Valcuvia

Valcuvia
La Valcuvia vista dal Forte di Orino


I centri della Valcuvia sono:

Azzio, Brenta, Casalzuigno, Cassano Valcuvia, Cittiglio, Cuveglio,

Cuvio, Duno, Masciago Primo e Rancio Valcuvia

Valcuvia
La Valcuvia vista dal Monte Scerré
Foto di Davide Ecca


Situata nel cuore del Varesotto, è una valle ampia e aperta, cosparsa di centri abitati nascosti tra boschi di faggi e castagni. E' attraversata dal torrente Boesio che si getta nel Lago Maggiore a Laveno. I monti che la circondano sono a sud il massiccio del Campo dei Fiori (m. 1226), a nord il Sasso del Ferro (m. 1062) e i monti Nudo (m. 1295), della Colonna (m. 1203) e San Martino (m. 1087).

La presenza umana più antica risale alle palafitte del tardo neolitico e dell'età del bronzo rinvenute nelle torbiere di Mombello e Cavona. I numerosi reperti archeologici sono purtroppo dispersi in vari musei se non andati persi. Ciononostante si può presumere che la Valcuvia sia stata ininterrottamente abitata dall'epoca preistorica a quella gallica e poi alla romanizzazione del I sec. a.C.

Probabilmente la Rocca di Orino era una fortificazione romana che rientrava nel limes pedemontanum costituito a protezione dalle invasioni barbariche. In epoca longobarda, la Valcuvia dipendeva da Castelseprio e la rocca costituiva un elemento chiave per il controllo del transito nella valle.

In una pergamena del 712 in cui sono elencati i possedimenti in Valcuvia del monastero di S. Pietro in Ciel d'Oro di Pavia sono citate diverse località della Valcuvia : Calariate (Caravate), Azemondo (Gemonio), Cuvigl (Cuveglio), Olino (Orino), Aci (Azzio).

Nel 1196 passò dal controllo di Como a quello di Milano e quindi dei Visconti. Nel 1450 Francesco Sforza la concedeva in feudo a Pietro Cotta. Nel 1727 i Cotta cedettero il feudo della Valcuvia a Giulio Visconti Borromeo d'Arese e alla sua morte il feudo passò a Antonio Litta, che ne aveva sposato la figlia.

Con la Repubblica Cisalpina Cuvio venne nominata nel 1797 capoluogo del IX distretto del Verbano e fatta sede di Pretura. Rimase tale sino al 1926, poco prima della costituzione della nuova provincia di Varese.

Tra il 1820 e il 1830 venne bonificata la vasta palude che si stendeva tra Cavona e Cuveglio.

 

Valcuvia
La Valcuvia disegnata da Marita Viola - Paolo Cottini e Marita Viola "Varese terra di colori" Edizioni Lativ
a 1982

 

SIC IT2010019 “Monti della Valcuvia” '


Nel 1992 l'Unione Europea ha avviato la costituzione di una rete continentale di siti di interesse comunitario, per la protezione e la conservazione di habitat e specie animali e vegetali, identificati come prioritari dai singoli Stati membri nel quadro della Direttiva Habitat e della Direttiva Uccelli (le specie di interesse comunitario sono quelle in pericolo di estinzione, rare o endemiche, cioè tipiche di un territorio, mentre gli habitat di interesse comunitario sono quelli che rischiano di scomparire, hanno un'area di distribuzione ridotta o sono esempi di tipicità).

Tra i Paesi europei l’Italia è il più ricco di biodiversità, cioè quello con la più ampia varietà di forme di vita ed ecosistemi, e più di 2.500 siti Rete Natura 2000 ne sono ulteriore conferma.

La Provincia di Varese conta 17 SIC e tra questi il SIC IT2010019 “Monti della Valcuvia” gestito dalla Comunità Montana Valli del Verbano, nata nel luglio 2009 dalla fusione della Comunità montana della Valcuvia e della Comunità montana Valli del Luinese. Il territorio si snoda tra i comuni dell'Alto Varesotto e tra alcuni comuni affacciati sul Lago Maggiore

 

SIC Monti della Valcuvia

Atlante dei SIC della Provincia di Varese - Regione Lombardia

Cenni Corografici Storici Statistici della Valcuvia Brevemente e Liberamente esposti di Michele Lajoli - Milano 1876


