Bisuschio

Bisuschio
Bisuschio visto da Villa Cicogna

Sorge a metà della Valceresio, contornato da alture da cui si gode un bel panorama sull'intera valle e sul Lago di Lugano. Nel Triassico (220 milioni di anni fa), buona parte della Valceresio e quindi anche Bisuschio, era coperta dal cosiddetto Mare di Besano, della cui esistenza sono prova le rocce bituminose presenti in gran quantità  sulle pendici dei monti circostanti ed i tanti reperti fossili. Testimonianze di vita preistorica sono state individuate in varie località della valle.

Tra la fine della dominazione romana e le invasioni barbariche, il piccolo villaggio prende probabilmente il suo nome, che secondo tradizione deriverebbe dal latino Bis - ustum, che significa "arso due volte", a ricordo di due incendi subiti per mano dei Reti e dei Franchi.

Risulta difficile ricostruire le vicende che riguardarono Bisuschio fino all'anno 1000, in quanto i primi documenti storicamente noti sono della prima metà dell'XI secolo e si tratta di atti notarili di compravendita principalmente terreni tra la Badia di San Gemolo di Ganna e vari abitanti del luogo.

Bisuschio fece parte del Contado del Seprio e della pieve di Arcisate. Nel 1484, Arcisate, Besano, Bisuschio, Induno e Viggiù vennero infeudate da Gian Galeazzo Sforza al suo consigliere Guido Antonio Arcimboldi. Gli Arcimboldi, famiglia patrizia milanese, tenne il feudo fino al 1727, quando passò ai Visconti Borromeo di Arese e poi, per matrimonio, ai Litta Visconti (1746).

Il nucleo originale del paese ruota attorno a Villa Cicogna Mozzoni. Con l'avvento dei Torriani al governo di Milano, i Mozzoni, al pari di altre famiglie milanesi, lasciarono la città metropolitana e si rifugiarono nei loro possedimenti nella pieve di Arcisate, dove erano presenti sin dal XII sec.. Nel 1440 edificarono a Bisuschio un casino di caccia per le battute di caccia all'orso, che attiravano sui monti del Ceresio la nobiltà milanese. Tra il 1520 e 1550 i fratelli Francesco e Maino Mozzoni ampliarono e abbellirono la villa che assunse la struttura attuale. Per adeguare il resto del paese alla struttura architettonica della villa, nel 1530 i Mozzoni acquistarono le case del paese, le rasero al suolo e le ricostruirono. Nel 1565 edificarono la chiesa di San Giorgio che donarono alla comunità nel 1605. Nel 1580, Angela Mozzoni sposò il conte Gian Pietro Cicogna e diede inizio alla casata dei Cicogna Mozzoni.

Particolare menzione merita la frazione Pogliana, che secondo documenti rinvenuti nella Fabbriceria della Parrocchia di Bisuschio, risalirebbe al 1639 allorchè vi si stanziò una famiglia pastorizia di parentela Bianchi. I Bianchi di Pogliana sono però citati tra i cittadini di Bisuschio convocati nelle congragazioni comunitarie già dal 1455 - a significare una maggior vetustà della frazione. Dal Registro dei Battesimi del primo parroco di Bisuschio si legge che "il 31 dicembre 1608 ha battezzato Jacomina, figlia di Jacomo di Pogliana e di Margarita, sua legittima consorte." Nel 1642 a Pogliana vivevano 35 persone, salite a 109 nel 1771, tutte di cognome Bianchi.

Alle pendici del monte Minisfreddo sorgeva una torre di segnalazione, oggi attorniata dagli antichi primi edifici della frazione di Pogliana.

Da vedere:

VILLA CICOGNA MOZZONI .

Elegante esempio di dimora nobiliare di campagna del tardo rinascimento lombardo (secolo XV-XVI), circondata da un importante giardino all'italiana abbellito da terrazze, statue, aiuole fiorite e giochi d'acqua

Bisuschio Villa Cicogna
Foto di Fabio Calanca

 

La CHIESA DI SAN GIORGIO MARTIRE, innalzata a parrocchia nel 1605.

Nell'anno 1565, Bisuschio ancora faceva parte della parrocchia della vicina Arcisate; il distaccamento dalla matrice poteva avvenire solo con una chiesa in stato decoroso: tra le sue chiese, Bisuschio non ne annoverava una che soddisfacesse questo requisito. Da qui la decisione di erigere una nuova chiesa.

La dedica a San Giorgio non fu casuale: esisteva, infatti, nella parte alta del paese, nei pressi della dimora dei Mozzoni, un'antica chiesa dedicata al santo, chiamata San Giorgio in Monte. Cecilia Mozzoni, con la promessa di far innalzare un nuovo edificio religioso, comprò il terreno di proprietà dell'antica chiesetta, che fece abbattere, potendo così ampliare il giardino della sua dimora e riutilizzando le macerie come decorazione. La nuova chiesa sorse in tutt'altra posizione, fuori dalle "mura" del paese, in zona pianeggiante e questo le valse l'appellativo di San Giorgio al piano. Sul luogo prescelto, un tempo, sorgeva una chiesa dedicata a San Bernardino, innalzata nel 1444, ma, evidentemente, caduta prima del 1565.

