generalmente le sponde sono ghiaiose) caratterizzata dalla presenza di diverse essenze di salice. L'area oltre ad essere paesaggisticamente unica, ha anche una forte valenza naturalistica.

Brebbia Sabbie d'Oro


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia

 

- I mulini

- Rinomato prodotto locale è il "Fasòeu de Brebièe", unico fagiolo autoctono del Vecchio Mondo, più conosciuto con il nome di 'fagiolo dell'occhio' per la macchiolina tonda e scura presente al centro della concavità, coltivato sulle colline del paese sin dal I sec. d. C. Ecco perché seguendo una tradizione che voleva per gli abitanti di ogni paese un particolare appellativo, fu facile chiamare i brebbiesi “Fagioli” o per meglio dire “Fasòeu”.

- La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo - documento dell'Associazione Don L. Mari

- Franca Ferretti, brebbiese, detiene il record mondiale tutt'ora imbattuto di gara di fumo: con tre grammi di tabacco la pipa mantenne accesa la sua pipa per 2 ore e 47 minuti. Nel museo della pipa è esposta sia la pipa con la quale è stato raggiunto questo record e lo scudetto vinto dalla Ferretti a Metz, in Francia.

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Brebbia

 

Brebbia
La foce del Bardello
Foto di Lucini Roberto


Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

BREBBIA era un forte castello nelle età romane, e teneva le sue porte e le contrade, tra le quali si trova nominata la contrada De Curte. Fabbricaronvi i Romani un tempio a Minerva, e Gneo Terenzio per primo vi pose i bagni, e vi si celebravano i giuochi quinquatrj tanto celebri nelle romane storie.

Le carte del secolo X fanno menzione dell'antichissima chiesa di s. Pietro, goduta fin d'allora come in commenda dai nostri arcivescovi, i quali altresì furono signori di Brebbia per molto tempo. Difatti Gottofredo scismatico, intruso nella sede nel 1072, fuggì qui a fortificarsi nell'arcivescovile castello. Qui dimorò Anselmo V finché vide ben disposti gli affari per la coronazione di Corrado in re d'Italia; qui fu rilegato l'arcivescovo Enrico Settala, dalla fazione popolare, e vi morì di febbre maligna. Il di lui cadavere fu poi trasportato a Milano.

Fu poi il castello di Brebbia distrutto nell'anno 1263 dai Torriani. Il dominio però di Brebbia durava tuttavia nei nostri arcivescovi nel secolo XIV. L'istromento di concordia tra l'arcivescovo Cassone Torriano e il magnifico Matteo Visconti, stipulato solennemente in Asti, riferisce che né il detto Matteo né il comune di Milano con suo consenso si sarebbe intromesso nei luoghi sottoposti all'arcivescovato, e fra questi viene nominata la Castellanza di Brebbia.

Si vede tuttora vicino a Brebbia un luogo detto il Castellazzo, dove abitavano gli arcivescovi, il quale fu successivamente posseduto dall'antica famiglia Besozzi Rabagliona, ed indi dalla casa Bernacca.

È degna d'osservazione la suddetta chiesa di s. Pietro, di gotica architettura, che ora serve di parrocchiale, e dicesi fondata da s. Giulio: anticamente eravi una collegiata delle più numerose, ed era la principal chiesa di tutta la pieve di Besozzo. Le adunanze plebane si facevano nella contrada De Curte, che abbiamo accennata, ed in cui si trova esistere nel 1170 una casa detta Pieve. I canonici erano divisi in ordine gerarchico fino nel principio del secolo XI. Celebre fu poi la lite sostenuta dal proposto di Brebbia contro l'abate di s. Celso di Milano nel 1152 intorno alle due chiese di s. Salvatore d'Ispra e di s. Ippolito di Comerio: la curia arcivescovile decise a favore del proposto.

Caduta dal suo antico splendore la collegiata di Brebbia, numerosa di diciotto canonici, s. Carlo la soppresse e trasferì sei canonici, cioè Gentile Besozzo, Giorgio Besozzi, Gerolamo Picoranigra, Giammaria Milano, Bartolommeo Oriolo e Donato Carcano, a s. Tommaso in Terra amara di Milano: del rimanente formò la collegiata di Besozzo, dove trasferì anche la prevostura e la plebanìa, come è di presente.

Dipende da Brebbia Malgesso, detto Malgresso nel 1180. Vi è un'antica chiesa dedicata a san Michele.

 

Brebbia
Cartina Geografica di Brebbia - Sala delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani
Fonte: Comune di Brebbia