LA VALCUVIA ----- NOZIONI GENERALI A ZICH E ZACH

La Valcuvia o Valle di Cuvio posta a settentrione della Provincia di Como, confina all'Est colla Val-Marchirolo, e colla Val-Ganna - al Sud col Mandamento di Varese e con quello di Gavirate - al Nord colla Val-Travaglia, dalla quale la divide una catena di ele vate montagne - ed all'Ovest colla Pieve di Leggiuno, compresa nel suddetto Mandamento di Gavirate.
La Valcuvia conta ventun Comuni, che sono ripartite in diecisette Parrocchie: delle quali otto sono di libera collazione del Vescovo, e nove sono di juspatronato dei terrieri: ha una popolazione di 12,750 abitanti secondo le risultanze dell'ultimo censimento generale, ed ha l'estimo catastale di Scudi 258,221.
I monti più alti della Valle sono il Boscer o Cerreda sopra Cittiglio, il Nudo o la Biotta sopra Brenta e Casalzuigno, il San Martino sopra Duno, e quelli che si innalzano al disopra di Orino e di Cabiaglio, che formano il gruppo del Campo dei Fiori superiormente a Barasso.
Le principali fiumane, che vi scorrono, sono la Margorabbia, che deriva dai laghetti della finitima Valganna, si perde e si sprofonda al Ponte Nivo sotto Cunardo per ricomparire a monte di Ferrera, e va a gettarsi nella Tresa in vicinanza di Germignaga; la Rancina emissario del laghetto di Brinzio, che in tempo di lunghe ed ostinate pioggie, si tramuta facilmente in rapido e minaccioso torrente, e mette foce nella Margorabbia; la Marianna, che con altri più piccoli affluenti ingrossa il Boese, il quale si versa nel Lago Maggiore a Laveno; e la Viganella, che del pari si scarica nel detto lago alla Cassina Movallina. Tali acque abbondano di buoni pesci, ed in certe epoche dell'anno di eccellenti trote: servono poi di forza motrice a diverse industrie manifatturiere, di cui si dirà appresso.
Nel catino della bassa Valle fra Cuvio e Casalzuigno, il terreno era paludoso, incolto ed improduttivo, atto soltanto alla caccia di ogni peregrino selvatico, ma nel 1820 con ben consigliato proposito, riunitisi in consorzio i proprietari di quel vasto latifondo denominato Carreggio pensarono a farne eseguire il prosciugamento, che in pochi anni si ottenne con ingente spesa mediante grandiosi canali scaricatori delle acque ivi stagnanti, di maniera che al presente cresce adusto il gelso, e biondeggiano i cereali colà dove rigogliosa fra il fango e la melma si alzava la canna palustre. Detta opera, della quale devesi il progetto tecnico al valentissimo Ingegnere cavaliere Giovanni Speroni da Varese, riescì di somma utilità economica-agricola, ed ha d'assai contribuito al miglioramento dell'atmosfera, tanto che, si viddero scomparire le febbri intermittenti, che per solito serpeggiavano nell'Agosto per i miasmi mefitici che, da codest'ampia palude esalavano. Il precipuo e più assiduo propugnatore del prosciugamento del Carreggio fu il benemerito Sacerdote Bernardino Mascioni, la cui memoria resterà lungamente impressa nell'animo dei Valcuviani, anche per altre opere stradali vantaggiosissime da lui caldeggiate ed eseguite, e per i sentimenti liberali e patriottici che anche in difficili tempi non ha mai smentito.
La valle di Cuvio dal confine colla Valganna sino alla vetta del San Clemente da Est ad Ovest è lunga venti chilometri; e la sua maggiore larghezza da Sud a Nord, cioè dal confine di Brinzio con Velate sino a quello della Valtravaglia al di là di Arcumeggia è di tredici chilometri.
Il clima in alcuni paesi della Valle inferiore, esposti a mezzogiorno è temperato e piuttosto caldo: nell'inverno le nevi non vi fanno lunga dimora e presto si squagliano. Nell'alta Valle invece, ed in quelle località che prospettano a settentrione, il clima è talvolta soverchiamente rigido in causa dei venti freddi che soffiano dalle gole della vicina Svizzera.
La Valcuvia è interessantissima per gli amatori dell'archeologia, della botanica e delle scienze naturali, ma particolarmente della geologia: interessante parimenti è al pittore paesista per le svariate bellezze dei luoghi che ad ogni passo si incontrano fra i colli ed i monti, da reggere al confronto delle Valli tanto decantate dell'Elvezia e del Piemonte.