Nel 1872, la facciata della chiesa venne "smontata" e ricostruita 3,80 m più avanti; lo stesso avvenne per il presbiterio: la chiesa, infatti, era stata giudicata troppo angusta per la folla crescente dei fedeli. In questo modo si poté costruire anche il matroneo, che sporge esattamente di 3,80 m sopra l'ingresso principale.

La chiesa ha due sacrestie: una sul lato destro (la più antica) e una sul lato sinistro (quella in uso tuttora). La sacrestia più recente risale ai primi decenni del Settecento, quando, in occasione della sua costruzione, venne ampliata anche quella vecchia. I mobili delle due sacrestie sono di epoca settecentesca e di fattura molto pregevole.

 

 

 

 


La CHIESA DI SAN GIUSEPPE, la più antica chiesa del paese, citata nel Liber Sanctorum Mediolani (1288-1311) «In plebe Arzizate loco bexusgio est ecclesia sancti dionixij» con ogni probabilità edificata su un preesistente edificio romanico del VI-VIII sec.

Era una struttura molto semplice a due navate, coperta da travatura a vista, con due ingressi e una finestra sulla fronte occidentale, e un "initium campanilis" tra le due navate.

Nel 1574 San Carlo la trovò in cattive condizioni e lasciò ordini per il restauro e comandò che in essa si svolgessero gli uffici e si celebrasse, e non nella chiesa di San Giorgio in monte in condizioni ancora peggiori.

La chiesa perse progressivamente importanza con il passaggio della Parrocchiale a San Giorgio. Nel 1649 si asportava dal suo campanile l'unica campana e la si collocava sul campanile della chiesa parrocchiale.

A partire dal 1650 circa, mutandone l'orientamento, vennero ricavate le cappelle del Carmine e dell'Addolorata, quest'ultima adattata nell'antica abside romanica e decorata con pitture, si riformò la sagrestia e si sopralzò il campanile, datato 1727, dotandolo di una campana.

Il compimento dei lavori interni, sollecitato ancora nel 1707 e 1710, venne ultimato solo nel 1721, con la nuova dedicazione della chiesa a san Giuseppe.

In un manoscritto dell'archivio plebano si legge che «L'oratorio di San Dionisio è risorto di fresco...».

Lavori di restauro del 1998 hanno portato alla luce delle tombe di epoca longobarda


Bisuschio Chiesa San Giuseppe
Foto di Roberto Garoscio


La CHIESA DEL LAZZARETTO, dedicata a san Rocco e san Sebastiano, patroni degli appestati, eretta nel 1747 dalla popolazione locale nei pressi del Camposanto.


Bisuschio Lazzaretto

La FRAZIONE POGLIANA, che con i suoi 500 metri sul livello del mare offre un bel panorama sul fondovalle sino al lago di Lugano e sulla Valceresio.

La parrocchiale è dedicata ai Santi Sebastiano ed Anna e venne edificata nel 1735 a spese dei residenti (i Bianchi) ove già esisteva un Oratorio.



Foto di Eugenio Pigato

I resti della vecchia TRANVIA che collegava Bisuschio a Viggiù


Tranvia

 

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Bisuschio

- Per altre notizie su Pogliana " Pogliana Tra Cronaca e Storia" Gianpiero e Cinzia Buzzi - ediz. della Parrocchia dei Santi Sebastiano ed Anna - Pogliana di Bisuschio

 

Bisuschio
In primo piano la Chiesa di San Giuseppe e sullo sfondo la Chiesa di San Giorgio Martire
Foto di Roberto Garoscio

Bisuschio
Cortile
Foto di Paola Gamba

Bisuschio
Trompe l'oeil
Foto di Gianpietro Toniolo



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

BISUSCHIO, sulla strada che si dirige al lago di Lugano, così detto, secondo il Castiglione, quasi 'Bis-ustum', monumento insigne della nobile famiglia Mozzoni, da alcuni derivata dagli antichi romani Moccioni, e signora di questo paese fino dal 1311.

Nel 1476 Agostino ed Antonio fratelli Mozzoni avendo qui alloggiato Galeazzo Maria Sforza duca di Milano, in occasione della caccia d'orsi, n'ebbero l'immunità da qualunque pubblico aggravio. Il sontuoso palazzo fu cominciato da Francesco e Majno Mozzoni, e perfezionato con pitture de' fratelli Campi, con cascate d'acqua, giardini e statue, dal dottor collegiato Ascanio Mozzone poeta, e di cui parlano con lode il Fagnani, il Crerscenzio e l'Argellati: finalmente fu ampliato ed abbellito dai conti Cicogna, sottentrati al possesso per eredità di Angela Mozzona, moglie del conte Gianpietro Cicogna. Nel 1605 Cecilia Mozzona eresse la chiesa e casa parrocchiale, riservando il patronato per il primogenito dei conti Cicogna, e per un Mozzone dei più antichi agnati e parenti più prossimi.

V'era in Bisuschio, detto anche Bisusto, nel 1192 una chiesa e monastero sotto il titolo di s. Alessandro, tributario di 12 denari alla S. Sede.