Gli abitanti sono affabili e cortesi, ingegnosi ed intraprendenti, affezionati alla Valle nativa ed all'Italia. Gli uomini sino da giovinetti col finire dell'inverno si recano nelle città, od emigrano negli Stati vicini in cerca di lavoro e di fortuna, esercitando varie arti e professioni, delle quali
la più comune è quella del Mastro-Muratore. Alcuni più destri e svegliati si spingono anche in lontani paesi d'oltremare e d'oltremonte, e non è raro vederli far ritorno in famiglia a godere nell'agiatezza i frutti della loro attività e delle loro ben combinate speculazioni.
In Valcuvia tanto gli uomini come le donne hanno belle e robuste forme: sono rarissimi i rachitici e gli scrofolosi, segno evidentissimo della salubrità dell'aria fina e purissima che vi si respira.
Alle guerre dell'indipendenza italiana dal 1848 sino al massacro di Mentana nel 1867 i Valcuviani accorsero numerosi ad ingrossare le schiere dei Volontarj e le file dell'esercito nazionale: si distinsero per abnegazione e coraggio nelle gloriose battaglie che si sono combattute, e ne fa prova la medaglia d'argento al valor militare che brilla sul petto di molti. I giovani inscritti di Leva si presentano allegri al Consiglio e rispondono prontamente alla chiamata, lieti e contenti di adempiere un sacro dovere verso l'amata patria: rari sono i renitenti, e quei pochi per circostanze indipendenti dalla loro volontà. Alcuni Valcuviani furono insigniti d'ordini cavallereschi, ma però non ne fanno pompa, nè pubblica mostra per non rinnegare quei principj democratici e liberali che hanno sempre professato.
Anche il Clero preso in massa, compatibilmente coll'anormale sua posizione è democratico e tollerante: lo sarebbe maggiormente, se non fosse malmenato dall'influenza maligna e reazionaria degli scarafaggi del Vaticano.
I principali prodotti del suolo in Valcuvia consistono in galletta pari per buona qualità a qualunque altra distinta d'Italia, castagne, noci, lino, canape, fieno e legna, ed in diversi paesi vino abbondante e squisito. Le viti in questi ultimi anni sciaguratamente investite dalla crittogama, intristirono e deperirono con danno sensibilissimo dei proprietarj, che dovettero rinnovare quasi tutti i loro vigneti, e difendersi dalla dominante malattia colla solforazione ormai da tutti riconosciuta qual unico rimedio per preservare le uve, e per risanarle quando vengono attaccate dalla crittogama. Per sottrarsi all'incomodo ed alla spesa di detta solforazione, si introdusse l'uva Isabella ossia Americana del Canadà, per la quale valenti viticultori si mostrarono assai propensi perché, secondo è pur d'avviso l'illustre agronomo toscano Marchese Cosimo Ridolfi, è da dubitare fortemente che la funesta malattia non possa tanto facilmente espellersi dai vigneti, e debba l'Oidium ormai considerarsi come un triste acquisto della Flora crittogama. L'uva Isabella, che presenta diverse varietà, essendo a buccia coriacea, oltre ad essere risparmiata dai danni della crittogama, dà annualmente un ubertoso raccolto, e facendone miscela colle uve comuni perde quasi affatto quello speciale odore e sapore di fragole e di lamponi che a molti bevitori Valcuviani in origine non garbava, quando cioè si fabbricava il vino colla sola uva americana.
Anche le malattie contagiose che si svilupparono nei bachi da seta, e segnatamente l'atrofia decimarono le speranze e le rendite dei bachicultori, i quali per non essere totalmente privati del solito prodotto dei bozzoli, hanno dovuto adattarsi alla coltivazione del baco Giapponese, sopportando non lieve spesa per l'acquisto del seme. Ora sembra però, che mercè il progresso della scienza, e gli studj indefessi di chiarissimi bachicultori, abbia presto a cessare l'introduzione fra noi del seme serico straniero, e così saremo una buona volta emancipati dal ricorrere ad ingordi e non sempre onesti speculatori, che fecero guadagni immensi.
La Valcuvia fu dominata dai Romani come lo attestano varie inscrizioni lapidarie e monete di quell'epoca che di tanto in tanto si trovano. Al decadere dell'Impero dei Cesari, seguì la sorte e le vicissitudini delle altre provincie e Stati d'Italia ridotti all'impotenza ed alla miseria per le intestine discordie e per guerre fratricide che in quei tempi di prostrazione morale e di dispotismo erano continue. Successivamente fu occupata dagli Elvezi unitamente alle Valli circonvicine; fece parte del Contado del Seprio; appartenne alla Contea d'Angera, e più tardi fu incorporata nel Ducato di Milano sotto la Signoria dei Visconti e degli Sforza, indi fu soggetta ai governi assoluti di Spagna, Francia ed Austria, che con varia fortuna si sono sempre disputato il possesso della bella e ricca Italia.
Fuvvi un tempo in cui la Valcuvia era feudo della casa Cotta, d'origine romana, poi nello scorso secolo passò alla casa Litta Visconti: in Cuvio capoluogo della Valle si teneva giustizia dal Podestà a nome della casa feudataria. Scomparso il Feudalesimo, e migliorati i costumi, la Valle ha formato il cantone od il distretto di Cuvio, ed in codesto Borgo risiedevano le Autorità Politico-Amministrative che i governi succedutisi vi destinavano a reggere gli affari, e per tutelare i diritti degli abitanti.
Nell'anno 1853 il Governo Austriaco soppresse l'Ufficio del Commissario Distrettuale di Cuvio, e la Valle venne con gran dispiacere e danno squarciata, essendo stati aggregati quattordici Comuni al Distretto di Gavirate, cinque a quello di Luvino, e due a quello di Varese.
Fatta l'Italia indipendente e libera per la costanza e pel valore de' suoi figli, dal 1860 in poi la Valcuvia costituisce il terzo Mandamento del Circondario di Varese, ed in Cuvio furono stabilite la Pretura e la Stazione dei Carabinieri reali, lo che torna a comodo e vantaggio non solo del Capoluogo, ma ben anco degli abitanti di tutti i paesi della Valle. I Municipii di codesto Mandamento corrispondono colla sotto-Prefettura e col Tribunale Civile e Correzionale di Varese; i Comunisti formano una sezione di quel Collegio elettorale politico, e si riuniscono in assemblea a Cuvio per la nomina del Deputato al Parlamento Nazionale. I Valcuviani sono aggregati all'Agenzia delle Imposte, ed alla Ricevitoria del Registro residenti in Gavirate.
Nei rapporti ecclesiastici la Valcuvia è dipendente dalla Curia Vescovile di Como: in Cuvio ha dimora il Prevosto Vicario foraneo della Pieve, coadjuvato da due sacerdoti in cura d'anime.
Due strade provinciali passano per Valcuvia la prima quella che da Milano a Varese per il Lago Maggiore arriva a Laveno toccando Gemonio e Cittiglio: la seconda quella che divergendo a destra da quest'ultimo paese, discorre per il lungo la Valle sino a Cassano e termina a Luvino. E' probabile, che sia dichiarata Provinciale anche la strada che da Varese mette a Luvino passando da Brinzio e pel Sasso Meraro da Rancio, essendo realmente la linea più breve qualora siano rese più comode e meno ripide le tratte in costa fra Cassina Rasa e Brinzio, e del Sasso Meraro sino all'abitato di Rancio.
Le strade comunali sono tutte ben sistemate e regolarmente mantenute in lodevole stato sebbene il terreno presenti non poche disuguaglianze. Quasi tutte sono comode e praticabili ai carri ed alle vetture, eccettuate alcune pochissime in alpestre situazione, dove le difficoltà tecniche da superare sono enormi, ed occorrerebbe sobbarcarsi a vistose spese impossibili per piccoli e poveri Comuni di montagna, ond'è, giuoco forza rimandare a tempo migliore l'esecuzione dei desiderati lavori.
Tutti i Comuni della Valcuvia sono provvisti di Scuole per l'istruzione primaria dei ragazzi d'ambo i sessi, come pure di Scuole festive e serali per gli adulti. Gli abitanti comprendono e sono persuasi, che l'istruzione è la prima carità cittadina, e perciò procurano di sempre maggiormente diffonderla in conformità dei mezzi di cui possono disporre le finanze e le risorse comunali.
In ogni villaggio o borgata vi sono Osterie pulite e comodi alloggi; si trovano dovunque cavalli e vetture da noleggiare, e due quotidiane diligenze percorrono la Valle; una da Luvino, l'altra da Laveno a Varese e viceversa in coincidenza colla Ferrovia Gallarate-Milano, e colle Messaggerie postali per Como, Milano e Mendrisio. Carrettieri non mancano per il trasporto delle derrate e delle merci: il servizio è giornaliero, comodo e regolare. Ciò torna a vantaggio degli indigeni, dei commercianti, dei viaggiatori e dei villeggianti, i quali si trovano serviti puntualmente ed a prezzi moderatissimi.